Encelado: il suo oceano ha miliardi di anni



Un oceano bollente che persiste da miliardi di anni: la luna di Saturno Encelado ha tutte le caratteristiche (come Europa) per sostenere una qualche forma di vita aliena.
Nel sottosuolo di Encelado, una delle lune più famose di Saturno, si nasconde un immenso oceano di acqua caldissima. Un oceano profondo decine di chilometri e che, secondo uno studio recente, è continuamente riscaldato da miliardi di anni. E’ questa la conclusione di un team internazionale che ha indagato sui fenomeni capaci di riscaldare un corpo così lontano dal Sole.

Il lavoro è in accordo con l’ipotesi più accreditata, cioè che il calore sia una conseguenza della forte interazione gravitazionale fra il satellite e Saturno. Assumendo che il nucleo di Encelado sia costituito da rocce porose e facilmente deformabili, gli scienziati hanno calcolato la temperatura e lo spessore dell’oceano, in accordo con quanto suggeriscono i dati raccolti dalla sonda Cassini prima del suo “tuffo” finale nelle nubi di Saturno. Lo studio, pubblicato su Nature Astronomy, fornisce un nuovo importante contributo per capire la natura dell’oceano sotterraneo di Encelado, fra i luoghi più promettenti dove cercare la vita nel Sistema Solare.



I Geyser spaziali di Encelado
La presenza di un oceano sotterraneo riempito da acqua caldissima è suggerita soprattutto dagli enormi geyser osservati dalla sonda Cassini nel corso della sua missione. Le immagini della sonda mostrano infatti dei giganteschi getti che partono dalla superficie del satellite e si estendono per centinaia di chilometri nello spazio. Analisi più dettagliate mostrano che questi geyser sono formati da vapor d’acqua misto a sali e silicati, e ciò fa pensare che si siano formati dal passaggio di acqua caldissima attraverso vari strati di roccia.

Grazie alla sonda Cassini è stato possibile determinare anche la struttura delle regioni interne, mostrando che questo oceano si trova in profondità, sotto una crosta ghiacciata spessa circa 20 chilometri, che si assottiglia nei pressi del polo sud del satellite.

Le forze mareali di Saturno
Per produrre geyser come quelli osservati è necessaria la presenza di acqua in profondità a temperature di almeno 90 gradi. Per riscaldare l’oceano sotterraneo fino a queste temperature non basta l’energia prodotta dal decadimento degli elementi radioattivi presenti nel nucleo del satellite, pertanto gli scienziati hanno pensato a ipotesi alternative. “Da dove Encelado prenda la potenza necessaria a rimanere attivo è sempre stato un po’ un mistero, ma ora abbiamo considerato in maggior dettagli come la struttura e la composizione del nucleo roccioso potrebbe giocare un ruolo chiave nel generare l’energia necessaria”, ha commentato Gael Choblet dell’Università francese di Nantes, primo autore dello studio.

Secondo il modello più accreditato infatti, Encelado sarebbe riscaldato dagli attriti interni generati dalle forze di marea esercitate da Saturno, che continuamente deformano il satellite nel corso della sua orbita.



Acqua al suo interno
Choblet e colleghi hanno realizzato una complessa simulazione dell’interno di Encelado, assumendo un nucleo composto di rocce molto porose e altamente deformabili. In questo modo l’acqua penetra nel nucleo e viene riscaldata dalle forze di marea. Una volta riscaldata, l’acqua risale verso gli strati più esterni del nucleo, fino a toccare la base dell’oceano sotterraneo in alcuni punti. Secondo i calcoli, questi “punti” caldi possono produrre fino a 5 Gigawatt di potenza, riscaldando così in modo molto efficiente l’acqua nel sottosuolo. Inoltre, al di sopra di questi punti più caldi si produrrebbero dei flussi di acqua calda capaci di portare i sali presenti nel nucleo fino alle regioni più esterne, dove poi potranno essere espulse attraverso i geyser.

Le simulazioni hanno anche mostrato che questi punti caldi si concentrano intorno al polo sud, dove quindi la calotta ghiacciata sarebbe più sottile, in accordo con quanto osservato da Cassini. Questo processo di riscaldamento sarebbe quindi in atto da decine di milioni o persino miliardi di anni, e capirne i dettagli può essere di primaria importanza. Studiando se effettivamente questa attività geotermale ha riscaldato l’oceano di Encelado ci aiuterà a capire se laggiù, nascoste sotto chilometri di ghiaccio, possono essersi sviluppate forme di vita extraterrestri.

http://www.repubblica.it/scienze/2017/11/07/news/encelado_il_suo_oceano_bollente_ha_miliardi_di_anni-180514810/

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