I Maya allevavano animali per i loro cerimoniali

Il sito maya di Ceibal, in Guatemala, offre alcune delle più antiche testimonianze di attività cerimoniali. Fotografia di Stuart Bay, Alamy
Le analisi isotopiche su ossa e denti di cani e felini trovati a Ceibal, in Guatemala, indicano che l'antica civilità precolombiana circa 2400 anni fa non utilizzava gli animali in agricoltura, ma per riti religiosi

Il sito maya di Ceibal, in Guatemala, offre alcune delle più antiche testimonianze di attività cerimoniali. Fotografia di Stuart Bay, Alamy

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Ossa e denti trovati in un sito maya del Guatemala risalente a 3 mila anni fa offrono una delle testimonianze più antiche dell'allevamento e del commercio di animali nelle Americhe. La scoperta rivela in particolare che le cerimonie che prevedevano il sacrificio di animali tenuti in cattività potrebbero aver svolto un ruolo importante nello sviluppo della società dei Maya.

In molte parti del mondo la domesticazione degli animali ha ricoperto un compito fondamentale nello sfamare città e società in crescita. Le culture europe e asiatiche, ad esempio, hanno iniziato ad allevare animali come i maiali per ricavarne cibo già 9 mila anni fa.

Non avvenne lo stesso nella Mesoamerica, tuttavia, dove i reperti indicano che popolazioni come i Maya coltivavano diversi prodotti ma allevavano molti pochi animali, prevalentemente cani e tacchini. In mancanza dello sviluppo economico e politico legato alla cura degli animali come si è evoluta la società maya?

In un articolo pubblicato recentemente sui Proceedings of the National Academy of Sciences, i ricercatori hanno preso in esame ossa e denti emersi dagli scavi a Ceibal, in Guatemala. Questo sito offre alcune delle più antiche testimonianze delle attività cerimoniali dei Maya. Attorno a dove sorgeva la piazza principale di Ceibal sono state ritrovate ossa e denti di cani e di felini risalenti alla fase media del Periodo Preclassico (700-350 a.C.), ovvero a diversi secoli prima rispetto alle precedenti testimonianze più antiche della domesticazione di animali da parte dei Maya.

I ricercatori hanno sottoposto ad analisi i reperti per determinare il rapporto tra i vari isotopi presenti. Isotopi del carbonio più alti avrebbero indicato che gli animali si nutrivano di mais coltivato mentre livelli più bassi avrebbero significato che si nutrivano prevalentemente di piante selvatiche.

Le analisi hanno rilevato che tutti i resti di cani contenevano alti livelli di isotopi del carbonio, indicando che erano stati nutriti prevalentemente con mais. I resti di un grosso felino, probabilmente un giaguaro, presentavano tracce di una dieta simile.

Gli isotopi hanno rivelato anche che 44 dei 46 insiemi di reperti provenivano da animali nati sul posto, mentre due cani erano originari di un luogo più montuoso e arido lontano dai bassipiani meridionali di Ceibal. Uno dei cani "forestieri" e il grande felino erano stati deposti in un pozzo sottostante un edificio presso il centro per le cerimonie
di Ceibal verso il 400 a. C..

Questi risultati, secondo gli scienziati, suggeriscono che gli animali fossero utilizzati per attività cerimoniali che si svolgevano quando Ceibal si stava trasformando in un centro di potere regionale. Pertanto i ricercatori ipotizzano che i Maya non utilizzassero gli animali come componente fondamentale delle loro attività agricole, ma che li scambiassero e li allevassero per usarli in riti, una pratica che secondo gli studiosi era in grado di promuovere la crescita economica così come lo sviluppo politico, ricoprendo un importante ruolo nell'evoluzione della civiltà maya.

"In Asia, Africa ed Europa, l'allevamento degli animali andò di pari passo con lo sviluppo delle città", spiega il coautore dello studio Ashley Sharpe, un archeologo dello Smithsonian Tropical Research Institute. "Ma nelle Americhe le popolazioni potrebbero aver allevato animali per intenti cerimoniali e la crescita della città non sembra legata direttamente all'allevamento".

http://www.nationalgeographic.it/scienza/2018/03/20/news/i_maya_commerciavano_animali_da_sacrificio_2_400_anni_fa-3908215/

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