Esiste una correlazione tra l’attività solare e i terremoti? Un nuovo studio fa luce sul grande quesito

La probabile correlazione tra l’attività solare e i terremoti è continuo oggetto di studio da parte degli scienziati. Una nuova ricerca, tuttavia, ha confermato l’assenza di qualsiasi correlazione diretta tra i due fenomeni. Il lavoro, condotto daJeffrey Amore dell’Istituto Geologico americano (USGS) e Jeremy Thomas del Northwest Research Associates, ha scrutato i record storici delle macchie solari degli archivi NOAA, del vento solare dagli archivi NASA, delle tempeste magnetiche dagli archivi del British Geological Survey e Geoscience Australia, confrontando successivamente i dati con i record storici degli eventi tellurici forniti dall’USGS. Categorico il risultato: “nessuna correlazione tra i due fenomeni e nessun modo dimostrato per utilizzare i dati al fine di previsione”. “Questa ricerca è stata condotta per far progredire la nostra comprensione della scienza e per verificare come il Sole colpisca la Terra, in ultima analisi, contribuendo a proteggere la sicurezza delle nostre comunità“, ha riferito il geofisico Jeffrey Amore. Anche se non abbiamo trovato una correlazione significativa tra le misurazioni spaziali e i terremoti, ci rendiamo conto che il Sole colpisce la Terra in altri modi. Del resto, anche senza l’ausilio dello studio, molti di noi avranno notato che i terremoti, essendo causati da forze endogene, si verificano anche in situazioni di estrema calma solare, e viceversa, possono non verificarsi in presenza di forti espulsioni di massa coronale. 


Credit: NASA
L’USGS è dedicato allo studio di questi fenomeni naturali, alcuni dei quali sono pericolosi per una società moderna e tecnologicamente dipendente“. “Certo – continua il ricercatore – è sempre possibile che qualche nuova e inattesa scoperta sarà fatta in futuro, ma è anche essenziale valutare oggettivamente i dati e le informazioni a nostra disposizione“. Chiunque abbia familiarità con i sistemi meteorologici sulla Terra come la pioggia, il vento e la neve sa che questi parametri possono cambiare nel tempo, così come il Sole può cambiare l’ambiente spaziale che circonda il nostro pianeta. Durante le tempeste magnetiche, ad esempio, il campo magnetico della Terra è insolitamente attivo all’arrivo delle particelle cariche e delle nubi di plasma. Le grandi tempeste solari possono causare gravi danni alle comunicazioni radio, ridurre la precisione dei sistemi GPS, apportare danni ai satelliti in orbita e influenzare le operazioni satellitari, aumentare la corrosione di gasdotti, indurre sovratensioni nelle reti elettriche, causare blackout. Ma possono anche produrre il bellissimo fenomeno delle aurore polari alle alte latitudini, che di rado, raggiungono anche latitudini più meridionali.

Credit: USGS
Il Programma Geomagnetismo dell’USGS gestisce 14 osservatori in tutti gli Stati Uniti, fornendo misurazioni a terra in tempo reale del campo geomagnetico. Queste misurazioni sono utilizzate per monitorare l’intensità delle tempeste magnetiche generate dal Sole e delle conseguenti interazioni con la Terra. Il Programma ha anche lavorato in cooperazione con le industrie private che sono interessate da tempo allo spazio e all’attività geomagnetica, comprese le società di reti elettriche e le industrie di trivellazioni petrolifere e di gas. Ma sino ad oggi, gli sforzi sono stati vani, dal momento che nessun metodo di previsione è stato mai realizzato, né gli scienziati si attendono di poterlo ultimare nei prossimi anni. Tuttavia, sulla base di dati scientifici, le probabilità possono essere calcolate per terremoti futuri. Ad esempio, i dati a disposizione possono creare delle previsioni non deterministiche per capire quanta probabilità ci sia in un lasso temporale stabilito che un terremoto possa colpire in una determinata area. Nei prossimi 30 anni, ad esempio, è probabile attendersi un terremoto uguale o superiore a magnitudo 6.7 nella baia di San Francisco, nello stato della California, dove la probabilità che l’evento accada è del 99%. Conoscendo questa eventualità, è possibile intervenire per mitigarne gli effetti, agendo sulle costruzioni e rendendole idonee con criteri antisismici. Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters.

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