Dugonghi in aumento, una buona notizia per la barriera corallina


Un dugongo pasteggia in una prateria sottomarina di Vanuatu. Questa specie si sta riprendendo attraverso il suo areale australiano. Fotografia di Mike Parry, Minden Pictures/ National Geographic

Risultati incoraggianti dal censimento dell'australiana Great Barrier Reef Marine Park Authority. Dopo anni di preoccupante declino, la popolazione di questo mammifero marino risulta in ripresa. "Festeggiamo, ma con cautela, avvertono gli esperti

Dalla Grande Barriera Corallina australiana arrivano di rado buone notizie. Eppure alcuni dei suoi più grossi abitanti stanno conoscendo un buon momento, contro ogni previsione.

Secondo un censimento aereo condotto in novembre, le popolazioni di dugonghi - parenti dei lamantini - nella regione meridionale della barriera sono cresciute. Come se non bastasse, questi tondeggianti mammiferi marini stanno vivendo un boom demografico. Dei 5.500 animali individuati, uno su dieci era un cucciolo, dice il report della Great Barrier Reef Marine Park Authority.

L'ultima ricerca, nel 2011, non aveva trovato traccia di piccoli, a causa di un potente ciclone che aveva strappato via le praterie marine, il cibo preferito di questi erbivori. Da allora le praterie si sono riprese lungo le linee di costa, e con loro i dugonghi. Per dare alla luce i piccoli, le femmine hanno bisogno di grandi quantità di queste piante ricche di nutrienti.

Si tratta di "ottime notizie per questa specie, che è considerata a rischio di estinzione dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura", spiega via mail Susan Sobtzick, co-autrice del rapporto ed ecologa esperta in ambienti costieri e d'estuario alla James Cook University.

Le tempeste che danneggiano le praterie

Il dugongo è una delle quattro specie dell'ordine Sirenia e vive nelle acque poco profonde dell'Indo-Pacifico. La popolazione più numerosa del mondo risiede nell'Australia settentrionale, da Shark Bay, a Ovest, fino a Morton Bay, a Est.

Storicamente questi animali così lenti sono stati bersaglio facile per i cacciatori, ma oggi le minacce più grandi per loro sono lo sviluppo costiero e la scomparsa delle praterie sottomarine. I dugonghi rischiano anche di rimanere impigliati nelle reti da pesca e in quelle anti-squalo, che proteggono alcune delle spiagge australiane frequentate da bagnanti.

Nove mesi dopo il passaggio del ciclone Yasi, nel 2011, "si stimava che la popolazione di dugonghi fosse al minimo storico da quando abbiamo iniziato a fare i censimenti, nel 1986", dice Sobtzick. Gli scienziati avevano trovato meno di 600 animali, 187 dei quali erano morti o morenti, spiaggiati lungo la costa.

Le grandi inondazioni che hanno seguito Yasi hanno riversato i sedimenti nell'oceano, causando probabilmente la morte delle praterie. Janet Lanyon, esperta di dugonghi alla University of Queensland e non coinvolta nel nuovo report, aggiunge che "le piante che formano le praterie hanno un basso contenuto di nutrienti ed energia, quindi i dugonghi devono mangiarne molte per poter mantenere il proprio corpo in condizioni ottimali".

"Con precipitazioni così intense e le inondazioni che continuano a colpire le coste, per i dugonghi non si prospetta un futuro roseo", dice Lanyon. "Se con il cambiamento climatico gli eventi climatici estremi saranno sempre più frequenti, allora non c'è dubbio che le popolazioni di dugonghi ne risentiranno".

Non sappiamo ancora se il rapido riscaldamento dei mari, che ha causato lo sbiancamento e la morte di enormi fasce di coralli nella Grande Barriera Corallina, abbia un effetto negativo sui dugonghi, spiegano gli esperti.

Festeggiamo, ma con cautela

L'aumento dei piccoli dugonghi merita "enormi festeggiamenti", dice Tooni Mahto, attivista senior per la tutela dei mari alla no-profit Australian Marine Conservation Society di Brisbane. Ma l'esperta suggerisce anche cautela.

"La popolazione di dugonghi in loco è comunque solo al 3-5% dei numeri storici", spiega Mahto, non coinvolta nella stesura del nuovo report. Nel Queensland meridionale i dugonghi hanno risentito molto dello sviluppo costiero; le reti a prova di squalo installate intorno alle spiagge, ad esempio, hanno imprigionato alcuni dugonghi che sono morti annegati, dice Mahto. "Poiché il loro tasso di ripresa è così lento - non fanno molti piccoli - parte dell'aumento nella popolazione meridionale potrebbe essere il risultato dell'immigrazione che proviene dal Nord".

"Perciò non penso che i risultati ci stiano mostrando un'esplosione della popolazione meridionale dei dugonghi, ma solo che il loro numero è aumentato dopo l'ultimo censimento, che aveva mostrato una stagione disastrosa".

Gli autori del rapporto concordano sul fatto che le popolazioni di dugonghi mutano quando gli animali migrano, alla ricerca di praterie sottomarine più ricche. È comunque incoraggiante che la ripresa delle praterie abbia fatto aumentare il numero di questi animali.

http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2017/06/01/news/dugonghi_in_aumento_una_buona_notizia_per_la_barriera_corallina-3552273/

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