Torino, cade ogni indizio sul ragazzo con lo zainetto sospettato per piazza San Carlo



Non un petardo, nemmeno urla, nessun rumore o odore sospetto. Nonostante le molte ore trascorse a interrogare i testimoni della notte di panico in piazza a Torino, durante la finale di Champions, gli investigatori non hanno ancora trovato indizi sufficienti a ricostruire una possibile dinamica degli incidenti. Tutte le testimonianze raccolte ieri, in particolare le lunghe ore in questura dei due tifosi juventini protagonisti di un video girato proprio nel momento dello scoppio della psicosi collettiva, si somigliano.
I testimoni/"In piazza cento ultrà diffidati che comandavano"
"Non sappiamo cosa possa essere accaduto - hanno riferito - abbiamo visto un muro di persone allargarsi improvvisamente a macchia d'olio ma non abbiamo avvertito nulla. Né un rumore né uno scoppio". I due tifosi milanesi hanno anche raccontato di essersi fermati a soccorrere delle persone, di aver cercato di calmare la folla. Davide, il ragazzo che nel video sembra spaventare migliaia di uomini e donne intorno a sé, quando a torso nudo e con lo zaino in spalle allarga le braccia in un gesto drammaticamente evocativo, si è giustificato dicendo di aver voluto tranquillizzare quelli che avevano cominciato a scappare, terrorizzati non si sa da cosa. Neppure i cameraman che quel video lo hanno girato hanno saputo riferire cosa fosse accaduto prima. Nemmeno il diffondersi di un odore acre e improvviso. Nulla di nulla.

Così anche i due principali sospettati fino a ieri sono stati lasciati andare via a tarda sera senza denuncia. E la teoria della psicosi ingiustificata collettiva si riafferma come la tesi più credibile. Nonostante siano arrivate centinaia di segnalazioni da parte degli spettatori che erano in piazza e che hanno ognuno una versione più fantasiosa e drammatica: chi dice di aver sentito raffiche di mitra, chi delle urla o una voce che gridava "bomba", chi ancora degli scoppi violenti. L'unico dato incontestabile resta il bilancio dei feriti: 1527 di cui quattro ancora in gravi condizioni.

Questa mattina nuovi testimoni sfileranno in questura. Il pm Antonio Rinaudo, che coordina le indagini, non rinuncia a ricostruire la dinamica dell'episodio che ha scatenato il drammatico fuggi fuggi generale. Ma l'attenzione della giornata, a meno di rivelazioni improvvise, potrebbe spostarsi sulle responsabilità degli organizzatori della manifestazione. Con la richiesta urgente alla sindaca, Chiara Appendino, di riferire in Sala Rossa. E con le polemiche sul mancato divieto di vendita di bottiglie in vetro durante la proiezione della partita. La stragrande maggioranza dei feriti, infatti, è arrivata in ospedale con mani e piedi che si erano tagliati correndo o cadendo su un tappeto sterminato di cocci di bottiglie. Tutte quelle che erano state vendute liberamente in piazza e si sono frantumate nella fuga improvvisa delle 30 mila persone che vi erano arrivate per assistere alla partita.

Le due donne ricoverate alle Molinette sono sempre in gravi condizioni ma stabilì. Mentre il bimbo cinese di sette anni ferito perché travolto dalla folla sta leggermente meglio, forse i medici oggi proveranno a svegliarlo. Al Cto ci sono ancora una ragazza con trauma toracico, una frattura di bacino, e due pazienti con lesioni alle mani che sono stati operati ieri. Tutti gli altri sono stati dimessi, alcuni torneranno per interventi ortopedici non di urgenza. Infine al Mauriziano un uomo è ancora ricoverato in prognosi riservata.

http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/06/05/news/torino_cade_ogni_indizio_sui_tifosi_juventini_sospettati_per_piazza_san_carlo-167285984/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S1.8-T1

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