La volpe giardiniera


Sui tetti delle tane delle volpi artiche cresce una vegetazione lussureggiante che diventa una fonte di cibo per molti animali della tundra e ne arricchisce la biodiversità

Sui tetti delle dimore sotterranee, spesso vecchie di un secolo, ci sono lussureggianti giardini di erba delle dune, piccole salicacee e fiori selvatici gialli. Uno sprazzo di colore in un paesaggio grigio. “Sono di un verde brillante, mentre intorno è tutto marrone”, dice Brian Person, biologo esperto in fauna selvatica alla North Slope Borough di Barrow, in Alaska. “È difficile non notarle”.

Parla delle tane delle volpi artiche.

Person ha trascorso gran parte dell’ultimo decennio a studiare i movimenti di questi carnivori attraverso l’Alaska settentrionale, dove coprono grandi distanze. Queste volpi pesano tra i tre e i cinque chilogrammi, si nutrono principalmente di lemming e altri piccoli animali e vivono lungo il Circolo Polare Artico, dall’Alaska e al Canada fino all'Europa e alla Groenlandia. Grazie ai radiocollari, Person ha seguito il viaggio di volpi che si sono spinte fino al mare del Ciukci, avanzando sulla banchisa fino a costeggiare la vicina Siberia.

Ma le volpi artiche si muovono troppo rapidamente per poterle seguire in tempo reale, quindi Person riceve la loro posizione dal GPS solo ogni tre giorni. Così, le loro tane colorate sono un'ulteriore indizio per monitorare la popolazione e studiare come vive nell’ambiente artico.

Osservati da un aereo, questi sprazzi di verde “mi permettono di stimare la densità delle volpi”, racconta l’esperto. “In pratica le volpi fertilizzano giardini: si può praticamente dire che li coltivano". È talmente netto il contrasto tra la desolazione della tundra e queste oasi di vegetazione che gli autori del primo studio scientifico sulle tane definiscono le volpi “ingegneri dell’ecosistema”. Il merito è degli scarti organici prodotti dalle volpi, che secondo le ricerche condotte nel 2014 vicino a Churchill, Manitoba, nei mesi estivi sostentano una quantità di biomassa vegetale tripla rispetto al resto della tundra.

Come cresce un giardino di volpe

Durante il lungo e buio inverno artico, la tundra si trasforma in un mondo opaco nel quale cielo e terra si fondono tra loro, in una sorta di foschia infinita. Con temperature che scendono al di sotto dei -10°C, le profondità del sottosuolo diventano l’unico luogo in cui una volpe può trovare riparo, per proteggere i piccoli dalla furia degli elementi e dai predatori.

Alcune delle tane hanno più di 100 anni, e le migliori si trovano in posizioni elevate: promontori, collinette, argini dei fiumi. Ma in un territorio così piatto, per di più coperto dal permafrost, la costruzione di una tana di prima qualità può richiedere anche molti anni. Scavarsi una casa nuova richiede molte energie preziose, perciò molte volpi riutilizzano le tane già pronte. A volte, in una strana forma di multiproprietà, si impossessano di quelle degli sciuridi.

Ogni cucciolata comprende tra gli otto e i dieci piccoli, con alcune che arrivano a 16, perciò le tane e i dintorni si riempiono di nutrienti: una combinazione di urina, feci e dei resti delle prede. Durante l’inverno le volpi non bevono acqua né mangiano ghiaccio e neve, che abbasserebbero la loro temperatura corporea. Prendono l’acqua dal cibo, il che aumenta la concentrazione di nutrienti nell’urina, rendendola più efficace [per fertilizzare].

Oasi nella tundra

Ma queste oasi nella tundra non hanno solo un valore estetico: servono anche a stimolare la crescita della vegetazione nell'ambiente artico, aumentando la varietà delle opzioni alimentari per i suoi abitanti, spiega Jim Roth della University of Manitoba, co-autore dello studio. L’elevata biodiversità delle specie vegetali garantisce agli erbivori un posto per nutrirsi durante l’estate, che dura poco. “Molte altre specie fanno visita alle tane”, aggiunge Roth, che studia le volpi artiche dal 1994. “I caribù e gli altri erbivori vengono attratti da questa vegetazione lussureggiante, mentre i saprofagi arrivano alla ricerca delle carcasse delle oche”.

Meraviglia invernale

I giardini delle volpi artiche sono sparsi in tutto l’Artico, dice Person, che non nasconde la sua ammirazione per questi animali e le loro abilità. Nei periodi più propizi, i canidi arrivano ad accumulare fino a 104 uova di oca delle nevi in un giorno, un ulteriore apporto di nutrienti per il territorio e per i saprofagi che ne approfittano.

Grazie al loro mantello isolante e al naso e alle orecchie minuti, che richiedono meno energia per scaldarsi, le volpi sono perfettamente adattate all’inverno, dice Person. Al punto che gli scienziati non sono riusciti a far provare loro freddo in condizioni di laboratorio, nemmeno portando la temperatura a -40°C. “Sono incredibilmente efficienti. Le ho viste correre e sembra quasi che non tocchino il terreno”. Gli orsi polari conquistano gran parte dell’attenzione in quanto predatori apicali nell’Artide, ma un animaletto estremamente più piccolo potrebbe essere, in proporzione, la creatura più impressionante.

di Adam Popescu www.nationalgeographic.it

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