Elon Musk: "Un milione di persone su Marte nel 2060"

Elon Musk, amministratore delegato di SpaceX accanto alla capsula Dragon 2, progettata per trasportare equipaggi nello spazio. Fotografia di Kevork Djansezian, Getty Images
Durante l'annuncio probabilmente più atteso dell'anno in fatto di viaggi aerospaziali, Elon Musk, fondatore di SpaceX, ha svelato il suo grandioso progetto di stabilire una colonia umana su Marte.

Musk è convinto che sia possibile far viaggiare migliaia di persone tra la Terra e il nostro vicino planetario più piccolo e rosso entro i prossimi dieci anni. Poco dopo, nell'arco già di 40 anni (o 100), Marte potrebbe ospitare una colonia autosufficiente di un milione di persone.

“Non stiamo parlando di spostare tutti gli abitanti della Terra, ma di diventare multiplanetari", ha detto il 27 settembre all'International Astronautical Congress di Guadalajara, in Messico. “Tutto sta a minimizzare i rischi attuali e ad armarsi di un enorme senso dell'avventura".

I tempi annunciati da Musk sono ambiziosi, e lui ne è consapevole.

“Penso che lo schema tecnico del progetto sia pressoché corretto, e Musk non pretende né di pensare che sia facile né che sia realizzabile in dieci anni", commenta Bobby Braun, ex responsabile delle tecnologie della NASA e ora professore alla Georgia Tech University. “Ma chi può dire cosa sarà possibile da qui a un secolo?".

Per chi si chiede la ragione per cui dovremmo andare su Marte, la risposta di Musk è semplice: “Il futuro dell'umanità tenderà a biforcarsi in due direzioni: o diventiamo una civiltà multiplanetaria di viaggiatori spaziali, o resteremo bloccati su un pianeta finché a un certo punto non ci estingueremo”.

Flotta marziana

I tempi non sono ancora precisi, ma Musk è convinto che sia possibile inviare i primi esseri umani su Marte attorno al 2025. Le cose potrebbero andare più o meno così:


Una ricostruzione animata del progetto di Elon Musk per inviare esseri umani su Marte con l'Interplanetary Transport System di SpaceX

Sarà necessario dotarsi di un grosso razzo, alto almeno 60 metri una volta assemblato. Nella simulazione di SpaceX, una navicella spaziale carica di astronauti viene lanciata da un booster largo 12 metri che produce una spinta di 13.000 tonnellate. Usando motori 42 Raptor, il booster accellererà l'assemblaggio a 8.648 chilometri l'ora.

Nel complesso, il mezzo sarà tre volte e mezzo più potente del Saturn V della NASA, il razzo più grande mai costruito finora, che portò la missione Apollo sulla Luna. Forse non è un caso che il razzo di SpaceX partirà dalla stessa piattaforma di lancio, la 39A, del Kennedy Space Center di Cape Canaveral.

Il razzo porterà la capsula dell'equipaggio in orbita attorno alla Terra, dopodiché il booster si riporterà con un atterraggio morbido alla piattaforma di lancio, una manovra che i booster di SpaceX eseguono ormai da quasi un anno. A questo punto, il booster caricherà e porterà in orbita un serbatorio di carburante che rifornirà la navicella nel suo viaggio verso Marte.

Una volta intrapresa la rotta, la navicella dispiegherà dei pannelli solari per raccogliere energia solare e conservare il prezioso carburante per l'arduo atterraggio sul pianeta rosso.

Secondo l'idea di Musk, le flotte che effettueranno questi viaggi rimarranno in orbita attorno alla Terra finché un favorevole allineamento planetario porterà i due pianeti più vicino possibile, una situazione che si verifica ogni 26 mesi. “Alla fine ci ritroveremo con un migliaio o più di navicelle in attesa in orbita, finché la flotta coloniale marziana non partirà in massa", dice Musk.

