Ebola, primo caso in Usa. Ma le autorità americane rassicurano: "Nessun rischio epidemia"

Un uomo è stato ricoverato a Dallas, in Texas, con i sintomi della malattia. Era arrivato dalla Liberia lo scorso 20 settembre. Si cercano le persone che possono essere state in contatto con lui

NEW YORK - Sale in America la paura per Ebola: il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) di Atlanta, la massima autorità sanitaria negli Usa, ha infatti annunciato il primo caso diagnosticato sul territorio nazionale.

Si tratta di un paziente ancora non identificato che era stato ricoverato al Texas Health Presbyterian Hospital di Dallas presentando tutti i sintomi della febbre emorragica. Un paziente adulto che nelle ultime settimane ha viaggiato in alcune zone dell'Africa Occidentale dove si trovano i focolai del virulento virus, come hanno confermato le autorità sanitarie del Texas. E che ha sviluppato i sintomi proprio al ritorno del suo viaggio. "E' venuto negli Stati Uniti per visitare alcuni familiari che vivono in questo Paese", ha spiegato da Thomas Frieden, direttore del Cdc, che senza dirlo sembra però escludere che il paziente sia un cittadino americano.

Nelle ultime settimane molti erano stati i casi sospetti (almeno dodici) che avevano messo in allerta diversi ospedali Usa, anche a New York e Miami. Ma finora tutte le persone esaminate erano risultate negative al virus. Ma, secondo alcuni esperti, era solo questione di tempo.

Il paziente è tenuto in stretto isolamento. Non è chiaro in quali Paesi abbia viaggiato. Quelli in cui l'emergenza è massima sono la Liberia, la Sierra Leone e la Guinea, dove l'Ebola ha già ucciso oltre 3.000 persone e infettato migliaia di altre. Sicuramente si sa che è passato per la Liberia. Altri focolai, però, sono stati individuati anche in Nigeria e in Congo.

All'interno dell'ospedale dove il paziente si trova in isolamento sono state attivate tutte le procedure di massima allerta per impedire il rischio di contagio ad altri pazienti, al personale medico e sanitario, ai volontari e ai visitatori. 

"Non c'e alcun dubbio che la situazione rimarrà sotto controllo è che Ebola non si diffonderà negli Usa": lo affermano le autorità sanitarie americane, sottolineando come "non ci sia nessun altro caso sospetto in Texas al momento". "Ora la priorità è curare il paziente e identificare tutte le persone che sono state a contatto con lui". Il direttore generale del Centro nazionale sanitario non ha però escluso che altri viaggiatori che si sono trovati a contatto con il paziente ricoverato potrebbero sviluppare i sintomi. "E' per questo che dobbiamo individuare tutte le persone che sono state vicino a lui". Le autorità sanitarie hanno però specificato di non credere che vi sia un rischio per le altre persone che tra il 19 e il 20 settembre hanno viaggiato in aereo dalla Liberia col paziente risultato positivo al virus di Ebola. All'epoca infatti - è stato ribadito - il paziente non aveva ancora sviluppato i sintomi della febbre emorragica.

L'uomo era rientrato in Usa il 20 settembre ed ha avuto i primi sintomi sei giorni dopo. Probabilmente sarà trattato con i nuovi farmaci sperimentali che hanno dato risultati positivi in altri casi di americani ammalatisi nei paesi del nord Africa.

E' proprio l'America - come ha ribadito negli ultimi giorni anche il presidente Barack Obama - che sta guidando la lotta a Ebola nel mondo, con la Casa Bianca che ha deciso di inviare nelle regioni africane flagellate dal virus migliaia di soldati, oltre che attrezzature sanitarie e ospedali da campo. Il tentativo è quello di contenere Ebola, frenarne il contagio e debellarla lì dove sono i focolai.


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