Perché le cose bagnate le sentiamo bagnate?



A prima vista, è una domanda assolutamente stupida: perché quando tocchiamo qualcosa di bagnato ci accorgiamo che è bagnato? Ma perché è bagnato, ovviamente. Ad una riflessione più attenta, però, la risposta non è così banale: sulla pelle abbiamo recettori per il calore, per la pressione, ma non per il bagnato. E quindi come ci accorgiamo che qualcosa è bagnato?

Gli scienziati ritengono che il bagnato venga percepito indirettamente, da una somma di “indizi” raccolti tramite gli altri recettori, come ad esempio la variazione di temperatura e l’interazione del liquido con la texture della pelle. Ma come funziona esattamente questo meccanismo?

Un gruppo di ricercatori inglesi ha cercato di approfondire la questione, per creare un modello neuro-fisiologico della percezione del bagnato, analizzando gli effetti della combinazione temperatura-tatto, e per cercare di capire se si tratti di una elaborazione effettuata dal cervello oppure direttamente dai recettori a livello locale.

I ricercatori hanno sottoposto un gruppo di volontari ad una serie di test, in cui veniva bagnato loro l’avambraccio (senza che loro vedessero) da acqua a diverse temperature, e poi bagnandoli dopo averli sottoposti ad anestetico (che limitasse, alternativamente, la percezione della temperatura o del tatto).

Dagli esperimenti è emerso che i soggetti percepivano i liquidi freddi “più bagnati” di quelli caldi o a temperatura ambiente, nonostante il contenuto di umidità fosse assolutamente lo stesso.

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