Il punto cruciale del suo piano è riutilizzare il più possibile navicelle e razzi. “Non credo che potremo avere una colonia autosufficiente senza riutilizzare i materiali a disposizione. È davvero fondamentale", dice Musk. “Se le navi di legno di una volta non fossero state riutilizzabili, oggi gli Stati Uniti non esisterebbero".

Musk prevede di riuscire a riutilizzare ogni booster un migliaio di volte, ogni serbatoio un centinaio di volte, e ogni navicella 12 volte. All'inizio pensa di inviare un centinaio di persone alla volta, e di aumentare il numero dei passeggeri fino alle 200 unità o più. Secondo i suoi calcoli, far insediare un milione di persone su Marte può richiedere dai 40 ai 100 anni a partire dal primo lancio. Ma non si tratterà necessariamente di un viaggio di sola andata: "Credo sia davvero importante lasciare alle persone la possibilità di tornare", dice Musk.

Colonizzare Marte

Dopo aver fatto atterrare su Marte alcune navicelle cargo senza equipaggio, cominciando nel 2018 con la capsula Red Dragon, Musk afferma che la fase di colonizzazione potrà iniziare.

Far atterrare una navicella pesante in un'atmosfera rarefatta come quella marziana non sarà facile. È stata già un'impresa far atterrare morbidamente sul pianeta il rover della NASA Curiosity, pesante circa una tonnellata: una frazione rispetto al peso delle navicelle immaginate da Musk. Per ora, il visionario imprenditore continuerà a progettare retrorazzi supersonici che consentano di far arrivare gradatamente sulla superficie navicelle molto più pesanti usando come modello il suo booster riutilizzabile Falcon 9.

Non solo: attraversare a velocità supersonica l'atmosfera marziana metterà a dura prova perfino i materiali più resistenti al calore che esistono sulla Terra, quindi progettare una navicella che resista a un ingresso nell'atmosfera e a un atterraggio con propulsori, e che possa poi fare rifornimento per tornare sulla Terra, è una sfida pressoché inimmaginabile.

Il primo viaggio servirà soprattutto a consegnare provviste e stabilire un deposito di propellente sulla superficie marziana, una riserva di carburante a cui attingere per i viaggi di ritorno sulla Terra. Dopodiché, comincia il divertimento (per modo di dire): i primi coloni umani dovranno occuparsi di scavare il suolo marziano per portare in superficie il ghiaccio sepolto, che fornirà non solo l'acqua ma servirà anche per il propellente crio-metanico che fornirà energia all'intera impresa.

Per questo, è probabile che le prima navicelle interplanetarie resteranno su Marte, e trasporteranno soprattutto materiali, carburante e un piccolo equipaggio di persone capaci e disposte anche a sacrificare la propria vita.

Anche se ci sarà enorme competizione e grande attenzione per queste prime missioni su Marte, il pensiero di Musk è rivolto soprattutto all'obiettivo a lungo termine: “In una più vasta ottica storica ciò che importa davvero è la possibilità di inviare decine, se non centinaia di migliaia di persone su Marte, e milioni di tonnellate di carico".

Rocket Man

Musk è abituato a pensare a lungo termine. Nel 2001 ha fondato SpaceX con un obiettivo in mente: mandare l'uomo su Marte. All'epoca, l'interrogativo che lo tormentava era perché, una volta sbarcati sulla Luna, l'umanità non avesse cercato di raggiungere anche Marte o di spingersi oltre nell'esplorazione spaziale.

“Ho pensato che fosse mancanza di volontà... ma non si trattava di quello". Il problema era che le risorse dedicate all'esplorazine spaziale erano scarse, e i programmi governativi non potevano assumersi i rischi che può invece sopportare un imprenditore privato. Con una fortuna accumulata grazie a Paypal (di cui è uno dei fondatori), Musk ha finanziato una società dedicata a costruire razzi e a migliorare i veicoli essenziali a gettare le basi di nuovi viaggi interplanetari.

