Il calamaro gigante esiste, ecco dove abita



Ricercatori del Cnr di Pisa hanno creato la prima mappa digitale dei suoi potenziali habitat nei mari del mondo.

È stato considerato a lungo una creatura leggendaria, così misterioso e inafferrabile da far dubitare che esistesse per davvero. Invece, il calamaro gigante non solo c’è, ma ora si può anche dire con una certa precisione dove abita. Un gruppo di ricercatori del Cnr di Pisa ha appena completato la prima mappa digitale che stima su scala globale la distribuzione del colossale mollusco nei mari del pianeta.

COME UN AUTOBUS. Che sia una creatura impressionante è indubbio: quando raggiunge le dimensioni di un individuo adulto, il calamaro gigante, il cui nome scientifico è Architeuthis dux, può essere definito come il più grande invertebrato vivente sulla Terra. Ha occhi delle dimensioni della testa di un uomo e tentacoli lunghi come un autobus. Il più grande di cui sono state documentate le misure era lungo 18 metri. Il peso può arrivare a una tonnellata, anche se in genere non supera alcune centinaia di chili.

IL MOSTRO DEI MARI. Del mollusco parlano Aristotele e Plinio il vecchio, che lo distinguono dalle varietà più piccole, ma lo considerano un animale "normale". Nel corso dei secoli, però, assume i contorni di una creatura leggendaria. Nei racconti dei marinai si susseguono notizie di avvistamenti di un essere mostruoso, chiamato kraken, che forse potrebbe proprio essere il calamaro gigante.

Finché, a metà Ottocento, lo zoologo danese Johannes Japetus Smith Steenstrup, ritrova i resti di uno strano animale conservato come una meraviglia. Lo classifica tra i cefalopodi e lo chiama appunto Architeuthis  dux («calamaro comandante»). Non furono in molti a credergli, ma nel 1861 una nave da guerra francese cercò di catturarne un esemplare per avere la prova della sua esistenza, riuscendo però a issare a bordo solo un tentacolo. Fu l'episodio che ispirò a Jules Verne l'attacco del calamaro al sommergibile Nautilus in Ventimila leghe sotto i mari.

IMMORTALATO. Anche se ormai non si dubita più della sua esistenza, dato che carcasse di individui vengono trovate spiaggiate in varie parti del mondo, o i resti indigeriti nello stomaco di cetacei, solo nel 2005 è stato per la prima volta osservato e fotografato dal vivo, nel suo ambiente: due fotografi giapponesi lo immortalano in una sequenza di scatti mentre afferra una preda all’amo e poi lotta furiosamente per liberarsi.

Nel 2012 è stato filmato per una ventina di minuti da una troupe televisiva della televisione giapponese NHK e di Discovery Channel.


In rosso gli areali di presenza, in giallo gli areali di assenza o non avvistamento. | CORO ET AL. 2015
IL SUO HABITAT. I ricercatori dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione "A. Faedo", del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, hanno ora realizzato una mappa di avvistamenti del calamaro e una rappresentazione cronologica della sua presenza nelle acque di tutto il mondo, appena pubblicata sulla rivista Ecological Modelling.

«Abbiamo messo in correlazione la mole di dati già acquisiti sugli habitat con le rilevazioni reali e presunte. Si è valutata anche la distribuzione in relazione all’ambiente: mari molto ampi, elevate profondità - tra i 450 e i 1.000 metri - e temperature molto basse - circa 1 °C - sono areali tipici dell'Atlantico del Nord e del Pacifico del sud-est», spiega Gianpaolo Coro, ricercatore dell’Isti-Cnr e uno degli autori del lavoro.

MAPPE DI ANIMALI INVISIBILI. Questa volta la mappa riguarda la creatura invisibile per eccellenza, ma le stesse tecniche basate sull’analisi e la gestione di dati potrebbero essere utilizzate per predire l’habitat e la distribuzione di altre specie difficili da osservare, oppure in pericolo di estinzione, per studiarne lo stato di salute e valutare come subiscano le mutazioni ambientali, per esempio l’aumento delle temperature dei mari.

http://www.focus.it/ambiente/animali/il-calamaro-gigante-esiste-ecco-dove

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