Lo squalo bianco nel Mediterraneo


La segnalazione più recente di uno squalo bianco nel Mediterraneo riguarda questo esemplare ritrovato al largo di al Hoceima, in Marocco, nel mare di Alboran.

Un recente studio esamina la presenza del grande predatore nel Mediterraneo dall'antichità ai nostri giorni: c'è sempre stato, ma oggi è in declino

La sua presenza nel Mediterraneo è stata documentata l'ultima volta nel marzo scorso, nel Mare di Alboran, in una baia nei pressi della città marocchina di Al Hoceima. Ma la sua ben nota pinna dorsale non fendeva la superficie, bensì dondolava quà e là sopra la battigia, in un corpo ormai privo di vita, con i giovani pescatori locali ad osservare, stupiti ed increduli, il grande pesce che il mare aveva consegnato loro senza alcuno sforzo.

Si trattava di un esemplare di squalo bianco con lunghezza stimata intorno ai 5 metri, probabilmente incappato al largo in un attrezzo da pesca che lo ha ucciso. Dopo essere stato liberato ed accuratamente ripulito dei preziosi denti, era stato abbandonato alle correnti, che l'avevano portato a spiaggiarsi.

È così che sono stati ritrovati tanti esemplari di Carcharodon carcharias nelle acque mediterranee. La presenza del grande predatore nel Mare nostrum, un tempo importante e stabile, è oggi in calo.

Lo rimarca l'ultimo studio scientifico in materia, pubblicato sulla rivista americana Fish Biology and Fisheries e realizzato da un team di ricercatori di cui fanno parte gli italiani Ginevra Boldrocchi (Nova Southeastern University, Florida), Tiziano Storai e Luca Zinzula (Centro educazione ambientale e sostenibilità, Laguna di Nora).

La ricerca analizza distribuzione, ecologia e stato dello squalo bianco nel Mediterraneo sulla base di una raccolta esaustiva di avvistamenti e ritrovamenti effettuati in aree specifiche. Si parte addirittura dal 476 d.C. (anno della caduta dell'Impero romano d'occidente, data che segna il pasaggio al Medioevo) per arrivare al 2015, quando nelle acque al largo di Sousse, in Tunisia, è stata catturata una femmina di quasi due tonnellate: tra catture, avvistamenti e attacchi all'uomo vengono riportate 628 segnalazioni. L'analisi dei dati evidenzia che lo squalo bianco, rilevato dallo stretto di Gibilterra al Bosforo, dalle acque istriane a quelle libiche, è più comune nel Mediterraneo occidentale, in particolare nell'Adriatico e nel canale di Sicilia, con maggiore frequenza nei mesi estivi, agosto in particolare.

E proprio nel canale di Sicilia, nell'Adriatico e nell'Egeo, nei mesi più caldi, si registra la più alta presenza di giovani: queste potrebbero essere considerate "nursery areas", ovvero zone in cui le femmine gravide partoriscono e i piccoli trascorrono i primi periodi di vita. Tra i casi più sorprendenti riguardanti piccoli squali bianchi, si segnala quello del luglio 2008 nella baia di Edremit, in Turchia, quando un maschio appena superiore al metro venne catturato ancora vivo dai pescatori e poi rilasciato.


Una stenella parzialmente divorata da uno squalo. Fotografia di Centro recupero cetacei e tartarughe di Nora

Nel Mediterraneo, lo squalo bianco segue una dieta molto varia. Da un'analisi dei contenuti stomacali di esemplari analizzati, le prede più cacciate comprendono delfini (stenelle e tursiopi), tonni (in particolare il tonno rosso, insidiato durante la "corsa" riproduttiva e nei pressi delle tonnare), pesci spada e tartarughe comuni, non disdegnando altresì gabbiani, altri squali ed animali terrestri (d'allevamento e di compagnia) finiti in mare. Tuttavia in una dozzina di casi sono stati ritrovati anche resti umani, anche se quasi mai si può stabilire se al momento dell'attacco la vittima fosse viva o già morta. Oltre ai casi di assalti a barche e canoe, sono una cinquantina le interazioni fra uomini e grandi bianchi classificate come aggressioni con morsi, tra cui diversi casi mortali: l'ultimo nel febbraio 1989 a Baratti, nelle acque toscane. In quel caso né il corpo del sub sbranato né lo squalo che l'aveva attaccato furono mai ritrovati. L'ultimo attacco non fatale è invece quello dell'ottobre 2008 nella baia di Smokvina Bay, in Croazia, da parte di un esemplare con lunghezza stimata fra i 4,5 ed i 5 metri.

Per quanto riguarda le dimensioni, nella ricerca si citano avvistamenti di esemplari lunghi fino a 10 metri, ma le misurazioni più attendibili non superano i 6-7 metri di lunghezza. Nell'ultimo secolo comunque (più precisamente tra il 1913 e il 2012), la grandezza media degli squali avvistati è andata calando. Questo dato, assieme alla diminuzione degli avvistamenti, fa pensare che la specie nelle nostre acque sia ormai in declino. Nonostante la protezione fornita da varie normative internazionali, lo squalo bianco del Mediterraneo soffre inevitabilmente i danni di origine antropica che colpiscono le biomasse e la catena alimentare marina: pesca eccessiva, inquinamento e riscaldamento delle acque, attività invasive e lesive degli habitat, che finiscono per modificare radicalmente il mare in cui da millenni nuota il grande predatore degli abissi.

http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2017/05/24/news/squalo_bianco_mediterraneo-3539121/

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