Costiera Amalfitana: spunta un branco di oltre cento pseudorche



“Quando le abbiamo viste saltare, abbiamo subito pensato a un saluto festoso dei delfini. Avvicinandoci con la nostra barca a vela, ci siamo invece accorti che si trattava di un’altra specie”. Un nutritissimo branco di oltre cento pseudorche fa capolino nel mare della Costiera Amalfitana, un miglio a largo dalla costa. Sgranano gli occhi Giulia Bruno, socia fondatrice della scuola di vela “Starboard”, e l’equipaggio dell’imbarcazione che navigava da giorni nel mare della Campania.



“La nostra rotta - racconta - coincideva con quella del branco, abbiamo rallentato, e siamo rimasti con il gruppo, nel quale c’erano anche diversi cuccioli, per circa un’ora. Si sono avvicinati altri diportisti, richiamati da quello spettacolo sensazionale. Abbiamo avvisato la Capitaneria di porto di Salerno, per evitare che la velocità di crociera dei traghetti potesse infastidire gli animali”.

A sottolineare l’eccezionalità dell’avvistamento, datato 26 aprile, è la cetologa Barbara Mussi, che con la onlus Oceanomare Delphis indaga, nell’ambito dell’Ischia Dolphin Project, un braccio di mare limitrofo all’area interessata dal passaggio delle pseudorche.

“Si tratta di una specie occasionale nel Mediterraneo - sottolinea Mussi - definita peraltro ‘near threatened’ (prossima alla minaccia) nella Lista Rossa globale dell’IUCN”. Come sintetizzato dal nome, le pseudorche (Pseudorca crassiden il nome scientifico) presentano non poche analogie con le più note orche, a cominciare dalla testa arrotondata, priva del rostro: i maschi possono raggiungere fino a sei metri di lunghezza, le femmine cinque.

Da tempo, gli studiosi si interrogano sulla questione del loro ingresso nel Mediterraneo, presumibilmente attraverso lo Stretto di Gibilterra. Ma il numero di avvistamenti recenti, concentrati prevalentemente nel Mediterraneo orientale (in particolare nel mar di Levante) induce a non escludere la presenza di una piccola popolazione residente. Più sporadici gli avvistamenti nei mari italiani: nel mar Ligure, tra le Eolie e la Calabria e alle Baleari, mai in Campania. E si parla, comunque, di un totale di 34 incontri dal diciottesimo secolo ad oggi, come riportano Giuseppe Notarbartolo di Sciara e Alexei Birkun in “Conserving whales, dolphins and porpoises in the Mediterranean and Black Seas: an ACCOBAMS status report” (2010).



È per questo, dunque, che l'incontro fortunato con un branco così nutrito di pseudorche nelle acque antistanti la Costiera Amalfitana promette di contribuire allo studio di questi straordinari odontoceti: nel Mediterraneo gli avvistamenti avevano in precedenza riguardato individui singoli o coppie, mai gruppi numerosi.

I cetologi potrebbero dunque, nell’imminente futuro, riconsiderarne lo status: si tratta realmente di una specie soltanto occasionale? “Con il nostro veliero Jean Gab, dotato di speciali idrofoni, cercheremo di rintracciare nel prossimo futuro il branco, come accade abitualmente con tursiopi, stenelle e capodogli (che vengono fotoidentificati e inseriti in un database ad hoc, ndr), in modo da contribuire alla conoscenza della diffusione di questa specie straordinaria anche a queste latitudini”, aggiunge la cetologa.

Il singolare avvistamento arriva peraltro a due mesi di distanza da un altro incontro che aveva intrigato gli studiosi, quando una megattera era stata ripresa e immortalata nel golfo di Napoli, a cinque miglia da Nisida: una specie diffusa prevalentemente negli oceani, la cui presenza nel Mediterraneo è considerata occasionale, proprio come per le pseudorche. Due avvistamenti di specie occasionali, a poche miglia di distanza, nel mare della Campania: una casualità?

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