
I forti temporali che si sono sviluppati lungo la costa tunisina hanno prodotto anche violente grandinate che hanno provocato danni e persino feriti fra la popolazione. L’irrompere della “dry line” lungo l’Atlante e la Tunisia ha innescato le situazioni ideali per la rapida formazione di sistemi temporaleschi a multicella, carichi di rovesci di pioggia e fenomeni grandinigeni.
La grande esplosività di questi sistemi temporaleschi a mesoscala, che si sviluppano lungo il settore pre-frontale, è da ascrivere al fortissimo “gradiente igrometrico” che si è venuto a creare in loco, fra l’aria molto calda e umida, stagnante al suolo da diversi giorni, e l’aria più fredda e secca che è sopraggiunta alle quote superiori della troposfera, dopo essersi inserita all’interno della circolazione depressionaria isolata nel sud del bassopiano della Siberia occidentale. Generalmente, come avviene sovente in queste situazioni di forte instabilità convettiva, questa combinazione, fra aria fredda e secca in quota, e aria calda e umida nei bassi strati, è ideale per le forti grandinate, che a volte possono divenire veramente estreme, tanto da causare danni ingentissimi e il decesso delle persone che non riescono a mettersi al riparo dalle precipitazioni meteorica.

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