P311, un cimitero in fondo al mare




Una missione segreta in piena Seconda guerra mondiale finita in tragedia: il relitto del sottomarino inglese giace nelle acque di Tavolara a oltre 100 metri di profondità

Partì da Malta nel dicembre 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale. L'Operazione Principal rappresentava la sua prima missione, nel bel mezzo del mare nostrum, con destinazione La Maddalena. Obiettivo difficile: sorprendere il nemico a casa propria ed affondare gli incrociatori pesanti Trento e Gorizia della Regia Marina italiana, piazzando cariche esplosive sotto le chiglie utilizzando i “chariots”, veicoli subacquei d'assalto simili ai ben noti “maiali” italiani. Ma, giunto nei pressi dell'isola di Tavolara, al sottomarino P311, classe T, della Royal Navy fu fatale l'incontro con un campo minato posto sulla sua rotta, che ne determinò l'affondamento. Era la prima settimana del 1943.



Col passare del tempo fu considerato disperso e con esso il suo equipaggio al completo, 69 persone, compresi i charioteers, sub precursori degli odierni incursori. Divenne un relitto tra i più ricercati del Mediterraneo, facente parte della cosiddetta “ghost fleet”, costituita dai sottomarini partiti in missione e scomparsi senza lasciare traccia.
Sulle tracce del P311, come fosse una sfida dal fascino profondo, si è messo l'esperto sub genovese Massimo Domenico Bondone, da anni impegnato in una intensa attività di ricerca, sopra e sotto il mare, per scovare i molti relitti ancora sconosciuti nelle acque italiane prima che finiscano nell'oblio definitivo, divorati dal decadimento materiale delle profondità. Dopo aver acquisito informazioni storiche, consultato documenti dell’epoca e studiato i fondali del presunto sito di affondamento, col supporto tecnico di un diving olbiese nel maggio 2016 iniziò le ricerche, ostacolato da condizioni meteo avverse e numerosi problemi tecnici.

Le settimane passavano senza novità. Così, si decise di tentare un'ultima immersione, su un fondale promettente. Era domenica, mare piatto e calma di vento infondevano quell’ottimismo che stava venendo a mancare. Tavolara, sullo sfondo, sembrava tanto vicina da poterla toccare. Dopo pochi minuti di discesa nell’acqua blu indaco, il segnale visto sull’ecoscandaglio prese forma. Davanti agli occhi di Bondone si materializzò il relitto, appena poggiato su un fondale di 104 metri. “Sembrava vi fosse arrivato pochi giorni prima, incrostato di vita marina”, è stato il suo primo pensiero.



Era proprio il P311, con i suoi 84 metri di lunghezza e 7 di larghezza, adagiato in assetto di navigazione. Se si eccettuano i danni alla prora, forse provocati dall'impatto con lo sbarramento esplosivo, lo scafo si presentava in ottime condizioni. Saldamente al loro posto in coperta i contenitori stagni poppieri dei chariots, mentre quello prodiero giaceva sul fondo, sovrastato dalla mole imponente del relitto. “Sulla trepidazione per la scoperta e la curiosità di analizzare lo scafo nei suoi particolari, ha preso il sopravvento una profonda sensazione di rispetto nei confronti di chi ha perso la vita all'improvviso, senza mai più rivedere la luce. Un tragico destino, purtroppo, comune a tanti sommergibilisti di tutte le nazioni nel corso delle guerre”, fu il commento a caldo di Bondone, rilasciato ai cronisti delle testate inglesi che lo intervistarono.



Quasi fosse l'eco di un sonar a lunga gittata, in viaggio nelle rete digitale del web, la notizia della scoperta si è diramata a livello globale, suscitando scalpore e grande interesse. Alcuni familiari dei militari deceduti sparsi nel mondo, hanno contattato il sub ligure per avere maggiori informazioni ed esprimergli profonda riconoscenza, fornendogli ulteriori testimonianze e documenti, quali lettere personali e fotografie. Grazie al ritrovamento, hanno potuto chiudere per sempre una triste pagina di storia che li angosciava da 73 anni, risvegliando al contempo ricordi mai sopiti nella loro memoria. La Marina Militare inglese, analizzati i fatti, ha deciso di non procedere al recupero del sottomarino, essendo per convenzione considerato un cimitero di guerra, in ossequio alle vittime ed alle tradizioni marinaresche militari.

Testo di Simone Repetto, foto e video di Massimo Bondone
http://www.nationalgeographic.it/multimedia/2017/02/16/video/relitto_sottomarino_inglese_p311_seconda_guerra_mondiale_tavolara-3424969/1/

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