Pompei, nella Casa con giardino anche cinque scheletri

Archeologa al lavoro nella cosiddetta stanza degli scheletri. In primo piano il cranio schiacciato da una tegola. Foto Ciro Fusco/Ansa
Negli scavi della domus i resti di due donne e tre bambini, mentre il ritrovamento di una moneta del Seicento sarebbe la prova di antichi tombaroli in azione. Una nuova interpretazione per l'iscrizione a carboncino

Una nuova scoperta è stata effettuata negli scavi della Casa con giardino della Regio V, proprio a poca distanza dalla parete dove pochi giorni fa è stata rinvenuta l'epigrafe in carboncino che sposterebbe la data dell'eruzione. Cinque scheletri - probabilmente appartenenti a due donne e tre bambini - sono riemersi dalle ceneri dell'eruzione.

"In quei momenti, i lapilli avevano invaso qualunque cosa" spiega il direttore del parco archeologico Massimo Osanna, "la cenere aveva riempito tutto il Vicolo dei Balconi e la strada sulla quale si affacciava l'abitazione. I lapilli avevano invaso tutto, come il portone d'ingresso - trovato bloccato - ed il tetti crollati in molte stanze." Una tragedia, quella dell'eruzione del 79 d.C., che non risparmiò niente e nessuno. Neanche quella piccola stanza della casa in cui sono stati rinvenuti ed in cui, con ogni probabilità, si sono rifugiati nell'estremo tentativo di salvarsi. Ma così non è stato. Il tetto infatti è crollato sulla testa dei cinque malcapitati sotto il peso delle ceneri accumulate nelle fasi iniziali dell'eruzione. Sono state scoperte dai ricercatori che stanno ricostruendo la storia degli ultimi attimi di vita di queste vittime, anche tracce di un mobile, posto a protezione della porta d'ingresso.

Altri elementi stanno riemergendo e riguardano una fase storica ben antecedente ai primi scavi borbonici dell'area.
A testimoniarlo, una moneta di Filippo d'Asburgo risalente agli anni '30 del Seicento, probabilmente persa dai tombaroli dell'epoca.

"Scavi che sembrano un saccheggio" racconta il direttore del Parco, "che dovevano puntare a prendere tutti gli oggetti di valore, senza nessuna attenzione per gli scheletri che sono stati in parte rimossi e smembrati". I cercatori di tesori, scavarono un tunnel che li condusse all'interno della stanza dove portarono via tutto quello che riuscirono a trovare, lasciando solo due collanine in pasta vitrea.

Fortunatamente però non riuscirono ad arrivare alla porta dove i resti delle vittime sono stati ritrovati intatti. "Abbiamo rinvenuto la testa di una donna schiacciata dalle tegole e a fianco i resti di un braccio e delle gambe e di una altra vittima", dice ancora Osanna, "mentre sull'altro lato è affiorata una mano. Un ritrovamento di straordinario interesse sia per dinamiche eruttive sia per documentazione di scavi in età moderna".

Intanto anche l'iscrizione a carboncino della Casa in queste ultime ore sta facendo ancora discutere studiosi ed esperti di epigrafia. La prima interpretazione, dell'archeologo ed epigrafista Antonio Varone, ci restituisce la frase: 2XVI (ante) K (alendas) Nov (embres) in[d]ulsit pro masumis esurit[ioni] il 17 ottobre lui indusse al cibo in modo smodato". Ma non tutti sembrano essere d'accordo.

Giulia Ammannati, professoressa di paleografia latina della Scuola Normale Superiore di Pisa, propone una lettura del tutto diversa. La docente - che trova segni differenti rispetto all'epigrafista campano - legge parte l'iscrizione come: "in olearia/proma sumserunt" che si può tradurre in: "hanno preso nella dispensa olearia [...]".

Alla base delle differenti interpretazioni, comunque, sembra esserci la natura deperibile del materiale con cui furono incise le lettere dell'iscrizione sulle pareti della casa che, con il tempo e a seguito degli eventi, hanno iniziato a sbiadirsi e cancellarsi.

http://www.nationalgeographic.it/mondo-antico/2018/10/25/news/pompei_iscrizione_casa_con_giardino_vicolo_dei_balconi_cinque_scheletri-4165760/

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