10 fatti curiosi sul senso dell'orientamento



(Dis)orientati si nasce o si diventa? Perché le donne hanno difficoltà con le mappe, ma trovano subito le chiavi di casa? Si può allenare la nostra bussola interna? Le nostre capacità spaziali, in 10 punti.

Alcune persone riuscirebbero a ritrovare la strada di casa anche se portate, bendate, dall'altra parte del mondo. Altre riescono a perdersi persino nel proprio quartiere: che cosa determina il senso dell'orientamento? Perché gli uomini sembrano averne più delle donne? Ci sono popoli più orientati di altri? Dieci fatti curiosi sul nostro personalissimo Gps naturale.

1. DA CHE COSA DIPENDE? La nostra capacità di orientarci si basa sull'interazione tra due tipi principali di cellule nervose. I primi, i neuroni di posizione (place cell), rispondono alla domanda: "dove mi trovo?". La loro attività è direttamente collegata alla posizione che il corpo occupa nello spazio, e si attivano con maggiore frequenza quando si riconosce di essere in un punto specifico.

Le seconde rispondono alla domanda: "dove sto andando?" e sono i cosiddetti neuroni a griglia (grid cell). Formano una sorta di rete a esagoni insieme alle cellule di posizione: ciascun neurone ne controlla una porzione, e scarica (cioè "si accende") quando ci muoviamo nello spazio corrispondente. La scoperta del funzionamento del nostro Gps interno è stata premiata con il Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 2014.

2. È INNATO... Le basi dell'orientamento spaziale sarebbero già presenti nei primi giorni di vita. Almeno nei ratti, come dimostrano due studi pubblicati nel 2010. Ancora prima che i roditori aprano gli occhi ed esplorino l'esterno della tana, le cellule che controllano l'orientamento della loro testa funzionano già come negli adulti.

I neuroni di posizione e quelli a griglia si sviluppano e iniziano a interagire entro il primo mese di vita, ed è la loro interazione che determina l'abilità più o meno spiccata nell'orientarsi. Poiché l'ippocampo umano non è molto diverso da quello dei ratti, si può ipotizzare che qualcosa di simile valga anche per l'uomo.

3. MA IN PARTE SI PUÒ ALLENARE. Eleanor Maguire, neuroscienziata dell'University College London, ha scoperto che i tassisti londinesi hanno più materia grigia nella regione posteriore dell'ippocampo, deputata ai compiti di navigazione, rispetto ai "non-tassisti" della stessa età e condizione culturale.

Questa differenza diverrebbe tanto più marcata quanti sono gli anni di servizio, e dipenderebbe dal durissimo training che i cab divers devono affrontare: 3-4 anni di vagabondaggi tra le 25 mila vie del centro città in motorino, subissati di test che solo il 50% dei candidati riesce a superare.

Il proverbiale senso dell'orientamento dei tassisti londinesi è stato oggetto di studi scientifici. | LUKE MACGREGOR/REUTERS
4. È DAVVERO MIGLIORE NEGLI UOMINI... Non è un pregiudizio di genere: gli uomini se la cavano davvero meglio nei compiti spaziali. In media sono più abili nell'immaginare la rotazione di figure tridimensionali e nel fare affidamento su quelle immagini per trovare la direzione. E mentre le donne si affidano a una "rotta" prestabilita per raggiungere la meta ("dopo l'edicola gira a sinistra, poi dritto fino al semaforo, poi a destra...), gli uomini contano piuttosto sui punti cardinali, che individuano con maggiore facilità: una strategia più flessibile perché meno dipendente dal punto di partenza.

5. ... TRANNE CHE TRA LE MURA DOMESTICHE. Le donne ottengono migliori punteggi nei compiti che invitano a "trovare la differenza" - riescono cioè a capire più facilmente se un oggetto è stato spostato dalla sua posizione originaria e dove è stato messo. È un classico della vita di coppia: lei trova subito le chiavi di casa, lui è più bravo nel trovare la strada di casa. La differenza non è ancora del tutto chiara, ma potrebbe avere origini evolutive: nel passato, alle donne spettava il compito più stanziale di raccoglitrici, e agli uomini quello più dinamico di cacciatori.

6. POTREBBE ESSERE LEGATO AGLI ORMONI SESSUALI. Uno studio della Norwegian University of Science and Technology (NTNU) ha dimostrato che le donne, dopo aver ricevuto piccole dosi di testosterone (l'ormone sessuale maschile) sotto la lingua, sono più brave a riconoscere la forma di un labirinto virtuale, e sfruttano maggiormente l'ippocampo per orientarsi: questa regione cerebrale, in genere più sfruttata dagli uomini durante gli spostamenti, si affida maggiormente alle direzioni cardinali (più che ai singoli punti di riferimento spaziali).

Poiché la perdita dell'orientamento è tipica della malattia di Alzheimer, due volte più frequente tra le donne, potrebbe esserci qualche fattore di rischio legato agli ormoni sessuali.

Le donne tendono a orientarsi seguendo rotte costellate di punti di riferimento. Gli uomini preferiscono affidarsi a direzioni e punti cardinali. | IRIS KUERSCHNER/LAIF
7. È UNA "SPECIALITÀ" FINLANDESE. Le popolazioni del Nord Europa - in particolare i finlandesi, seguiti da svedesi, norvegesi e danesi - hanno dimostrato un migliore senso dell'orientamento in un gioco per cellulari sviluppato dall'University College London come strumento per la diagnosi precoce dell'Alzheimer. Il test è stato condotto su 2,4 milioni di volontari di 193 diversi paesi, tutti sani. Le popolazioni nordiche potrebbero essere avvantaggiate dall'eredità genetica dei navigatori vichinghi, o dal fatto che trascorrono più tempo all'aria aperta.

8. PUÒ MANCARE DEL TUTTO. Lo sa bene chi soffre di disorientamento topografico (Developmental topographical disorientation, DTD), un raro disturbo che porta letteralmente a perdersi dentro casa, e che rende estremamente difficile memorizzare anche i percorsi che si compiono più di frequente. Chi è affetto da questa condizione neurologica, che colpisce l'1-2% della popolazione, non riesce a creare mappe coerenti dei percorsi da compiere, forse a causa di una non sincronia tra ippocampo e corteccia prefrontale, le regioni che dovrebbero aiutarci a trovare la strada.

9. STA PEGGIORANDO A CAUSA DEL GPS. L'abitudine a seguire pedissequamente le istruzioni del navigatore o delle mappe di Google ci rende più inclini a ignorare i punti di riferimento circostanti, lasciandoci con mappe mentali meno dettagliate. Il risultato? Senza la voce guida, andiamo letteralmente nel panico (vedi anche: 10 modi in cui il tuo smartphone ti sta cambiando).

10. POSSIAMO TRASFORMARCI IN BUSSOLE UMANE. L'azienda Cyborg Nest ha ideato North Sense, un piccolo impianto in silicone (2,5 cm per lato) che si applica alla pelle come un piercing e vibra ogni volta che ci si allinea con il polo nord magnetico terrestre. Una sorta di bussola integrata, simile a quella usata da pipistrelli o piccioni per orientarsi.

http://www.focus.it/comportamento/psicologia/cose-che-forse-non-sai-sul-senso-dellorientamento

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Mondo Tempo Reale è il blog che dal 2010 vi racconta le notizie più incredibili, strane, curiose e divertenti: fatti imbarazzanti, ladri imbranati, prodotti assurdi, ricerche scientifiche decisamente insolite.
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