Sulle tracce di Atlantide: nuove ricerche



Il mito di Atlantide continua a far parlare di se e la sua ricerca non conosce confini o sosta. Secondo la teoria di Marco Marsili essa è un tutt’uno con la nascita e l’evoluzione dell’uomo.

Atlantide è strettamente connessa alla realtà extraterrestre e l’umanità di oggi sotto certi aspetti sta rivivendo quello che si è vissuto in quella civiltà: gli atlantidei sono stati portati al disastro dalla conoscenza e dall’utilizzo dell’antimateria e attualmente noi, allo stesso modo, sappiamo cosa sia l’energia atomica, la distruzione dell’atomo.

La storia di questa civiltà è arrivata fino a noi anche grazie al filosofo greco Platone, in modo particolare per mezzo del Timeo e del Crizia, primo e secondo tempo di un unico racconto: nel Timeo, infatti, si parla, in chiave mitica, della creazione dell’Universo e dell’Uomo, mentre nel Crizia è raccontata la storia della società umana secondo gli elevatissimi valori etici di epoca antidiluviana. Nel Timeo, inoltre, Crizia riporta ciò che Solone ha appreso dai sacerdoti egizi nel tempio di Sais, i quali narrano la storia di Atlantide, una potente civiltà vissuta prima di egiziani e greci e che aveva per patria un’isola che poi sprofondò nel mare. Il popolo atlantideo si era corrotto e il cataclisma che portò alla fine di questa civiltà segnò il passaggio dell’umanità al Paleolitico finale e al Neolitico. Tale cataclisma è poi stato confermato dal ricercatore Bendandi nel secolo scorso.

La scoperta di Atlantide
Il viaggio alla scoperta di Atlantide, sostiene Marco, parte dall’Irlanda: i primi abitanti raggiungono l’isola nell’ottavo millennio a.C., sono quindi antecedenti ai Celti. Ci sono inoltre dei racconti mitologici in Gaelico, tuttora tramandati dai pescatori irlandesi, che parlano di alcune isole dell’Oceano Atlantico, le Isole della Felicità e dell’Eterna Giovinezza, come della leggendaria terra Hy-Brasil, da cui nessuno voleva tornare. Tali isole erano segnate su antiche mappe, ma non sono mai state ritrovate e il nome che gli irlandesi hanno dato alla terra associata a queste isole è quello di Attalland. Anche i Vichingi credevano che nel Mare Occidentale si trovasse una terra meravigliosa, ricca di pace e di prosperità e le hanno dato il nome di Atli, tuttavia l’impero di Atlantide toccava anche la regione della Bretagna: lo dimostrano strutture megalitiche che presentano anelli concentrici di terra e di acqua, rivenute in un’isola del golfo di Morhiban e ritrovate anche in altre parti del mondo. È la tecnica costruttiva di Atlantide, riproposta nelle province. Se ci spostiamo invece verso i Pirenei incontriamo il popolo dei Baschi, dei quali è tuttora ignota l’origine, si sa solo che presentano similitudini genetiche con i nativi d’America ed essi stessi si dichiarano discendenti di un popolo dell’Oceano Atlantico, della cosiddetta civiltà Atlaentica. Lo stesso simbolo basco, il Lauburu, è simile alla svastica, simbolo solare presente nelle più antiche civiltà del mondo che discendono da Atlantide, mentre la lingua basca discende dal linguaggio del territorio fenicio, che a sua volta ha radice atlantidea.

Sono degni di nota anche alcuni ritrovamenti, come ad esempio quello della cosiddetta Dama di Elche, scoperta in un’azienda agricola di L’Alcùdia (presso Valencia) nel 1897 da un giovane operaio di quattordici anni: secondo alcuni studiosi, il busto raffigura una sacerdotessa atlantidea, tuttavia i suoi lineamenti sono ellenici, mentre l’abbigliamento è nativo, quindi la questione rimane un vero e proprio enigma. La stessa acconciatura della donna, costituita da due ruote ai lati del viso, è molto simile alle decorazioni delle donne nubili degli Indiani Hopi (Arizona), la cui lingua, tra l’altro, era definita dalle altre tribù come “la lingua delle stelle”.
Platone parla anche dell’Andalusia e la chiama “la terra di Gadeira”. “Gadeira” in greco significa “calice” e anche qui sono state ritrovate strutture millenarie perfettamente allineate e con precisione millimetrica, mentre nelle Azzorre sono presenti leggende popolari che parlano di sette città che poggiano sui fondali dei laghi. L’habitat delle Azzorre è molto simile a quello descritto da Platone. Spostandoci sulle Canarie, e da qui in Marocco, si scopre che la catena montuosa che si affacciava sul continente atlantideo si chiamava Atlante, nome del dio che regge il Cielo e padre delle sette Pleiadi e dai messaggi extraterrestri è noto che in Atlantide era molto diffusa la genetica portata sulla Terra proprio dalle Pleiadi. Frattanto i Berberi, gli abitanti originari del nord Africa, tramandano il racconto dell’isola sull’oceano chiamata Atarantes, la stessa che i Babilonesi chiamavano Arallu, i Fenici Antilla e gli abitanti dell’antica India Attala.

