Sulle tracce delle miniere di Re Salomone

Israele, la mesa nota come Collina degli Schiavi, nella Timna Valley. Fotografia di Erez Ben-Yosef and Ctv Project

Qualche mucchietto di sterco animale, ben conservato dal clima arido della Timna Valley, in Israele, ha riaperto il dibattito intorno al biblico re Salomone e alla fonte della sua leggendaria ricchezza. Lo sterco è stato trovato in un antico campo di minatori in cima ad una mesa di arenaria (foto) conosciuta come Slaves’ Hill (collina degli schiavi). La zona è costellata di miniere di rame e campi di fusione, siti in cui il minerale veniva riscaldato e trasformato in metallo.



L’archeologo Erez Ben-Yosef, dell’Università di Tel Aviv, ha iniziato a scavare il sito nel 2013. Nel corso del 2016 Ben-Yosef e il suo team hanno scoperto diverse strutture murarie, tra cui una porta fortificata, e hanno trovato anche quelli che sembravano escrementi animali relativamente recenti.

“Abbiamo pensato che forse alcuni nomadi si erano accampati lì con le loro capre pochi decenni prima”, spiega Ben-Yosef, notando che lo sterco conteneva ancora materia vegetale non corrotta. “Ma la datazione [al radiocarbonio] fatta in laboratorio, ha confermato che si trattava di asini e altri animali del X secolo a.C.. Una cosa difficile da credere.”

Se questi risultati del radiocarbonio sono sembrati sensazionali, ancor più lo sono le implicazioni relative al sito archeologico .

“Sin da quando abbiamo iniziato il progetto, nel 2013, questo era considerato un insediamento della tarda Età del bronzo, relativo al Nuovo Regno egizio, collocato tra il XIII e l'inizio del XII secolo a.C.”, dice Ben-Yosef. C'è una chiara evidenza di una presenza egiziana in quei secoli, tant’è che i visitatori che oggi arrivano nella Timna Valley Park sono accolti da cartelli raffiguranti antichi Egizi.

Ma la datazione di precisione al radiocarbonio dello sterco, così come di tessuti e altro materiale organico rinvenuto, hanno mostrato che il periodo di massimo splendore del campo minerario è stato il X secolo a.C., l’epoca dei re biblici Davide e Salomone.

Secondo la Bibbia ebraica re Salomone era famoso per la grande saggezza, per le sue ricchezze e per gli edifici progettati tra i quali il tempio di Gerusalemme, riccamente decorato e arredato con oggetti d'oro e di bronzo. Una tale struttura avrebbe richiesto una grande quantità di metallo e operazioni di estrazione mineraria su larga scala da qualche parte in Medio Oriente, ma le Scritture tacciono in merito alla posizione di queste miniere.

Nel 1930 l’archeologo americano Nelson Glueck annunciò di aver trovato le famose miniere mentre faceva ricerche nell’Arabah Valley, la lunga frattura geologica, ricca di rame, che si estende dal Mar Morto verso sud, fino al Mar Rosso, a cavallo dell’attuale confine tra Israele e la Giordania.

L'archeologo Nelson Glueck (secondo da sinistra) in una foto d'epoca nell'Arabah Valley, tra Israele e Giordania.
Fotografia di Dmitri Kessel, the Life Picture Collection, Getty Images
“È risaputo che lungo l'intera estensione del Wadi al’Arabah ci sono giacimenti di rame e ferro”, scrisse Glueck in un articolo intitolato ‘Sulle tracce delle miniere di Re Salomone’, comparso nel numero di febbraio del 1944 di National Geographic Magazine. “Queste miniere sono state intensamente sfruttate nell’antichità, in particolare durante il regno di re Salomone”.

Molti archeologi che hanno poi seguito le orme di Glueck, tuttavia, hanno sostenuto che Davide e Salomone non fossero poi dei re così potenti come descritto dai racconti biblici, quanto piuttosto capitribù incapaci di organizzare operazioni minerarie su larga scala e orchestrare commerci a lunga distanza.

Le critiche alle tesi di Glueck cominciarono a montare anche in relazione alla cronologia biblica tradizionale, che pone i regni di Davide e Salomone nel X secolo a.C.. Di conseguenza, “Glueck era diventato uno zimbello nel mondo accademico”, spiega Thomas Levy, professore di archeologia a San Diego, presso l'Università della California, e National Geographic explorer.

