L’insediamento vichingo più antico d’Islanda?



Le tracce di una grande casa lunga dell’800 d.C. circa sono state scoperte nell’Islanda orientale, sotto i resti di un edificio vichingo più recente. Secondo la tradizione, i Vichinghi in fuga da re Harald I di Norvegia arrivarono per la prima volta sull’isola nell’874 d.C. La casa lunga potrebbe essere stato un accampamento per la caccia di balene, foche e uccelli, usato solo in estate, decenni prima dell’inizio dell’insediamento permanente.



La casa lunga più ricca

Il sito di Stöð ospita due case lunghe (longhouse) costruite una sopra le rovine dell’altra. Entrambe si trovano sotto uno strato di tefra vulcanica che cadde tra l’869 e l’873 d.C. Risalgono dunque a prima dell’874 quando, secondo le Saghe degli Islandesi (Íslendingasögur) e il Libro dell’Insediamento (Landnámabók) – due fonti medievali sulla colonizzazione dell’Islanda – i primi Vichinghi guidati da Ingólfur Arnarson si stanziarono sull’isola. Le prove archeologiche sembravano confermare questi documenti, tuttavia le ultime indagini suggeriscono una presenza umana decenni prima dell’insediamento permanente. L’edificio più recente risalirebbe all’860-870 d.C. ed è lungo ben 31,4 metri. Per fare un paragone, quelle scavate a Reykjavík misurano 20 metri. «È la casa più ricca mai scavata in Islanda», ha dichiarato Bjarni Einarsson, l’archeologo che dal 2015 è responsabile dello scavo. «Abbiamo trovato 92 perline e 29 oggetti d’argento, tra cui monete romane e mediorientali, anelli e un piccolo frammento d’oro. È difficile non concludere che fosse l’abitazione di un capotribù».

Il sito più antico

L’edificio più antico è ancora più grande: 40 metri di lunghezza, e conteneva addirittura una fucina per lavorare i metalli. Il radiocarbonio e altre analisi la hanno datata a poco dopo l’800 d.C. Einarsson ritiene che tali insediamenti fossero degli accampamenti stagionali per la caccia e la pesca, e non insediamenti permanenti. «Era una cosa comune in Scandinavia», dice. I capi locali inviavano squadre di lavoratori per costruire gli accampamenti in remote aree disabitate: «Producevano beni in estate e li portavano a casa in autunno, insieme alle informazioni con cui decidere se insediarsi permanentemente in quelle nuove terre». Il sito di Stöð si trova presso il fiordo di Stöðvarfjörður, nell’Islanda orientale. Non vi erano trichechi, ma era una posizione favorevole alla pesca e alla caccia di uccelli marini e foche, nonché alla produzione di olio dal grasso di balena e ferro di torba. È noto infatti che gran parte del ferro di epoca vichinga provenisse dalle torbiere.

Espansione vichinga

Gli archeologi hanno trovato diversi siti in Islanda precedenti all’anno 874. «Il sito di Aðalstræti nel centro di Reykjavík è uno di questi. Un altro è Vogur ad Hafnir», dice Einarsson. Gli accampamenti erano fondamentali perché producevano risorse preziose che finanziavano ulteriori esplorazioni e insediamenti. La risorsa più preziosa era l’avorio di tricheco, molto richiesto nell’Europa del IX secolo; una sola zanna valeva il salario annuale di un bracciante agricolo. L’anno scorso, uno studio ha scoperto che le zanne di tricheco rinvenute in Islanda appartenevano a una sottospecie sconosciuta del tricheco atlantico, estintasi poco dopo l’arrivo dei coloni. I siti di caccia stagionali erano una delle caratteristiche principali dell’espansione dei Vichinghi verso l’Atlantico. Spiega Einarsson: «L’insediamento vichingo in Canada, presso L’Anse aux Meadows, era un accampamento di questo tipo, molto simile a quello di Stöð, gestito da capi islandesi o groenlandesi. L’ultima ricerca mostra che fu operativo per 150 anni prima di essere abbandonato».





https://ilfattostorico.com/2020/08/03/linsediamento-vichingo-piu-antico-dislanda/
https://www.icelandreview.com/culture/viking-age-excavation-could-rewrite-the-story-of-icelands-settlement/
https://icelandmag.is/article/new-archaeological-research-forces-historians-reconsider-story-icelands-settlement

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