Salamandra gigante cinese, non una ma almeno cinque specie

Fotografia di Billy Hustace, Corbis Documentary via Getty Images
Due nuovi studi sull’anfibio più grande del pianeta rivelano che non si tratta di un’unica specie, ma almeno cinque distinte, forse anche di più. E tutte in pericolo di estinzione

Con i quasi due metri raggiunti dagli esemplari più grossi, la salamandra gigante cinese è l’anfibio più grande del mondo. Ma è letteralmente tutta coda: il 60% della sua lunghezza è data dalla grossa appendice, rugosa e maculata come il resto del corpo. Finora questa salamandra, parte di un piccolo gruppo che si è separato dall’antenato comune durante il Giurassico, era considerata un’unica specie criticamente minacciata (Andrias davidianus). Ma, sorpresa: sono almeno cinque, forse otto.

Tutte sono a rischio di estinguersi sul breve periodo, per via della distruzione dell’habitat ma soprattutto perché in Cina sono considerate una prelibatezza. Vero e proprio “cibo di lusso” da catturare in natura, con trappole illegali e tecniche come la pesca elettrica, e vendere a caro prezzo. La carne può raggiungere i 300 dollari al chilogrammo.

La scoperta è il risultato di due studi pubblicati congiuntamente su Current Biology da un gruppo di ricerca della Chinese Academy of Sciences e da un team della Zoological Society of London (ZSL) coordinato da Samuel Turvey. Nel 2014 la ZSL ha avviato in Cina un progetto di conservazione proprio per studiare e tutelare questi enormi anfibi, un obiettivo suggellato dall’arrivo allo zoo di Londra della salamandra gigante cinese Professor Wu. 19 anni per oltre un metro di lunghezza e un carattere, a detta dei guardiani, “esuberante”.

La scoperta mostra l’importanza delle valutazioni genetiche quando si studiano e identificano animali come le salamandre, spiegano gli autori, ora preoccupati dall’effetto dei passati rilasci in natura. Finora gli anfibi venivano allevati in luoghi protetti per poi rilasciarli, ma tutte le operazioni sono state condotte pensando di lavorare con un’unica specie. Per favorire la diversità genetica i ricercatori hanno liberato le salamandre in aree anche molto distanti tra loro e questo potrebbe rivelarsi un problema in più. Nei fiumi cinesi ora ci sono migliaia di giovani salamandre che vivono in ambienti probabilmente non adatti a loro.

A rendere ancor più complicata la conservazione di queste cinque o più specie c’è il fatto che le salamandre giganti cinesi depongono circa 500 uova alla volta, ma si riproducono molto lentamente: raggiungono la maturità sessuale intorno ai 15 anni. Le varie specie hanno aspetto molto simile, ma in Cina vivono in una serie di fiumi che si riversano nel mare indipendentemente. Le salamandre non possono percorrere grandi distanze e passare da un fiume all’altro, dunque vivere in sistemi fluviali separati potrebbe aver fornito l’opportunità di una speciazione.

“Non siamo rimasti sorpresi dallo scoprire che c’è più di una specie, come aveva suggerito in passato un altro studio, ma l’entità di questa diversità - potrebbero essere addirittura otto specie - rivelata dall’analisi ci ha lasciati esterrefatti”, commenta Jin Che del Kunming Institute of Zoology, Chinese Academy of Sciences, co-autore dello studio cinese. “Non ce lo aspettavamo”.

La necessità di azioni di conservazione urgenti e coordinate si fa ancora più stringente, perché lo sfruttamento di questi animali ha già avuto effetti catastrofici. Le salamandre giganti cinesi si nascondono tra le rocce dei corsi d’acqua e sono piuttosto facili da catturare nonostante sia proibito farlo. Ma è legale consumarle se provengono da allevamenti specializzati, tant’è che esistono festival culinari dedicati alle prelibatezze a base di salamandre giganti. In cinese vengono soprannominate wáwayú, “pesce bambino che piange”, per via del loro richiamo.

Le parti del loro corpo - al pari di pangolini, orsi, tigri, rinoceronti e numerose altre specie - sono considerate preziosi ingredienti per la medicina tradizionale cinese, in pratiche in genere non sostenute dalla medicina ufficiale. Sulle riviste scientifiche cinesi non mancano pubblicazioni che valutano le sostanze bioattive contenute in muco, pelle, carne e ossa delle salamandre giganti cinesi, considerate preziose contro invecchiamento, fatica, tumori e per trattare scottature e infezioni.

In parallelo alle analisi genetiche, lo zoo di Londra porta avanti il suo progetto per tutelare le salamandre nel loro ambiente anche conoscendole meglio. In quello che i ricercatori definiscono “potenzialmente la mappatura sulla fauna selvatica più ampio mai condotto in Cina”, portato avanti su 97 siti diversi, il gruppo di Turvey ha scoperto che le popolazioni di salamandre giganti cinesi sono scomparse da gran parte dell’areale storico e tuttora la caccia di frodo è una minaccia grave. Circa metà delle persone che hanno intervistato non vedeva una salamandra in natura da almeno 20 anni.

“Oltre a valutare le pressioni più ampie come il bracconaggio per [procurare gli animali per gli] allevamenti commerciali e la perdita di habitat, è fondamentale mettere in campo misure di tutela adatte”, conclude Fang Yan, primo autore dello studio cinese, “per proteggere il patrimonio genetico unico di questi animali e che risale al tempo dei dinosauri”.


http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2018/05/22/news/salamandra_gigante_cinese_non_una_ma_almeno_cinque_specie-3990924/

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