Ma le scoperte fatte negli ultimi decenni possono ribaltare queste critiche e riabilitare le scoperte di Glueck e la sua “fiducia” nel racconto biblico.

Nel 1997 Levy ha iniziato uno scavo pluriennale a Khirbat en-Nahas, un sito nel sud della Giordania che secondo Glueck era l’antico centro di produzione del rame. Levy e il suo team hanno scavato per sei metri tra rifiuti e scorie di rame prima di raggiungere il terreno vergine, fatto che conferma che il metallo era stato prodotto in quel sito su larga scala. “I nostri scavi stanno fornendo un supporto per molte delle intuizioni di Glueck”, ha scritto Levy nel 2006.

Inclusioni di rame nel terreno di Khirbat en-Nahas, l'antica area mineraria studiata da Glueck e Thomas Levy.
Fotografia di Kenneth Garrett, National Geographic
Le recenti scoperte nella Timna Valley israeliana, possono mettere a segno nuovi punti per Glueck, che nel 1934 scoprì e diede il nome alla collina degli schiavi (Slaves’ Hill). Per certo il nome di Salomone non può essere ancora collegato alle operazioni di estrazione che il sito ospitava, ma queste suggeriscono che la regione è stata sede di una società complessa, molto probabilmente formata da Edomiti, gli antagonisti degli antichi Israeliti.

E stata a lungo dibattuta la fedeltà storica della Bibbia quando narra del passaggio di re Davide con il suo esercito nel deserto per combattere gli Edomiti. A questo proposito Ben-Yosef afferma che le mura fortificate che ha scoperto attorno al campo minerario sembrano indicare che si trattasse probabilmente di una postazione militare.

La Bibbia afferma che re Davide assoggettò gli Edomiti. Se la narrazione bliblica è fedele alla storia, dunque, il sovrano si sarebbe trovato nella posizione di poter chiedre tributi, spiega Ben-Yosef. “C’è la concreta possibilità che Gerusalemme si arricchì grazie a queste operazioni minerarie.”

La prova di scambi commerciali ad ampio raggio

I campioni di sterco analizzati includono semi e spore di polline così intatti, che il team di Ben-Yosef è stato in grado di determinare la dieta degli animali, fatto che ha prodotto un'altra sorpresa: il cibo è stato importato da una regione oltre 160 chilometri a nord della valle, vicina alla costa del Mediterraneo. La distanza da Gerusalemme è invece di circa 300 chilometri, un viaggio di due settimane a dorso d’asino in tempi antichi.

I commerci a lunga distanza sono stati fondamentali per la sopravvivenza di questo remoto sito circondato dal deserto. Tutto l’occorrente per viverci doveva essere trasportato a dorso d'asino; anche la fonte d'acqua più vicina era distante una ventina di chilometri, rendendo complessa e costosa la vita in questo insediamento.

“Il metallo in quel periodo era un prodotto essenziale, di un’importanza paragonabile al petrolio oggi”, dice Ben-Yosef. “Così valeva la pena per questi popoli investire tante risorse e lavoro in un’operazione del genere, nel bel mezzo del deserto.”

La ricostruzione del campo minerario è basata su testimonianze archeologiche.
Illustrazione di Ronnie Avidov and the Ctv Project
Sulla collina degli Schiavi sono state trovate più di 1.000 tonnellate di detriti di fusione, aggiunge Ben-Yosef, quantità che indica come la produzione del sito fosse “su scala industriale”, degna di uno stato o di un regno antico.
E’ questione dibattuta se sia gli Israeliti che gli Edomiti abbiano raggiunto un tale livello di sviluppo nel corso del X secolo a.C., ma Ben-Yosef è incoraggiato dalle nuove scoperte, che sono state oggetto di pubblicazione nel Journal of Archaeological Science: Reports.

“Fino a poco tempo fa non avevamo nessuna evidenza di questo periodo storico in questa regione”, dice Ben-Yosef. “Ora, non solo sappiamo che questa è stata certamente una miniera di rame, ma che lo è certamente dai tempi di re Davide e Salomone, suo figlio.”

http://www.nationalgeographic.it/multimedia/2017/04/05/video/sulle_tracce_delle_miniere_di_re_salomone-3483396/1/

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