Vecchi Profeti... Nuove Profezie


Premesso che nella nostra convinzione la “guerra” come ce la vogliono spacciare i globalisti attraverso i loro cani da guardia dei media non avrà luogo, ci sarà un processo di mutazione degli equilibri con episodi anche traumatici ma non ciò che avrebbero voluto in grande stile i potenti, che risulta ogni giorno che passa sempre più evidentemente inattuabile, è interessante la disamina delle profezie storiche e recenti su questo tempo di cambiamento.
PROFEZIE ANTICHE E MODERNE SUL PERICOLO DI UNA III GUERRA MONDIALE
È stato ritrovato nel 2001, nell’abbazia di Pluscarden, sita a Elgin, in Scozia, il manoscritto anonimo in cui è presente la terribile profezia sull’accensione della III guerra mondiale. Il complesso, fondato da Alessandro II di Scozia nel 1230, è il solo monastero medievale della Gran Bretagna ancora oggi abitato dai monaci benedettini. Nel testo si predice che, a seguito dell’entrata del genere umano nel nuovo millennio, l’uovo, simbolo della fertilità, si romperà mentre il fico, simbolo di ricchezza e di Israele, si seccherà.
La distruzione dell’uomo e della pianta del fico porterà un altro avvenimento: la falce di luna, che rappresenta l’Islam, brucerà le foglie. E proprio quest’ultimo fatto è stato interpretato come l’accessione del terzo conflitto mondiale per motivi religiosi, in cui l’Islam è il diretto protagonista. Quale sarà la risoluzione? Anche l’ultima parte del manoscritto dell’anonimo profeta va interpretata. Nel testo profetico si accenna all’arrivo dell’arcangelo Gabriele che dividerà il tronco in settanta parti; l’ultima di queste parti sarà suddivisa in ulteriori settanta granelli di polvere. Difficile fare un’interpretazione su numeri, persone o Stati a cui potrebbero riferirsi queste ‘parti’.
Al termine della suddivisione, il figlio de Grande Padre (potrebbe essere il Pontefice) dovrà indossare di nuovo i sandali e intraprendere la strada antica della Chiesa che percorre il mondo e che corrisponde alla sua stessa casa. Nel manoscritto dell’abbazia di Pluscarden non si fa riferimento all’uccisione del papa o all’ultimo pontefice, ovvero il ‘papa nero‘ della profezia di Malachia, fatto quasi assemblato si faccia riferimento a Papa Francesco, unico a far parte dell’ordine gesuitico. Il preposito generale della Compagnia di Gesù è tradizionalmente chiamato ‘papa nero’.
Ma a proposito di terza guerra mondiale, nel web ha iniziato a diffondersi una notizia che fa pensare proprio a una delle più note profezie di Nostradamus (1503-1566), in cui si annuncia che la guerra comincerà in Francia e a seguito si diffonderà in tutta Europa. Così recita una delle parti de Le Profezie, quartine in rima, raccolte in gruppi di cento, nel libro Centuries et prophéties scritto nel 1555 : ‘La grande guerra inizierà in Francia e poi tutta l’Europa sarà colpita/ lunga e terribile essa sarà per tutti […]’.
Ma non solo, Nostradamus, intorno al 1550, durante il suo soggiorno ad Agen, una città tra Bordeaux e Toulouse, scrisse il suo primo almanacco, decidendo a seguito di scriverne uno per ogni anno. Negli almanacchi erano contenute almeno 6.338 profezie e pare che proprio il successo delle sue predizioni avesse portato molti notabili a richiedergli amuleti e previsioni astrali.
È anche vero che si tratta di esempi di chiaroveggenza retroattiva, contenuti generali, che letti a seguito del compimento di un avvenimento possono essere rimandati al fatto accaduto, come nel caso dell’attacco terroristico di Parigi (ma si ricordi anche l’ascesa di Hitler, l’attacco alle Torri Gemelle).
Sorta di interpretazione personale? Dal web lo si spera, se si considera anche cosa abbia scritto di Roma: ‘Ci saranno tanti cavalli dei cosacchi che berranno nelle fontane di Roma’ […] che sparirà e il fuoco cadrà dal cielo e distruggerà tre città’.
