Barack Obama visita un carcere, è la prima volta per un presidente Usa. L'ultima sfida: riformare il sistema carcerario



Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, un presidente ha varcato la soglia di un carcere. Barack Obama ha visitato stamattina il penitenziario federale di El Reno, in Oklahoma, lanciando un messaggio forte e chiaro sulla necessità di riformare il sistema carcerario americano - uno dei più severi e costosi del mondo (2,2 milioni di detenuti per un costo di 80 miliardi l'anno, molto più di Cina e Russia).



Il sistema deve distinguere tra i giovani che commettono errori e quelli che costituiscono davvero un pericolo. Questo il cuore del discorso di Obama dal carcere di El Reno. Il presidente ha raccontato di aver incontrato alcuni giovani detenuti durante la visita: giovani che hanno fatto errori, non troppo diversi dagli errori che anche lui ha commesso in gioventù. Con la differenza però - ha sottolineato - che loro non hanno le risorse e il sostegno per "superare quegli errori". La visita di oggi imprime un'accelerazione agli sforzi di Obama per promuovere una riforma della giustizia penale. Il problema principale - il sovraffollamento delle carceri - è risolvibile secondo Obama riconsiderando le sentenze per i crimini minori legati alla droga, che andrebbero puniti con pene meno severe.

Gli Stati Uniti tengono dietro le sbarre più uomini e donne di 35 paesi europei messi insieme: un quarto della popolazione carceraria mondiale è concentrata nelle carceri americane mentre gli Usa rappresentano solo il 5% della popolazione mondiale. "Il tasso di carcerazione è quattro volte più alto di quello della Cina", ha denunciato il presidente. La prima causa di tali numeri è la durata delle pene. Secondo Human Rights Watch, le leggi adottate a partire dal 1980 per garantire "più severità contro la criminalità" hanno riempito le prigioni federali e statali di delinquenti in maggioranza non violenti.

Lo stesso Obama si è più volte espresso contro pene "sproporzionate rispetto ai reati", come nel caso dei piccoli trafficanti di droga che vengono condannati a lunghi anni di carcere. "In troppi casi, la punizione semplicemente non corrisponde al crimine - ha detto il presidente - se sei un piccolo trafficante di droga o se violi la libertà vigilata, tu devi pagare il tuo debito con la società, devi essere ritenuto responsabile e pagare una multa, non avere 20 anni, non devi passare la tua vita in carcere".

Nelle carceri americane sono detenuti quasi 71.000 minorenni e Obama ha anche denunciato spesso come gli afroamericani abbiano "maggiori probabilità di essere arrestati e di essere condannati a pene più pesanti rispetto ai bianchi per gli stessi reati". I neri e gli ispanici rappresentano infatti il 60% della popolazione carceraria, mentre sono solo il 30% della popolazione americana. Un nero su 35 e un ispanico su 88 sono in carcere, contro un bianco su 214, e un bambino nero su nove ha il padre in prigione, ha denunciato Obama.

L'incarcerazione di massa costa anche 80 miliardi di dollari l'anno, pari a un terzo del bilancio del ministero della giustizia, e ogni stato spende in media un miliardo di dollari l'anno per i centri detentivi. Questo non impedisce però che le condizioni di detenzione peggiorino: una ricerca condotta dalla Columbia University School of Journalism ha riferito della presenza di parassiti, di scantinati allagati, della mancanza di servizi sanitari in alcuni penitenziari dell'Illinois, di dormitori affollati, con persone detenute solo perché avevano guidato con la patente scaduta.

Proprio ieri anche l'ex presidente Bill Clinton ha parlato dell'argomento dei penitenziari, ammettendo le sue colpe: "ho firmato una legge che ha peggiorato il problema. E voglio ammetterlo", ha detto nel corso di un discorso a Philadelphia facendo riferimento alla legge del 1994. Il provvedimento da una parte aveva aumentato il numero di poliziotti (100.000 in più) e messo al bando le armi d'assalto; dall'altra aveva confermato pene molto lunghe per reati minori che hanno portato al sovraffollamento.

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