Quando invece gli europei arrivarono in Brasile, all’isola di Ilhabela, credettero di aver scoperto la leggendaria Hy-Brasil di cui parlavano i Celti: qui vivono tuttora gruppi etnici dagli occhi azzurri, segno che molto probabilmente anche in quest’isola hanno trovato rifugio coloro che sono riusciti a scappare da Atlantide. Nel golfo del Messico si trova la penisola dello Yucatan, la terra dei Maya e anche qui troviamo un antico porto di forma circolare, oltre ad altre strutture ad anelli concentrici. Per i popoli precolombiani l’arrivo dei Conquistadores bianchi segnò il compimento di un’antica profezia, secondo la quale il loro Dio barbuto dalla pelle bianca, chiamato Kukuklan, sarebbe tornato nella sua dimora originaria, situata nell’Oceano Atlantico. Il mito di Kukuklan si riferisce a Gesù Cristo, che visitò vari gruppi sacerdotali e di iniziati in tutto il mondo: Gesù viaggiava a bordo di nubi luminose, ossia di astronavi (vi sono testimonianze, ad esempio, in Tibet e in Nepal). Anche gli Incas erano a conoscenza di un Dio barbuto dalla pelle bianca: essi lo chiamavano Viracocha e sostenevano che provenisse dall’oceano, che viaggiasse nell’aria o per mezzo di un vascello senza remi e che i suoi figli avessero fondato la civiltà precolombiana.



La storia di Atlantide
I Maya come gli Aztechi si sono dichiarati discendenti di un’antichissima civiltà dell’Oceano Atlantico, distrutta da un cataclisma, chiamata Aztlan e con province nella zona caraibica (sono state ritrovate strutture megalitiche sommerse al largo di Cuba e nelle acque a sud della Florida), mentre gli Olmechi, un altro antichissimo popolo delle Americhe, definiva quell’antichissima civiltà con il nome di Atlaintika (molto simile a quello basco). Altro luogo interessante è Poverty-Point, in Louisiana, dove sono presenti strutture megalitiche del periodo post-diluviano di forma circolare e con anelli concentrici, torna quindi ancora la tecnica atlantidea: la Lousiana, non a caso, si affaccia sul Golfo del Messico, quindi sul Mar dei Caraibi e sull’Oceano Atlantico, proprio le zone governate dall’impero atlantideo.

Grazie alle migrazioni, la Razza rossa si unisce a quella nera e dà vita ai Lemuri (la Razza dalla pelle color rame), i quali incontrano la Razza bianca, proveniente dal Nord: dalla loro unione nasce l’Atlantideo, con fisico robusto, alto e di spiccata intelligenza. Il primo periodo di Atlantide durò migliaia e migliaia di anni: fu un periodo in cui la scienza, le arti e il commercio ebbero uno sviluppo fiorente. Con il passare del tempo, il popolo di Atlantide controllò sempre più gli elementi della natura, aveva quasi raggiunto l’integrazione cosmica, tuttavia si inorgoglì e ciò favorì la corruzione di questa civiltà, a partire dalle classi sacerdotali. Numerose inondazioni ridussero il continente atlantideo a poche isole sparse qua e là nell’attuale Oceano Atlantico: molti morirono, mentre altri riuscirono a fuggire, soprattutto verso l’attuale Egitto. Altri ancora, invece, furono portati in altre zone del pianeta dai Maestri.

Verso la conclusione della conferenza Marco ci apre un’importante parentesi iniziatica: nel Tempio di Poseidonia (la capitale di Atlantide) tra gli Iniziati ai Sacri Misteri spiccavano tre personaggi, che nel corso della Storia si sono reincarnati più volte per portare avanti la loro grande Opera. I tre in Atlantide erano conosciuti con il nome di Hori, Bharat e Nibir-Arat-Ra, oggi invece, rispettivamente, come Gesù, Giovanni Apostolo Evangelista (il Consolatore) e Giovanni Battista: i due Giovanni sono rinati nel mondo e insieme ai loro discepoli e Fratelli Spirituali portano a compimento il Programma Divino di Salvezza. Non solo le inondazioni contribuirono alla distruzione di Atlantide, ma anche la caduta sul continente della Luna Nibiru.

https://www.nibiru2012.it/sulle-tracce-di-atlantide-nuove-ricerche/

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