Alcool e sbronze Il vino invecchiato sul fondo del mare



Due anni fa, un’associazione di viticoltori in Francia ha posato 120 bottiglie di vino rosso, bianco e rosato su un fondale del Mediterraneo, per fare un esperimento per vedere se l’invecchiamento del vino nel mare produce risultati migliori rispetto all’invecchiamento tradizionale nella cantina.

I membri dell’associazione vinicola “Les vins de Bandol” hanno dichiarato di essere stati ispirati a tentare questo esperimento di invecchiamento marino in seguito alle scoperte di anfore su navi affondate centinaia e in alcuni casi migliaia di anni fa. Ma la spinta definitiva è stata la scoperta di bottiglie di vino che erano state perse in mare durante la seconda guerra mondiale, il cui contenuto non solo si era conservato, ma aveva un sapore ottimo, secondo gli esperti di vino che le hanno assaggiate.

In teoria, il fondo del mare, 40 metri sotto la superficie, è sembrato loro un ottimo posto per invecchiare il vino, ma avevano bisogno di prove che questo ambiente unico migliorasse veramente il sapore del vino, così nell’estate del 2015 hanno lasciato 120 bottiglie dei loro migliori vini nel Mediterraneo con l’idea di recuperarli successivamente per un testarne il sapore.

“Tutti i tipi di vino possono essere conservati sott’acqua, con effetti estremamente positivi a lungo termine”, ha affermato Philippe Faur-Brac, esperto di vino che ha vinto il titolo del miglior sommelier del mondo nel 1992. Faur-Brac desceive un’esperienza simile 20 anni fa, dove bottiglie di vino bianco di Noirmoutier, un’isola al largo della costa atlantica della Francia, erano state conservato in un allevamento di ostriche per pochi mesi, sviluppando una complessità eccezionale di sapore. Le ragioni dei benefici sarebbero molteplici: innanzi tutto, il fatto che a 40 metri sott’acqua arriva poca luce solare, e poi il fatto che la temperatura è fresca e soprattutto molto costante.

Per realizzare il loro esperimento, i viticoltori di “Les vins de Bandol” hanno collaborato con la una scuola di sommozzatori per assicurare che il loro prezioso carico fosse gestito correttamente durante il processo di immersione. Le bottiglie sono state messe in un contenitore a nido d’ape a sua volta inserito in un contenitore più grande. L’esatta ubicazione del vino non è stata resa nota, per paura di curiosi e “pirati”. Allo stesso tempo, altre 120 bottiglie degli stessi esatti vini sono state messe in una normale cantina, per fungere da campione di controllo.

Lo scorso autunno, i campioni dei vini immersi sono stati sottoposti ad una commissione di esperti del vino, per una prima valutazione del processo di invecchiamento subacqueo. Il maestro sommelier Gisèle Marguin ha commentato che il vino aveva un buon sapore in bocca, aveva un buon corpo, con note di frutti neri e persino cioccolato, ma ha osservato che gli aromi secondari non erano ancora completamente sviluppati. A suo parere, il vino aveva bisogno di più tempo per raggiungere il suo pieno potenziale: probabilmente l’invecchiamento subacqueo richiede tempi più lunghi.

Sono molti i viticoltori interessati in questa nuova tecnica di invecchiamento, per rinnovare il prodotto e aumentarne la qualità, ma apparentemente la tecnica deve ancora essere messa perfettamente a punto prima che i primi vini invecchiati sott’acqua arrivino sul mercato.

https://notizie.delmondo.info/2017/07/19/vino-invecchiato-sul-fondo-del-mare/

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