
La motivazione è triplice, scientifica, militare e politica. E’ la motivazione militare a preoccupare maggiormente “trarre informazioni dal presente lavoro sulla capacità di armi nucleari mai testate nell’eventualità di una guerra spaziale”, contro chi o che cosa?
Tutto nella più totale riservatezza, chiaro che la diffusione di tali notizie potrebbero scatenare reazioni decisamente negative. Anche perché non si tratterebbe solo di una dimostrazione di considerevole potenza militare e di tecnologia avanzata, ma la Nasa stessa si pone un inquietante interrogativo “Le detonazioni di un’arma nucleare sul o nei pressi del nostro satellite, potrebbero provocare disturbi ambientali, contaminazioni biologiche ed radiologiche fino ad avere ripercussione sulla gravità del nostro pianeta, al momento non ancora calcolabili con ragionevole certezza”.
L’equazione che mostriamo, sempre estrapolata dal documento, testimonia che gli scienziati americani stanno valutando anche il momento migliore per far esplodere le testate nucleari, al fine evitare che in qualche modo vengano viste e avvertite dalla Terra.

Partendo dal presupposto che si veda l’esplosione sia visibile nonostante i 384 mila chilometri che separano la Terra dalla Luna la Nasa sembra essere giunta alla conclusione che l’esplosione sarà meno visibile durante un preciso momento della fase di luna piena, di per sé già molto luminosa.
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