Napoli: più che una metropolitana è una nuova Pompei


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Nuovi interessanti scoperte archeologiche dagli scavi della nuova metropolitana di Napoli. In via Tarì nei pressi della sede centrale dell’Università Federico II, i lavori per la realizzazione del pozzo di ventilazione si rivelano ancora un’ottima occasione per scandagliare tratti interessanti della napoli greco-romana. Ritrovate tratti delle antiche mura, vasellame e una tomba contenente ossa umane. 

C’è anche uno scheletro, tra i tanti reperti ritrovati di recente nello scavo della metropolitana di via Tarì, in pieno centro storico (zona Rettifilo). Gli archeologi lo hanno portato alla luce in questi giorni sepolto in una tomba alla cappuccina assieme a diversi cocci e pezzi di vasellame. La scoperta non è di quelle sensazionali, ma è utile a rilasciare preziose informazioni circa un tratto della Napoli greco-romana, quello meridionale che si estende sotto il pianoro di san Marcellino, ancora inesplorato.

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Profondo oltre quattro metri, lo scavo di via Tarì ha restituito fino ad oggi interessanti informazioni circa l’ estensione della Napoli greco-romana, nell’area meridionale. Brevi ma interessanti tratti di mura, strutture in laterizio e opera vittata. Secondo le fonti, dal V sec d.C. con l’arrivo delle popolazioni barbariche, Neapolis si dotò di un’ampia cinta muraria per difendersi dalle incursioni, e contestualmente ad un parziale abbandono dell’impianto viario dell’antica città, gruppi di tombe occuparono le aree degli edifici crollati e non più restaurati. 

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