
L'orgasmo femminile è frutto di un "ripensamento" evolutivo
I ricercatori della Yale University e del Cincinnati Children’s Hospital potrebbero aver risolto risolvendo un enigma biologico che ha tormentato generazioni di studiosi, a partire da Aristotele: nel corso dei secoli molti hanno provato a spiegare la funzione dell’orgasmo femminile elaborando le teorie più disparate, concentrandosi però sulle caratteristiche nella biologia umana e nei primati, “senza indagare sulle sue origini evolutive“, spiega il biologo Gunter Wagner del Systems Biology Institute di Yale.
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su “Jez-Molecular and Developmental Evolution”, ha rilevato che, in sostanza, l’orgasmo femminile è frutto di un “ripensamento” evolutivo: sviluppato nei mammiferi più primitivi per stimolare l’ovulazione in presenza del maschio, avrebbe successivamente perso questa funzione, cosa che ha successivamente rimodellato l’anatomia dei genitali femminili. Per giungere a questa conclusione, gli scienziati hanno confrontato più specie di mammiferi: tutte le specie (anche quella umana) sono accomunate dall’aumento della produzione di due ormoni, la prolattina e l’ossitocina, e questo riflesso neuro-endocrino si sarebbe sviluppato per favorire l’ovulazione alla presenza del maschio. Successivamente, quando l’ovulazione è diventata un meccanismo ciclico e spontaneo, l’orgasmo ha perso la sua funzione e ciò ha indotto un rimodellamento anatomico che ha spostato il clitoride dalla sua posizione primitiva ad una più nascosta.
Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2016/08/orgasmo-femminile-non-ha-piu-segreti-svelate-le-sue-origini-evolutive/722683/#cJUw0wP3dI87lver.99
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