La misteriosa grotta di Blombos e le precoci capacità cognitive dell’uomo



Il cammino evolutivo umano è meno lineare di quanto si sia creduto fino ad oggi. Numerose scoperte da parte di paleontologi e archeologi costringono gli evoluzionisti a rivedere alcune delle tappe che, secondo la teoria, hanno portato allo sviluppo della nostra specie.

Alcune interessanti scoperte sono state effettuate nella Caverna di Blombos, un sito preistorico situato a Cape Agulhas, in Sud Africa, a circa 300 chilometri a est di Città del Capo.
Si tratta di una cavità scavata in una scogliera calcarea che affaccia sull’Oceano Indiano.
Secondo i ricercatori, i nuovi reperti rinvenuti nella caverna gettano nuova luce sulla complessa evoluzione delle capacità cognitive della nostra specie, avvenute, a quanto pare, molto tempo prima di quanto finora teorizzato.
La grotta di Blombos è stata frequentata dagli uomini dell’età della pietra per circa 140 mila anni, in modo discontinuo. La caverna divenne famosa quando nel 1993, il dottor Christopher Henshilwood, del South African Museum, vi scoprì alcuni manufatti in pietra, quali punte simmetriche di lancia, collocabili a circa 20 mila anni fa. Ulteriori scavi successivi, hanno portato alla luce alcuni reperti che hanno stupito i ricercatori.
All’interno della cavità, Henshilwood e il suo team hanno rivenuto alcune conchiglie usate come contenitori per miscelare un colore a base di ocra, databili a circa 100 mila anni fa! Nelle conchiglie è stata trovata una patina di polvere rossa brillante, resti essiccati di una miscela colorata realizzata mescolando ocra rossa, ossa di foca polverizzate, carbone, frammenti di quarzite e un liquido, forse acqua.
Insieme alle conchiglie, i ricercatori hanno trovato anche delle macine, resti di un focolare e delle ossa di animali, probabilmente utilizzate per raccogliere il colore dal contenitore. Secondo quanto scrivono gli autori dell’articolo comparso su Science, la scoperta costringe a rivedere alcune convinzioni espresse nella teoria sull’evoluzione delle capacità cognitive dell’Homo Sapiens.
In primo luogo, i reperti della Caverna di Blombos mostrano che l’uomo era già in grado di un pensiero astratto che gli permettesse di decorare gli oggetti e il suo corpo. Se questa interpretazione offerta dallo studio è corretta, bisognerà prendere atto che i nostri antenati di 100 mila anni fa erano già in possesso di capacità cognitive complesse come la nostra.
“Questa scoperta rappresenta un importante punto di riferimento per l’evoluzione delle capacità cognitive dell’uomo”, spiega Henshilwood. Secondo le attuali teorie, questa capacità non si sarebbero dovute manifestare per altri 40 mila anni.
Ma la meraviglia è stata a scoperta che gli uomini preistorici della Caverna di Blombos erano in possesso di rudimentali conoscenze di chimica. “Sembra sapessero quanto le ossa di foca siano ricche di olio e grasso, componenti fondamentali per ottenere una sostanza simile alle tempere ad olio”, continua Henshilwood. “Sapevano anche che dovevano aggiungere carbone per stabilizzare la miscela”.
Gli ingredienti utilizzati erano pochi, ma tutti avevano una precisa funzione e necessitavano di una precisa lavorazione. Questi ritrovamenti mostrano che l’uomo era già in possesso di avanzate capacità concettuali, grazie alle quali poteva elaborare la combinazione degli ingredienti, la conservazione e l’utilizzo artistico delle miscele: una vera e propria pianificazione a lungo termine.
“In una delle conchiglie”, afferma Henshilwood, “è stata ritrovato un frammento di goethite, un minerale giallastro forse aggiunto per modificare il colore finale”. Come spiega, infine, lo stesso ricercatore, prima di questa scoperta, il più antico laboratorio artistico conosciuto risaliva a circa 60 mila anni fa.
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