Nuova specie di squalo individuata nelle profondità marine

Gli scienziati hanno diviso quella che si riteneva essere una specie di squali sei branchie in due specie distinte. Fotografia di Paul Nicklen National Geographic creative
La scoperta del capopiatto dell'Atlantico, accertata attraverso il DNA, ci rivela maggiori informazioni sugli squali in generale, offrendo elementi che potrebbero rendere più efficaci i futuri sforzi di conservazione

Gli squali sono un gruppo di animali misteriosi, relativamente ancora poco studiato. A volte la paura che ci incutono ci tiene alla larga da loro. Altre volte questi abitanti degli oceani sono semplicemente fuori dalla nostra portata, visto che alcune specie vivono nelle profondità estreme, migliaia di metri sotto la superficie del mare.

"Questa in particolare è una popolazione molto criptica", spiega Blake Chapman, biologa marina ed esperta di squali presso l'Australia University of Queensland. "Questo tipo di squali sono animali molto poco compresi".

Malgrado queste difficoltà, la ricerca su di loro procede comunque.

Recentemente gli scienziati del Florida Institute of Technology hanno confermato la scoperta di un nuovo squalo sei branchie. Ribattezzata squalo capopiatto dell'Atlantico, questa specie vive nelle profondità dell'Atlantico così come dell'oceano Indiano. I suoi antenati risalgono a 250 milioni di ann fa, ovvero a 20 milioni di anni prima dei dinosauri. La scoperta è stata pubblicata la scorsa settimana su Marine Biodiversity.

La docente di biologia del Florida Tech Toby Daly-Engel si è imbattuta nella nuova specie mentre stava studiando gli squali sei branchie presso la University of Hawaii. Analizzando i campioni di DNA ha scoperto che quelli spediti al laboratorio non coincidevano con quelli di cui era già in possesso.

"Pensavamo che ci potessero essere alcune specie più piccole e poi abbiamo trovato invece queste completamente differenti", dice Daly-Engel. "Siamo praticamente inciampati in questa sequenza di DNA alieno dall'aspetto così diverso da qualsiasi altra cosa avessimo già visto".

Circa il 48% di tutte le specie di condritti - di cui fanno parte squali, mante, razze e chimeriformi - vive in acque profonde. La scienza conosce meno del 5% di queste specie sfuggenti. Nuove specie vengono quindi scoperte di continuo.

"Ne sappiamo davvero poco e questa nuova specie scoperta ci aiuta a capire l'evoluzione degli squali nel suo complesso", dice Chapman. "Riuscire a conoscere questi animali un po' meglio offre delle eccitanti opportunità".

Questa scoperta permette di comprendere meglio la diversità degli squali, in particolare nelle profondità oceaniche, e potrebbe essere d'aiuto anche negli sforzi di conservazione. Gli animali che vivono sul fondo del mare sono più longevi, ma tendono anche ad avere tassi di crescita della loro popolazione pià lenti perché si riproducono di meno. Ciò li rende vulnerabili ai cambiamenti dell'ambiente e alla pressione della pesca.

Le minacce portate dalla pesca agli ecosistemi marini delle acque basse sono noti, ma ora le flotte di pescherecci si stanno spingendo sempre più verso i mari profondi. Così mettono a rischio gli animali che possono vivere solo in queste acque fredde e buie. L'overfishing potrebbe avere conseguenze più gravi proprio su queste specie in quanto non si riproducono altrettanto rapidamente.

"Dobbiamo essere particolarmente attenti a come peschiamo nelle acque profonde", dice Burgess.

Daly-Engel ha deciso pertanto di associarsi con altri colleghi in giro per il mondo per indagare il DNA di squalo. Lavorando insieme a MarAlliance nel Belize, alla National Marine Fisheries Service e con diverse organizzazioni della Florida, il gruppo internazionale ha analizzato 1310 coppie di geni mitocondriali per verificare se c'erano sufficienti differenze molecolari tra i campioni della specie di notidano dagli occhi grandi (Hexanchus nakamurai). Grazie ai loro risultati sono stati in grado di ribattezzare la varietà atlantica di questa specie Hexanchus vitulus.

"Possiamo ancora trovare questo tipo di misteriose fonti di diversità", dice Daly-Engel.

Sino ad ora erano riconosciute due specie di squalo sei branchie: i capopiatto e gli occhi grandi. Gli squali nella famiglia dei sei branchie possono sembrare simili tra loro e la varietà dell'Atlantico assomiglia molto alla Hexanchus nakamurai. I ricercatori hanno scoperto però che variano a livello molecolare. Inoltre il capopiatto dell'Atlantico è lungo quasi due metri, il che lo rende ben più piccolo dei suoi parenti dell'oceano Indiano.

George Burgess, direttore emerito del Florida Program for Shark Research, non è rimasto sorpreso dalla scoperta del gruppo di Daly-Engel. Gli squali hanno vissuto per centinaia di migliaia di anni adattandosi al loro ambiente. Le condizioni nelle profondità dell'oceano cambiano raramente e le acque fredde e buie non sono particolarmente colpite dai cambiamenti climatici.

http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2018/02/28/news/nuova_specie_di_squalo_scoperta_nelle_profondita_marine-3881989/

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