Pinguini sotto il vulcano


La colonia sull'isola di Zavodovski immortalata prima dell'eruzione. Fotografia di Maria Stenzel, National Geographic Creative

Fumo e cenere bollente minacciano la più grande colonia di pigoscelidi antartici del pianeta. Potrebbero essere illesi o tutti morti, ma non lo sapremo fino all'arrivo di una spedizione di ricerca

Gli scienziati temono che un remoto vulcano nell’Oceano Atlantico meridionale possa aver danneggiato seriamente la più grande colonia di pigoscelidi antartici del pianeta. Il monte Curry è uno stratovulcano dell’isola di Zavodovski -l’isola più a Nord dell’arcipelago delle Sandwich australi- e sta eruttando fumo e cenere da marzo. Un terzo dell’isola, forse anche la metà, è ricoperto di cenere. Zavodovski è la casa di quasi 1,2 milioni di coppie di pigoscelidi antartici (Pygoscelis antarcticus) che la raggiungono per riprodursi. Su tutto il pianeta oggi ce ne sono circa 7,5 milioni, il che significa che questa colonia da sola rappresenta più di un settimo della popolazione globale della specie. Sull’isola ci sono anche 180.000 eudipti ciuffodorato (i pinguini macaroni, Eudyptes chrysolophus).

Solitamente i pinguini si trovano sull’isola tra novembre e aprile, quando sfruttano i rocciosi pendii vulcanici come terreni di riproduzione. L’eruzione si è verificata in concomitanza con la loro muta annuale, durante la quale sono vulnerabili e non possono entrare in acqua.

Un ambiente surriscaldato

Assumendo che i pinguini non abbiano potuto scappare, la cenere calda e il fumo emanati dal vulcano li hanno messi in pericolo. È possibile che questa fuoriuscita li abbia bruciati, seppellendoli sotto la cenere o causando loro gravi difficoltà respiratorie. “I pigoscelidi antartici, come tutti i pinguini, ogni anno vanno incontro a una muta in cui cambiano tutte le piume”, racconta Michael Dunn, ecologo del British Antartic Survey (BAS) ed esperto di uccelli marini. “In quel periodo gli è impossibile entrare in mare…hanno perduto tutte le piume impermeabili che li ricoprono e sono impegnati a farne crescere di nuove”.

Il BAS è venuto a conoscenza dell’eruzione quando un peschereccio ha inviato loro le fotografie del vulcano, scattate mentre si trovava in quell’area. Una seconda conferma è arrivata con le immagini da satellite, grazie alle quale i ricercatori hanno scoperto che le esalazioni vulcaniche erano iniziate in marzo. Solo allora si sono resi conto della possibile minaccia per i pinguini. “Normalmente non sarebbe un problema”, continua Dunn, “ma se la tua dimora diventa improvvisamente molto inospitale, la miglior via di fuga è proprio il mare”.

Cosa sappiamo finora

Fotografie e immagini suggeriscono che i venti dominanti abbiano sospinto il pennacchio di fumo verso Est, dritto verso le colonie di pinguini che conosciamo, a poche centinaia di metri dal vulcano. Che oggi continua a emettere fumo a intermittenza. Lo Zovodovski si trova a oltre 1600 chilometri dalla costa più vicina, in una posizione così remota che il BAS non potrà monitorarla fino all’arrivo di una spedizione di ricerca, che dovrebbe raggiungere l’isola tra dicembre 2016 e gennaio 2017. Gli scienziati sperano che i pinguini siano riusciti a spostarsi dal pennacchio di fumo, ma non saranno in grado di confermare l’impatto dell’eruzione almeno fino alla fine dell’anno.

Anche se l’unica conferma sono le immagini del fumo catturate dal satellite NASA Aqua, è probabile che il monte Curry (anche noto come "monte Asfissia") abbia eruttato anche nel 2012. Il Global Volcanism Program riporta una serie di eruzioni non confermate all’inizio del Novecento, mentre l’ultimo evento confermato, prima di quello del 2012, risale al 1819.

I pigoscelidi antartici sono una specie sub-antartica di medie dimensioni, facilmente riconoscibile dalla sottile linea nera che ne attraversa le guance. Si riproducono su aree costiere libere dal ghiaccio e si nutrono prevalentemente di krill. Ogni anno fanno ritorno allo stesso sito di nidificazione, in genere con lo stesso partner. Nonostante sia molto preoccupato, Dunn non perde la speranza né salta a conclusioni affrettate. “I dati in nostro possesso non ci permettono di sapere quale sia stato l’impatto. Gli uccelli potrebbero anche essere illesi”.

di Aaron Sidder
http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2016/07/10/news/colonia_pinguini_distrutta_vulcano-3156448/

Mondo Tempo Reale

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