Non salvate il ligre

Bahier, un ligre (figlio di un leone e di una tigre) nato in uno zoo privato in Germania. Fotografia di Christian Charasius, Reuters.
Gli incroci tra leoni e tigri, o altre specie diverse di grandi felini, attirano il pubblico degli zoo. Ma non hanno alcun valore scientifico, spiegano gli esperti

Mai sentito parlare dei ligri? Sono animali nati dall'incrocio tra un leone maschio e una tigre femmina. Se accade il contrario - cioè un maschio di tigre si accoppia con una leonessa - abbiamo invece un tigone. Poi ci sono i leoponi, ibridi di leone e leopardo, e i giagupardi, incroci tra leopardi e giaguari.

Ibridi del genere non esistono in natura: leoni e tigri hanno areali diversi (se ne trovano insieme solo nella foresta di Gir, in India, dove però non risultano esistere ligri o tigoni), e più in generale i felini di specie diverse non si incrociano, semplicemente perché non sono attratti gli uni dagli altri, così come gli esseri umani tendono a non accoppiarsi con gli scimpanzé.

Ligri, tigoni eccetera sono ibridi artificiali: i loro genitori vengono fatti accoppiare in cattività per produrre "curiosità" da esporre in zoo e parchi naturali. Ma se il pubblico sembra attratto, gli esperti di conservazione avvertono che una pratica del genere non può essere salutare.

Gli ibridi hanno una possibilità molto maggiore di nascere con difetti di origine genetica come l'infertilità, sostiene ad esempio Luke Hunter, che guida Panthera, una delle maggiori organizzazioni per la difesa dei felini selvatici. Quanto questi difetti siano diffusi non è chiaro: proprio perché gli ibridi non esistono allo stato selvatico, gli scienziati non li hanno studiati molto.

Non si sa nemmeno quanti siano: secondo Usman Masood, gestore del sito ligerzoos.com, attualmente al mondo ci sono circa un centinaio di ligri. Di diversi di loro si sa che vivono in buona salute, e almeno in un'occasione si sono dimostrati in grado di riprodursi: nel 2012 una ligre femmina si è accoppiata con un leone nello zoo di Novosibirsk, dando vita a quello che è stato definito un liligre.

I ligri sono particolarmente richiesti soprattutto per la loro stazza: possono raggiungere il metro e mezzo di altezza e pesare quasi 500 chili, più del doppio rispetto a tigri e leoni. Gli zoo più accreditati sono contrari a far accoppiare specie diverse, quindi, precisa ligerzoo.com, negli Stati Uniti i ligri sono quasi tutti in piccole strutture gestite da privati. Come Gregg Woody, proprietario della Woody's Menagerie di Mulberry Grove, nell'Illinois, che gira l'America per esibire i suoi due ligri di sette anni, Hank e Charlie. "Sono due ragazzoni di buon carattere", assicura. Per il pubblico, sostiene, vedere felini così grossi è "uno shock".

Woody sostiene che i genitori di Hank e Charlie si sono accoppiati spontaneamente: è un caso raro ma possibile, sostengono gli esperti, se una tigre e un leone passano molto tempo insieme in uno spazio ristretto e non hanno altre alternative.

“Leoni e tigri sono separati da sette milioni di anni di evoluzione", precisa Craig Packer, direttore del Lion Research Center della University of Minnesota. "Ma sono comunque parenti stretti, e possono incrociarsi con successo".

Ma questi ibridi non contribuiscono alla diversità genetica dei grandi felini e non hanno alcun valore in termini di conservazione, avverte Rob Vernon, portavoce della Association of Zoos and Aquariums, che rappresenta 230 zoo negli Stati Uniti e in alcuni altri paesi. Gli zoo, prosegue, dovrebbero servire da "arca" per gli animali in pericolo e a informare il pubblico sui programmi di conservazione. "Far nascere e riprodurre animali che non rappresentano le normali caratteristiche e variazioni delle specie manda un mesaggio confuso in termini educativi", si legge nella dichiarazione ufficiale dell'associazione, che si schiera contro la pratica di incrociare animali allo scopo di produrre caratteristiche rare nella prole.

Luke Dollar, esperto di conservazione, è ancora più severo: secondo lui qualsiasi incrocio tra specie di grandi felini è immorale e dettato solo da avidità o irresponsabilità. "Non riesco a pensare ad alcuna giustificazione per l'esistenza di un ligre o di un tigone", sostiene. "Se rispettiamo e onoriamo i grandi felini selvatici, perché dovremmo applicare queste pratiche del tutto innaturali e infondate dal punto di vista biologico?".

Grandi felini a parte, i casi di ibridazione tra specie diverse non sono del tutto impossibili in natura. "Tra i carnivori avvengono quando le opportunità di accoppiamento diventano molto, molto limitate", spiega Hunter.

Ne sono un esempio i coywolf, incroci tra lupi e coyote, presenti a milioni nelle regioni orientali di Stati Uniti e nel Canada orientale. In quelle zone la deforestazione, la caccia e gli avvelenamenti hanno decimato la popolazione del lupo grigio; i pochi esemplari rimasti si sono sempre più spesso accoppiati con i coyote che invadevano il loro territorio provenendo dagli Stati del Sud-ovest.

Anche i cambiamenti climatici hanno un ruolo: secondo gli scienziati, lo scioglimento dei ghiacci artici spingerà più di 20 mammiferi marini a ibridizzarsi. Già adesso i grizzly si stanno spostando verso nord in cerca di temperature più fresche; alcuni si sono accoppiati con orsi bianchi, dando vita a orsi "grolari" o "pizzlies" dalle zampe scure e dal manto bianco.

http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2017/02/27/news/non_salvate_il_ligre-3439270/

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