E in questo caso, in relazione a una profezia retroattiva, si potrebbe pensare al racconto dei sopravvissuti del Bataclan, prima i colpi come se facessero parte della scenografia, poi le parole pronunciate dai terroristi.
Le Profezie di Nostradamus, sono un insieme di quartine in rima che secondo molte persone si possono considerare le predizioni del futuro. In una quartina del testo il Profeta affermava che la guerra avrebbe avuto inizio in Francia e successivamente sarebbe stata coinvolto il resto dell’Europa, in particolare la città di Roma.
Il conflitto sarebbe durato per un periodo molto lungo e sarebbe stato terrificante per tutti, in seguito vi sarà la pace, ma saranno troppo poche le persone che potranno godere della quiete.
Ma non finisce qui, poiché Nostradamus continua scrivendo che si vedranno molti cavalli dei cosacchi che sorseggeranno nelle fontane di Roma…la stessa Roma scomparirà e le fiamme cadranno dal cielo e devasteranno ben tre città. Vi saranno solo uccisioni e gli unici frastuoni che si udiranno saranno parole blasfeme e armi. I fedeli dovranno patire tanto e la città di Roma abbandonerà la fede e, diverrà il trono dell’Anticristo. I diavoli dell’aria insieme all’Anticristo, realizzeranno degli impressionanti fenomeni e gli esseri umani si corromperanno sempre di più.
Da Nostradamus ai profeti del nostro tempo…
La progressiva islamizzazione dell’Europa entro il 2050 fu una tragica profezia del colonnello Gheddafi quando, nel 2010 venne a Roma in visita ufficiale, solo che la sua oculata profezia fu scambiata per una minaccia che poi lo condannò a morte.
Ma un’altra profezia sull’islamizzazione dell’Europa e della Francia in particolare, fu pronunciata da una scrittrice russa, che nel 2006 in un libro definito dalla critica “fantascientifico”, pronunciò il vaticinio che oggi si sta tramutando in tragica realtà. All’indomani dei fatti di Parigi, il suo lavoro meriterebbe tutta un’altra considerazione.
Scrisse Elena Chudinova: come sarà Parigi nel 2048? Sarà musulmana e la Torre Eiffel diventerà il minareto più alto del mondo, mentre Nôtre-Dame subirà la sorte della chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli, oggi Istanbul: si trasformerà in moschea. Questo il titolo del libro profetico: La Moschea di Nostra Signora di Parigi (Mecet parizhskoj Bogomateri) che riecheggia quello del celebre romanzo di Orwell del 1984 che avvertiva sul concreto pericolo di una islamizzazione dell’Europa.
Nel lavoro della Chudinova, il cattolicesimo è un protagonista implicito assieme al laicismo più o meno ateistico, della visione cupa della Francia di un non remoto futuro, mentre suo antagonista è un Islam ormai vittorioso grazie anche, oltre che alla sua energia di espansione, alle debolezze dei suoi avversari. La Chudinova, cristiana ortodossa, parla di un «neocattolicesimo» svigorito e rinunciatario al quale essa contrappone con simpatia il tradizionalismo di monsignor Lefebvre, avverso ad ogni ammodernamento religioso. In una Parigi in cui i musulmani hanno instaurato il loro potere totale e la loro egemonia religiosa e pochi renitenti sopravvivono ancora nei ghetti, si è costituito un movimento clandestino di resistenza armata che ha adottato mezzi di lotta terroristici.
La Chudinova, che in numerose interviste e interventi ha approfondito e difeso le sue posizioni, ha tenuto a precisare che nel suo romanzo i cristiani resistenti non sono «terroristi», come i suoi oppositori l’ avevano accusata: i cristiani sono dediti soltanto alla preghiera, convinti che sia giunta la «fine dei tempi» e che non resti che affrontare il martirio per la fede, mentre a resistere disperatamente al dominio musulmano sono i laici, i nuovi Maquis, come li chiama, eredi della resistenza antifascista, «residui della società irreligiosa a noi contemporanea». E prosegue: «Essi posseggono certi valori ai quali non vogliono rinunciare.
Ma essi vanno verso il nulla. Prendono in mano il mitra per difendersi, semplicemente per non morire schiavi, ma tali quali sono. Non possono vincere, sono in un vicolo cieco». Già queste dichiarazioni dicono la tensione che si è creata intorno al romanzo, contro il quale si sono schierati critici di tendenza liberale.
