Lupi in Piemonte, popolazione in costante crescita



Il recente censimento realizzato nell'ambito di un progetto europeo ha stimato la presenza di oltre 150 esemplari nelle zone alpine della regione. Nel 1999 erano appena una ventina. In diminuzione invece i danni recati al bestiame

Nel giro di meno di venti anni è cresciuto di circa sette volte il numero di lupi presenti nelle zone alpine del Piemonte, passando da una ventina di esemplari stimati nel 1999 ai 151 censiti quest'anno. I dati sono contenuti nel Report sullo status di presenza del lupo in Piemonte, presentato da Francesca Marucco, coordinatrice del progetto europeo WolfAlps, durante una conferenza stampa.

La zona della regione con la presenza maggiore è la provincia di Cuneo dove sono stati documentati 17 branchi e 3 coppie per un totale di minimo 101 lupi, seguita da quella di Torino con 10 branchi e 3 coppie (di cui 1 branco e due coppie da confermare) per un totale di minimo 46 lupi, considerando anche il branco documentato in Val Soana dal Parco nazionale del Gran Paradiso.

Nel nord del Piemonte, ovvero nelle province di Biella, Vercelli, Verbano Cusio Ossola e Novara ci sono individui solitari stabili e di passaggio, ma non branchi. Territori montani liberi dalla presenza stabile del lupo sono presenti quindi ormai solo nella zona settentrionale della regione. Secondo gli autori del report, il Piemonte è arrivato a un numero di esemplari che difficilmente potrà crescere ancora vista l'intensità del turn-over che subisce la specie a causa dell'alta mortalità provocata dai conflitti tra individui, ma anche dall'aumento dei casi di investimento e delle azioni di bracconaggio.

"Oggi, monitorare il grande predatore è diventato un lavoro scientifico sempre più difficile - spiega Francesca Marucco - per l'aumento di densità, di branchi adiacenti, di alte dinamiche sociali e territoriali". "Grazie alle conoscenze sviluppate nel tempo sui branchi presenti e grazie al personale delle istituzioni che partecipano al Network Lupo Piemonte, la nostra regione - rivendica la ricercatrice - è una delle poche, se non l'unica, a poter presentare dati aggiornati e certi sulla presenza del grande carnivoro".

Nel Report sono presentati anche i dati relativi ai danni da canide subiti dal bestiame domestico (distinguere con assoluta certezza tra cane e lupo il responsabile di una predazione è spesso impossibile). In seguito all'abbandono del pascolo brado e semi-brado e all'adozione di misure di protezione, il numero di vittime negli anni è andato diminuendo malgrado il contemporaneo aumento del numero di branchi. A subire danni sono soprattutto quelle aziende che non seguono una serie di accorgimenti essenziali, quali la realizzazione di recinzioni mobili elettrificate e il ricorso all'ausilio di cani da guardia.

http://www.nationalgeographic.it/natura/notizie/2017/05/25/news/censimento_lupi_alpi_piemonte-3541630/

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