Boschi devastati dal vento, un rischio crescente

I danni causati dal forte maltempo dei giorni scorsi in Val Visdende (Belluno), 03 novembre 2018. Fotografia Ansa
Le foreste sono sempre meno curate, ma a fronte dell'aumentare degli eventi estremi, con raffiche superiori ai 150 chilometri orari, neanche l’albero più sano può resistere

Dopo la Grande Guerra, il cambiamento climatico. I boschi amati e raccontati da Mario Rigoni Stern, sull’Altipiano di Asiago, sono stati in buona parte distrutti da raffiche di vento che hanno raggiunto anche i 190 chilometri orari. Ma la devastazione dell'alto Vicentino e del Bellunese ha raggiunto anche altre aree dell’arco alpino orientale, dalla val Badia fino alla Carnia. Le prime stime, fatte dal tenente colonnello dei Carabinieri forestali Paola Favero a Repubblica, parlano di 4-5 milioni di metri cubi abbattuti, centinaia di migliaia di alberi caduti.

Un disastro di proporzioni difficili da descrivere: per dare un’idea delle dimensioni, ci vorranno almeno due anni solo per portare via i tronchi caduti in poche ore di tempesta. Ma c’è chi si spinge a stimare un tempo di 4-5 anni.

E la cosa peggiore è che dovremo farci l’abitudine. “Questi eventi avvengono da sempre, anche sulle nostre Alpi - spiega Piermaria Corona, direttore del Crea, centro di ricerca Foreste e Legno - il problema è che oggi si ripetono con una frequenza inusitata a causa del cambiamento climatico. Non è vero che abbiamo ‘perso ettari di bosco’, perché il bosco ricrescerà: ma serviranno decine di anni e il rischio è che, nel frattempo, un evento simile si ripeta”.

Colpa nostra? In Italia, spiega Corona, abbiamo circa 11 milioni di ettari di bosco di origine naturale e poco più di mezzo milione di ettari di rimboschimenti. Generalmente i boschi naturali hanno meno bisogno di manutenzione rispetto a quelli artificiali. Ma in Italia, per secoli, le foreste vetuste non si sono autogestite, anzi: sono state “coltivate” e “pulite” dall’uomo che ne aveva bisogno per ottenere legna e carbone. La conseguenza è che oggi un po’ tutti i boschi del nostro Paese avrebbero bisogno di cura.

In questi giorni si sta parlando molto di “gestione delle foreste”. Secondo Maria Cristina Brunori, presidente di Pefc Italia (l’ente di certificazione forestale), “se nel passato ci fosse stata una visione più lungimirante e più attenta alla gestione attiva delle risorse forestali, sarebbero stati effettuati più interventi di sfollo e diradamento in molte delle foreste che ora sono abbattute da vento, interventi selvicolturali che forse avrebbero rese queste formazioni più resilienti ai disturbi climatici”.

Secondo Corona, però, questo non spiega il disastro della scorsa settimana. “Bisogna essere molto chiari: se le raffiche di vento superano i 150 chilometri orari, gli alberi cadono. A prescindere dalla buona o cattiva manutenzione del bosco, che invece diventa decisiva in caso di raffiche forti ma più ‘ordinarie’, cioè fino ai 120 chilometri orari”. Nei boschi non diradati, ad esempio, gli alberi crescono in altezza ma non abbastanza in larghezza. Sono meno stabili e se vengono battuti da venti forti è facile che cadano.

Nelle immagini che stiamo vedendo in questi giorni si notano pezzi di bosco collassati al suolo accanto a porzioni intatte. Questo, spiega Corona, non dipende dal fatto che in alcune aree gli alberi fossero più forti o più sani, ma solo dalla direzione del vento.

Fare presto. C’è un altro problema: nei boschi del Nord-Est si è accumulata una quantità enorme di biomassa che, come abbiamo accennato, non potrà essere rimossa del tutto prima di due anni. Nel frattempo, però, si rischia una colossale infestazione di parassiti, gli scolitidi. A preoccupare di più è Ips Typographus o bostrico dell'abete rosso. “Questo coleottero entra da sotto le cortecce e mangia il legno. Vista l’abbondanza di materia prima, l’insetto si riprodurrà in modo molto rapido e finirà per attaccare anche gli alberi vivi. Bisogna intervenire il più presto possibile per recuperare fudti e legna e aiutare il bosco a ricrescere

http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2018/11/05/news/boschi_devastati_dal_vento_accadra_sempre_piu_spesso-4177909/

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