Is, identificato secondo boia francese. Valls: "Mille connazionali coinvolti da integralismo jihadista"

Si tratta di Michael Dos Santos, originario di Champigny-sur-Marne. Il presidente Hollande aveva anticipato che gli investigatori erano vicini a scoprire l'identità del giovane che ha adottato come nome di battaglia quello di Abu Othman. Il primo ministro francese: "Una cinquantina jihadisti francesi uccisi in Siria"

PARIGI - I servizi di intelligence francesi hanno identificato un secondo connazionale 'arruolato' nelle fila dello Stato islamico e che appare nel video sull'esecuzione dell'operatore umanitario americano, Peter Kassig, e di 18 prigionieri siriani. Secondo l'emittente France 2, si tratta di Michael Dos Santos, un 22enne originario della località di Champigny-sur-Marne, alle porte di Parigi, che ha adottato come nome di battaglia quello di Abu Othman.

Dall'Australia, il presidente francese Francois Hollande aveva già anticipato che c'erano due francesi nel video e che le autorità lavoravano per identificare il secondo. L'altro francese tra i boia è Maxime Hauchard, anche lui 22enne e originario di Rouen: figlio di normanni, con un'educazione cattolica, Maxime si è convertito a 17 anni all'Islam e poi si è radicalizzato, compiendo un primo viaggio, tra l'ottobre 2012 e il maggio 2013, in Mauritania per entrare in contatto con gruppi islamisti locali; ma ne era tornato deluso per non averli trovati sufficientemente estremisti, hanno spiegato gli inquirenti francesi. Nell'agosto di quest'anno è partito alla volta della Siria, via Istanbul, con sedicenti obiettivi umanitari, ma in realtà per unirsi ai jihadisti dello Stato Islamico.

Valls: "Più di mille i francesi coinvolti dall'integralismo jihadista"
. Circa cinquanta francesi "coinvolti nel fenomeno" dell'integralismo jihadista dello Stato islamico sono morti. Lo sostiene il primo ministro francese, Manuel Valls. "Sappiamo il nome dei francesi che sono morti in Siria, circa una cinquantina. Sappiamo che sono almeno mille i frencesi che hanno aderito al gruppo estremista in Siria - ha detto il ministro -. Purtroppo non siamo sorpresi di apprendere che alcuni francesi o residenti in Francia sono nel cuore di queste cellule e partecipano a questa barbarie". Finora si era parlato di quaranta francesi, ma l'ultimo conteggio, effettuato lunedì, porta la cifra a 49, ha detto una fonte del governo francese. "Questo rafforza la nostra determinazione a combattere contro il terrorismo", ha concluso Valls.

Fbi sulle tracce di 150 americani andati a combattere in Siria. Sarebbero quasi 150 i cittadini statunitensi andati in Siria negli ultimi mesi, soprattutto per unirsi a gruppi armati. Ne è convinto il direttore del Federal Bureau of Investigations (Fbi), James Comey. Il direttore ha detto che il fatto che ci siano americani a combattere con gli estremisti è una primaria preoccupazione per l'agenzia, perché potrebbero tornare negli Stati Uniti addestrati e con i contatti necessari per lanciare un attacco nel Paese.

L'obiettivo dell'intelligence statunitense è quella di evitare "un futuro 11 settembre". Naturalmente, la maggiore attenzione è rivolta agli americani che si sarebbero uniti all'Is e lanciato una campagna di reclutamento sofisticata su Internet. Comey ha preferito mantenere il riserbo sul numero di americani tornati negli Stati Uniti dopo aver combattuto all'estero, perché "non voglio che sappiano troppo di quello che sappiamo".

Alfano: "Siamo di fronte a sfida del terrorismo". Serve anche l'aiuto dei colossi del web, da Microsoft a Google, da Twitter a Facebook, per combattere l'Isis. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervenendo alla presentazione di un rapporto sullo Stato Islamico realizzato dalla Fondazione Icsa. "A Bruxelles, nell'ambito delle iniziative della Commissione Europea  - ha ricordato Alfano - abbiamo convocato a cena i rappresentanti delle aziende che gestiscono le 'communities' in rete e la stessa cosa vogliamo fare in Italia: ci devono aiutare e devono collaborare con le forze di polizia monitorando il web allo scopo di individuare i sintomi di progettualità terroristiche". Il ministro ha definito lo Stato Islamico "non un'emergenza, ma una sfida lanciata da chi ha ambizioni, soldi e uomini pronti a combattere che nessuna organizzazione ha mai avuto. Ed alla sua chiamata rispondono migliaia di occidentali che si riconoscono in quel progetto, vanno nei teatri di guerra e poi pensano di tornare a casa per fare attentati. Oltre 50 - ha aggiunto - sono partiti dall'Italia, in maggioranza non italiani". Alfano ha quindi ribadito che "è pronta la legge per colmare il vuoto legislativo che impedisce la punibilità di chi vuole andare a combattere non essendo un reclutatore, ma un reclutato. E puntiamo anche ad esercitare sui sospetti combattenti controlli di polizia come quelli fatti per i mafiosi".

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