Circa 56mila persone che ballano all’unisono sulle note di hit storiche, nuovi successi e remix iconici. Gabry Ponte ha trasformato il Meazza in una vera e propria discoteca, confermando che all’alba dei 52 anni il numero uno della dance in Italia è ancora lui.
Il pubblico: dai millenial ai Duemila
Sotto al palco e sugli spalti un pubblico che più eterogeneo non si può: chi ama la sua musica da una vita, suoi coetanei, bambini e una bella platea di classe 2000 e più (alla faccia di “Ma che ne sanno i Duemila”). Lo show - trasmesso live da RTL 102.5, radio ufficiale - è stato uno spettacolo e per ben tre ore e mezza Gabry Ponte ha fatto saltare uno stadio intero, praticamente senza interruzioni.
L'intero repertorio di Gabry Ponte
Il dj ha suonato quasi l’intero repertorio, includendo pezzi famosissimi realizzati quando faceva parte degli Eiffel 65. Diversi anche gli ospiti: da Paola Iezzi a Danti, fino alla più internazionale Kel. Sulle note di “Viaggia insieme a me” Ponte ha portato sul palco la figlia: “Le ho detto che ho un’altra grande famiglia, voleva vederla”. Poi - gesto più unico che raro - ha lasciato la consolle per scendere tra il pubblico, stringendo mani e scattando foto con l’intera prima fila del parterre di San Siro.
Il Meazza ha fatto da discoteca, ma anche da macchina del tempo. Gabry Ponte ci ha messo dentro tutto: i primi successi, le hit degli anni Novanta e dei Duemila, le collaborazioni, i remix, le canzoni dell'era Eiffel 65 (per la gioia dei veri nostalgici). E come ogni festa che si rispetti, non potevano mancare gli amici: Paola che ha cantato una versione dance di Vamos a Bailar, Andrea Edwin e Danti che lo hanno accompagnato sulle note di Tutta l'Italia. In scaletta anche Geordie, Quelli che non hanno età, Figli di Pitagora, Che ne sanno i Duemila, Blue.
Gabry Ponte entra nella storia del Meazza come il primo DJ che si esibisce trasformandolo in una discoteca a cielo aperto. Non era affatto un sogno collettivo quello del 28 giugno. È riuscito in un'impresa che sembrava impossibile: far ballare con lui più di 56 mila persone, la sua tribù (in una Milano rovente tra l'altro). "All'inizio era una follia, poi è diventata una figata – ha detto in conferenza stampa – Faccio San Siro a 50 anni suonati: era una scommessa, una sfida, ma eravamo sicuri di avere i numeri per farlo".
In chiusura il dj non ha mancato di suonare l’iconica “Blue” promettendo: “Ci rivediamo, lo rifacciamo. Quando abbiamo organizzato questo evento pensavamo di essere matti. Oggi posso dirvi solo che sono davvero felice”.
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