A sua volta la Chudinova, conservatrice rigorosa, non manca di controbattere, usando parole dure contro i liberali (in particolare, contro il partito di Grigorij Javlinskij «Jabloko»), definiti «non simbionti, ma parassiti» della società, colpevoli di ridurne l’ immunità di fronte alla «minaccia islamica». La posizione politica della Chudinova non è priva di originalità e impedisce di catalogarla tra i neonazionalisti russi antioccidentali, in particolare tra i nuovi «euroasisti», ai quali essa rimprovera l’ idea secondo cui «la Russia deve associarsi all’ Asia e così sconfiggere l’ America» perché, obietta, in tal modo l’ America sarebbe lei sconfitta, ma anche «la Russia cesserebbe di esistere».
Si lamenta la Chudinova che la Russia «troppo a lungo è stata staccata dalla comune famiglia europea» e su questa base «isolazionistica» si è formato un «messianismo artificiale». E precisa a proposito della riforma occidentalizzante di Pietro il Grande: «Quando pensiamo male del confine del XVII-XVIII secolo, non posso essere d’ accordo neppure sotto l’ aspetto religioso. Io questo confine lo percepisco come un periodo benefico».
Il suo ideale d’ Europa è nettamente rivolto al passato e l’attuale Chiesa cattolica è accusata di essersi adattata al mondo moderno: «È terribile, certo, ciò che è avvenuto da noi nel periodo sovietico, quando ci hanno strappati dalla religione, ma ancora più terribile è quando si profana la religione» con un lassismo che tutto permette. Rispettando tutte le proporzioni come per il riferimento a Orwell, l’altro nome fatto a proposito della Chudinova è quello di Oriana Fallaci, a proposito della quale l’ autrice della Moschea di Nostra Signora di Parigi ha dichiarato: «In parte la protagonista del mio romanzo ha come modello la giornalista italiana Oriana Fallaci che adesso, grazie a Dio, è conosciuta anche da noi, dopo l’ uscita del suo libro-predicazione La Rabbia e l’ Orgoglio.
Ma nel 2048 una donna così non si metterebbe più a predicare: che senso ci sarebbe ormai? Perciò la mia Sofia (l’eroina del romanzo) tiene in mano il kalashnikov, a differenza di Oriana, la cui arma è la penna». Possiamo trascurare le polemiche accesissime intorno al libro della Chudinova per alcuni «affascinante romanzo d’ avventure» e «ardita antiutopia», per altri opera «reazionaria» di istigazione antiislamica. A proposito di quest’ accusa, lasciamo l’ ultima parola di difesa all’ autrice che, a chi le chiedeva se fosse pronta a mutare in meglio il suo atteggiamento verso l’Islam, ha risposto: «Indubbiamente, è quello che voglio. Per questo è necessario soltanto che i musulmani stessi, senza di noi, blocchino il loro terrorismo. Dopo di che dirò: “Splendido, è venuto il tempo delle pacifiche dispute teologiche”».
Come ha detto un critico severo verso il romanzo: «Il successo maggiore del libro non sta nei meriti letterari, ma nell’ impostazione del problema. Un problema che da tempo agita gli intellettuali europei, i pensatori russi e chiunque mediti sul destino della civiltà cristiana. Santa Sofia un tempo fu trasformata in moschea: avverrà lo stesso per Nôtre-Dame?».
Rispondere negativamente non significa annullare la domanda. La scrittrice Elena Chudinova è l’autrice del romanzo-(scandalo) La Moschea di Nostra Signora di Parigi. Il libro, pubblicato in Russia, immagina che nel 2048 (2048 è anche il sottotitolo del libro) Parigi sarà musulmana e che la Torre Eiffel diventerà il minareto più alto del mondo, mentre Nôtre-Dame si trasformerà in moschea (17 marzo 2006 intervista tratta dal Corriere della Sera).
A giudicare dalle minacce dirette dell’Isis, la Chudinova si era coraggiosamente sbilanciata in una profezia che oggi sta diventando inquietante realtà. Ma, si sa, i profeti godono sempre di apprezzamento postumo, e la Fallaci ne è un esempio.

Mondo Tempo Reale

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