Immigrazione, nuova rotta per lʼEuropa: i profughi attraversano il Mar Nero



Tra agosto e settembre, centinaia di migranti hanno attraversato il confine tra Turchia e Romania. Gli esperti: "Acque pericolosissime, i rifugiati rischiano la vita"

I greci lo chiamavano "mare inospitale". E anche il nome moderno, Mar Nero, evoca onde impetuose, tempeste e naufragi. Eppure, oggi il bacino incassato tra Romania, Turchia e Russia è attraversato da centinaia di migranti in rotta per l'Europa. Un flusso che potrebbe, secondo l’agenzia europea Frontex, trasformare la Romania nella “Lampedusa” dell’est.

La rotta - I disperati si imbarcano a Cide, un villaggio di pescatori nel distretto di Kastamonu, in Turchia, e da lì puntano al porto di Costanza, un importante centro industriale sulla sponda rumena del Mar Nero. La città, nota anche per le sue attrazioni turistiche, si trova a circa 200 chilometri dalla capitale, Bucharest.

Gli sbarchi - Il 9 settembre scorso la guardia costiera rumena ha intercettato un perchereccio con 97 profughi a bordo, tra cui 36 bambini, vicino alla frontiera con la Bulgaria. E lo sbarco è solo l’ultimo di una serie di episodi simili. L’8 settembre un barcone con 120 migranti è stato respinto verso le coste turche. Cinque giorni prima un altro natante è stato bloccato mentre puntava alle coste europee. Ad agosto sono stati soccorsi 287 richiedenti asilo provenienti dalla Siria e dall’Iraq. Numeri trascurabili, se confrontati con le centinaia di migliaia di persone che attraversano il mare tra la Turchia e la Grecia, ma che dimostrano l’apertura di una nuova rotta migratoria.



I pericoli della traversata - Il Mar Nero, sferzato da forti venti e soggetto a condizioni meteo sfavorevoli, è più insidioso del Mediterraneo. Secondo il portavoce dell’Agenzia europea della guardia di frontiera (Frontex), Krzysztof Borowski, i migranti che tentano la traversata sono "molto più in pericolo, soprattutto se partono con piccole imbarcazioni". Gli fa eco la rappresentante romena dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), Gabriela Leu: "Per chi si affida ai trafficanti di uomini, la probabilità di morire è pericolosamente alta", ha rilanciato facendo appello alla solidarietà internazionale.

La Romania affronta l’emergenza - Nonostante faccia parte dell’Unione Europea, la Romania è interessata solo marginalmente dalla crisi dei rifugiati. Bucharest non fa parte dell’area Schengen e finora, insieme ad altri Paesi, ha opposto resistenza al programma di ridistribuzione. Ma la chiusura della rotta balcanica e del confine greco-turco, le principali vie di fuga dal Medio Oriente, spingono sempre più profughi a tentare la via dell’est. Nei primi sette mesi del 2017 sono arrivate 2.800 persone, quasi il doppio dei 1624 profughi entrati nel 2016. Il primo Paese di provenienza è l’Iraq (1370), seguito dalla Siria (525) e dal Pakistan.



Una nuova strada verso il nord - "Non vogliono restare in Romania - ha precisato un’attivista impegnata nell’accoglienza ai rifugiati, Raznav Samoila - cercano solo di entrare in Europa e proseguire il viaggio verso i Paesi del nord. Ma il Mar Nero non è come il Mediterraneo. In queste acque può accadere qualsiasi cosa. Anche anche nell’arco di venti minuti".



http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/immigrazione-nuova-rotta-per-l-europa-i-profughi-attraversano-il-mar-nero_3094109-201702a.shtml

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