La "Funzione Finanziaria" degli dei mesopotamici...

A volte si usano i termini mercato, economia e finanza come se fossero sinonimi, in effetti sono tutti e tre termini economici, ma hanno delle accezioni diverse. Se volessimo spiegare in una frase le diverse accezioni, forse questa frase suonerebbe pressappoco così:

“Quando usi i tuoi soldi fai Mercato,
 quando osservi come si usano fai Economia,
 e quando usi quelli degli altri fai Finanza.”
Possiamo affermare che il concetto di Mercato nasce insieme alle prime attività di commercio in epoca primordiale nella storia dell’uomo. Per quanto riguarda l’Economia, quella intesa come sistema di interconnessioni e transazioni tra soggetti economici nella sua interezza, comincia ad assumere i caratteri di una scienza sociale solo nella modernità, si pensi che lo stesso Adam Smith, il padre dell’economia classica, esordisce nel ‘700, epoca di Mercantilisti, come filosofo prima ancora che economista.
La Finanza che è protagonista dei nostri tempi in modo direttamente o indirettamente permeante non è, come si può pensare, un’invenzione dei nostri tempi.

Vi riporto qui di seguito un estratto di “I grandi imperi orientali: i Sumeri” (M. C. Garcia e J. Santacana,  Fenice 2000, Milano)

“La complessità delle relazioni mercantili obbligò la società sumera a creare un sistema creditizio. I tankaru, o grandi mercanti, cominciarono a fare crediti ai piccoli mercanti. Di quei primitivi “banchieri” di tante città conosciamo persino il nome e grazie ai testi legali sappiamo come i monarchi tentassero di limitare i profitti dei tankaru, obiettivo abbastanza difficile dati gli scarsi meccanismi di controllo di cui disponeva allora lo Stato.”
Da cui si evince l'eterna posizione di sudditanza tra "banca" (finanza = potere invisibile) e "stato" (monarca, governo = potere visibile)
Dal testo sopra emerge che l’attività di trasferimento di capitali è strettamente connessa e, se vogliamo, necessaria per gli scambi commerciali. L’altra stretta connessione che viene evidenziata è che così come nella finanza attuale il passo è breve a realizzarsi una situazione di disparità di profitti e squilibrio di posizioni tra i vari soggetti.
Le transazioni economiche sembrano essere dotate di un evoluto livello di strutturazione:

Ci si potrebbe chiedere chi garantiva l’adempimento dei contratti. In primo luogo, se un contratto regolava una transazione commerciale tra due sudditi di una stessa città, alla sua esecuzione sovrintendevano le leggi e i tribunali cittadini. In tal maniera era il re che, in ultima analisi, garantiva il commercio.
Tuttavia, quando la  transazione si effettuava tra mercanti di città diverse, soggette a leggi differenti, l’unica forma per stabilire una garanzia era quella di sottoscrivere il contratto al cospetto degli dèi. In questo caso i sacerdoti, in quanto intermediari della divinità, ricevevano in deposito i mezzi di pagamento e il tesoro del tempio, sotto la tutela del dio, agiva come una “banca” per garantire il perfezionamento del contratto.

Questa peculiare funzione delle divinità sumere spiega perché le colonie di commercianti che si insediavano in terre lontane cercavano di porsi sotto la protezione di un dio venerato dagli abitanti di quel paese. Era infatti necessario che entrambe le parti contraenti confidassero nella protezione della medesima divinità.
Rinveniamo nel testo addirittura delle originarie forme di regolamento (settlement) e di vigilanza sui mercati. E mentre oggi possiamo trovare temibili gli incalzanti ispettori di Banca d’Italia (per le società regolate) nell’antichità c’era l’ancora più temibile possibilità di ritrovarsi ad avere una controversia con un’entità sovrannaturale!
Addirittura, se il pensiero comune è quello di considerare i contratti derivati come una macchinazione complottista fatta da pochi eletti contro il resto dell’umanità viene smentito dalle tavolette puntellate di scritti cuneiformi. Qui di seguito, un’estratto di un articolo de “La Stampa”:

“Sulla tavoletta c’è scritto che un sumero vende ad un altro sumero un terreno, e stabilisce il prezzo (in argento, il particolare come vedremo non è irrilevante) vincolando poi alla bontà del raccolto un ulteriore guadagno, o in alternativa una perdita. La tavoletta è insomma un contratto, in cui i due sumeri scommettono su una plusvalenza che potrà (o non potrà) accadere in futuro: un prodromo dei future.”
Nonostante queste origini antichissimi e quasi necessarie, un tema ricorrente è l’aura di negatività che circonda il concetto di finanza. Ma allora la finanza è positiva o negativa? La risposta non verte né verso la prima opzione né verso l’altra: la finanza è uno strumento e in quanto tale non ha accezioni se non in relazione al suo utilizzo.
Pensiamo per un attimo al concetto di Coltello. Secondo la stessa logica saremmo portati a chiederci se il Coltello sia positivo o negativo. Se considerassimo ai miliardi di tagli che ogni giorno avvengono nel mondo all’ora del pasto, il Coltello sarebbe un qualcosa di positivo, ma se pensiamo agli eventi delittuosi il Coltello assumerebbe una connotazione negativa. Ma noi sappiamo dal precendente post che solo l’individuo agisce e quindi è l’azione umana che è positiva o negativa.
La circolazione dei capitali in modo traslato rispetto a quella dei beni ha i suoi grandi aspetti positivi e di contro negativi.

La Finanza ha il grande merito di velocizzare/”oliare”/efficientare il sistema economico favorendo l’allocazione delle risorse tra soggetti che non ne stanno disponendo in favore di chi ha volontà/necessità di disporne. Il beneficio diffuso che la finanza offre è quello di favorire l’attività umana e permetterle di raggiungere livelli più alti in un tempo inferiore rispetto alla sua assenza.
E se pensate che questo sia cosa da poco, pensate a quello che può essere poter ottenere un determinato progresso sociale o tecnico all’interno di una generazione piuttosto che in due, significa che un uomo può lavorare per migliorare la propria condizione invece che quella successiva (e ne cambia a livello di motivazioni, che ne pensate?).
Comunque per completezza c’è da considerare che l’ipotesi sottostante a questa traslazione si basa sulla concezione che ci siano soggetti che abbiano migliori capacità di gestione delle risorse rispetto ad altri.

Una cosa che rende potenti le transazioni finanziarie è la caratteristica di ineffabilità che assumono.
Sono difficili da vedere, sono difficili da capire. Ancora di più se passano per canali cosiddetti OTC (over the counter), ovvero mediante operazioni fuori dai mercati regolamentati.
Quello rappresentato sotto è rispettivamente:

– 1 dollaro
– 10mila dollari
– 100 milioni di dollari (1 bancale)
– 1 miliardo di dollari  (10 bancali)
– 1 trilione di dollari (il palazzo alto)
Prendendo in esame il bancale di cui sopra, questo corrisponde a 365 giorni di lavoro di 3500 americani con un salario medio*.
Un bancale = 3500 persone che lavorano per un anno
Una banca di medio-grandi dimensioni come quella presa in esame qui sotto (Bank of New York Mellon) ha un’esposizione in derivati pari a 1,375 trilioni di dollari.
Con un rapido calcolo corrisponderebbe al lavoro di 48mila miliardi di americani medi per un anno intero. Visto che la popolazione mondiale si aggira sui 7 miliardi di persone, se tutti guadagnassero come se fossero americani (e sono ben pochi) l’esposizione di questa banca corrisponderebbe al lavoro di circa 5 anni dell’intera popolazione mondiale.
Quanto detto si riferisce a una sola banca e addirittura non tra le più grandi. L’esposizione totale delle 9 più grandi banche americane (al 31 dicembre 2011) è pari alla cifra di 228,72 trilioni di dollari. Vi lascio la sorpresa di guardare a cosa corrisponde rimandandovi al sito originale demonocracy .
Ripetendo il calcolo di cui sopra corrisponderebbe al lavoro di circa 800 mila miliardi di americani medi per un anno intero. Essendo un pò difficili da trovare corrisponderebbe al lavoro di tutta la popolazione mondiale (stipendiata come fosse americana) per 114 anni.
Che dire? buon lavoro a tutti!


Mondo Tempo Reale

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Mondo Tempo Reale è il blog che dal 2010 vi racconta le notizie più incredibili, strane, curiose e divertenti: fatti imbarazzanti, ladri imbranati, prodotti assurdi, ricerche scientifiche decisamente insolite.
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