Un moscone sulla scena del crimine



Gli escrementi delle mosche possono essere scambiati per spruzzi di sangue e trasportano il DNA umano da un luogo all'altro. Sono in grado di contaminare le prove?

La specie Lucilia cuprina non si limita a nutrirsi di nettare, bensì predilige un certo fluido corporeo umano. No, non è il sangue. Fotografia CSIRO, Wikimedia Commons CC by 3.0

State per leggere di quello che potrebbe essere uno degli esperimenti scientifici più disgustosi di sempre, ma anche tra i più interessanti. Riguarda la predilezione di una certa famiglia di ditteri, le mosche calliforidi, nei confronti dei fluidi corporei umani.

I mosconi della carne, nel caso non li conosceste, sono gli insetti della morte. Come è facile notare di fronte alla carcassa di un animale, queste grosse mosche lucide hanno la straordinaria abilità di apparire praticamente dal nulla nel giro di pochi istanti, appena è stato versato del sangue o si sente nell’aria anche un minimo odore di putrefazione.

Sulle scene del crimine più sanguinose non è raro vedere un gran numero di questi mosconi che ronza. Per questo motivo Annalisa Durdle, esperta di scienze forensi, si è domandata: con così tante mosche impegnate a fare quello che fanno le mosche, svolazzando in giro e abbandonando i loro escrementi, è possibile che la scena del crimine venga contaminata?

“Sorprendentemente, la cacca di mosca somiglia molto agli spruzzi di sangue”, spiega Durdle, che ha studiato scienze forensi alla La Trobe University di Melbourne, in Australia. “A quanto pare, è possibile ottenere dei profili completi di DNA umano da un singolo campione di escrementi di mosca. In generale tendo a parlare di cacca e non di vomito, perché ho avuto modo di vedere che le mosche tendono a nutrirsi del proprio vomito. Spesso quello che rimane è solo la cacca, ma capita che si mangino anche quella!”. I mosconi della carne, insomma, sono piuttosto disgustosi.

Ma sono in grado di incriminare un innocente? Per scoprirlo, Durdle doveva individuare che cosa mangiano di preciso quando svolazzano su una scena del crimine. Così ha impostato l’esperimento. Il suo gruppo di ricerca australiano ha preparato un buffet per i mosconi (la specie Lucilia cuprina) a base di una varietà di fluidi corporei raccolti da volontari. Sangue, saliva e sperma messi a disposizione insieme ad altri tipici snack che una mosca potrebbe trovare nella casa della vittima: cibo per animali, tonno in scatola e persino miele.

Molti saranno convinti che ad attirare maggiormente le mosche sia il miele, ma non è così. Se vuoi procurartene un bel po', a quanto pare devi usare lo sperma. “È praticamente il crack del mondo delle mosche”, spiega Durdle. “I mosconi se ne ingozzano e li ubriaca. Cominciano a inciampare, in parte paralizzati, ne ho addirittura visto uno sedersi dopo aver desistito dal tentativo di pulirsi come si deve. Continuano a mangiare fino a quando li uccide. Se non altro muoiono felici!”.

Ai mosconi piace anche il cibo per animali, mentre il sangue non li soddisfa molto e la saliva decisamente non li interessa. Forse preferiscono lo sperma per l’elevato contenuto proteico. Ci sono oltre 200 proteine, a livelli molto più elevati rispetto a quelli del sangue. Ma nello sperma abbonda anche un’altra cosa: il DNA.

Durdle ha esaminato gli escrementi delle mosche dopo vari pasti. “Se si erano nutrite di sperma o di una combinazione che lo comprendeva, potevi quasi sempre ricavarne un profilo di DNA umano completo. Con il sangue si scendeva a un terzo delle volte, mentre con la saliva non succedeva mai. Un altro aspetto interessante è stato scoprire che i mosconi tendono a preferire il sangue e lo sperma secchi a quelli freschi”, continua la ricercatrice. “Potrebbe essere un elemento importante, perché significa che possono continuare a causare problemi su una scena del crimine anche molto tempo dopo che il materiale biologico si è asciugato”.

Quanto è serio il problema? “È una questione di probabilità”, risponde Durdle, “può succedere che un moscone si nutra dello sperma di un qualche povero malcapitato, che non ha fatto niente di male, per poi volare su una scena del crimine e farci i suoi escrementi. Con il rischio di incriminarlo”. Un’altra possibilità è che un investigatore forense esamini un campione di cacca di mosca pensando sia sangue, spiega Durdle, trovandovi un DNA che non corrisponde a quello della vittima.

Eppure una mosca può anche rivelarsi utile nella lotta al crimine. Se si nutre dei fluidi corporei di una scena del crimine per poi cambiare stanza e defecarvi, potrebbe riuscire a salvare un campione di DNA dalle pulizie del colpevole che cerca di eliminare le prove sul luogo del delitto.

Ma le mosche non sono l’unico problema nel lavoro con i campioni di DNA, come spiegava su Nature nel 2015 l’esperta di scienza forense Cynthia Cale. La tecnologia sfruttata nei laboratori forensi è diventata sempre più sofisticata, ma di pari passo è aumentato il rischio di individuare anche i più microscopici frammenti di DNA, che potrebbero essere arrivati sulla scena del crimine dopo il suo effettivo svolgimento.

Nella pubblicazione, Cale ha dimostrato che una persona può trasferire il DNA di un’altra sul manico di un coltello dopo averla tenuta per mano per un paio di minuti. Nei prossimi studi cercherà di capire se anche un contatto più breve potrebbe essere sufficiente.

La ricerca sugli escrementi di mosca è interessante, aggiunge Cale. È più probabile che i mosconi della carne spostino il DNA all’interno della scena del crimine rispetto a portarvelo dall’esterno, ma sarebbe comunque sufficiente a confondere la ricostruzione dei fatti. “Se un avvocato difensore si servisse di questo elemento per instillare il dubbio nel giudice, le conseguenze potrebbero essere gravi”.

http://www.nationalgeographic.it/

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Mondo Tempo Reale è il blog che dal 2010 vi racconta le notizie più incredibili, strane, curiose e divertenti: fatti imbarazzanti, ladri imbranati, prodotti assurdi, ricerche scientifiche decisamente insolite.
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