SpaceX ha stretto contratti con privati e con il governo USA, e ora sta lavorando a una versione della capsula Dragon che possa inviare un equipaggio sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Nel corso degli anni la società ha accumulato vari successi (come far atterrare il primo razzo suborbitale riutilizzabile sia sulla terra che sul mare) e diversi fallimenti, con razzi esplosi sulla piattaforma di lancio o in viaggio verso l'orbita. È normale che accada quando si intraprende ogni grande sviluppo tecnologico.

Ma inviare esseri umani su Marte è tutt'altra cosa che mandarli in orbita, o anche sulla Luna, soprattutto quando l'obiettivo non è una toccata e fuga: "Non voglio ripetere ciò che è successo con la missione Apollo", dice Musk. "Non voglio mandare qualche missione e un po' di persone su Marte per non tornarci mai più. Non è questo l'obiettivo multiplanetario".

Finanziare Muskville

Ciò che differenzia l'idea di Musk di creare un secondo habitat per l'umanità dalla fantascienza è che il magnate sudafricano potrebbe essere davvero in grado di realizzare ciò che immagina, a patto di riuscire a portare i costi al livello ottimale.

“Gli imprenditori sono in grado di affrontare temi a cui pensiamo, ma che non siamo ancora pronti ad affrontare, come la retropopulsione supersonica”, ha affermato l'amministratore della NASA Charlie Bolden durante l'IAC.

Affinché Marte diventi una destinazione possibile, il costo del viaggio per Musk deve scendere a circa 200.000 dollari, il costo medio di una casa negli Stati Uniti. Il problema è che siamo ancora molto lontani da quella cifra.

Musk non prevede di riuscire a fare tutto da solo, e ritiene che sia cruciale trovare forme di sinergia tra l'industria privata e i governi.

Elon Musk alla presentazione di Dragon 2 nel maggio 2014. Fotografia di Jae C. Hong, AP
“Credo che si debba cercare di dedicare a questa causa quante più risorse private e pubbliche possibile, così che se una fonte di finanziamento viene meno, il progetto può comunque andare avanti”.

Ma combinare stili manageriali diversi, capacità di assumere rischi, fonti di finaziamento, e lavorare con istituzioni burocratiche può essere a dir poco complicato. Come può funzionare? "Con grande fatica", risponde l'esperto di politiche spaziali John Logsdon, professore emerito alla George Washington University. Ad esempio, raggiungere Marte attorno al 2025 richiederà un notevole balzo tecnologico in avanti da parte di Space X. L'imponente razzo mostrato nella simulazione è molto più potente di qualunque mezzo oggi presente nell'arsenale della società. La realizzazione del primo prototipo di quel razzo futuristico, il Falcon Heavy, è già stata posticipata di vari anni.

Questo genere di ritardi costituisce una delle ragioni dello scetticismo da parte degli esperti di programmazione spaziale sulla tempistica prospettata da Musk, che per sua stessa ammissione è ancora piuttosto fumosa.

“Se ci basiamo sulle prestazioni precedenti, non so come si possa affermare che pur avendo mancato tutte queste scadenze, stavolta possa farcela”, dice Logsdon. “Penso quindi sia ragionevole affermare che ci crederò quando lo vedrò".

Se l'uomo riuscirà effettivamente a raggiungere Marte, secondo Musk questa impresa innescherà i passi successivi, come è accaduto quando gli esploratori in cerca d'oro, gloria o spezie hanno dato luogo ai progressi nella tecnologia navale e nell'industria globale.

Musk è convinto che questo genere di impresa strapperà Marte dal regno della fantascienza e lo trasformerà da un mondo spaventoso e irto di pericoli e difficoltà in un luogo in cui gli esseri umani, tra cui lo stesso Musk, possano davvero desiderare vivere.

“Credo che Marte diventerà un gran posto dove andare", dice. "Sarà il pianeta delle opportunità".

http://www.nationalgeographic.it/scienza/2016/09/28/news/elon_musk_un_milione_di_persone_su_marte_entro_il_2060_-3250501/

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