Una diga minaccia il raro orango di Tapanuli

L'orango di Tapanuli è una nuova specie di grande scimmia che è stata identificata a Sumatra nel 2017. In natura restano solo 800 individui di questo primate estremamente diffidente che vive sugli alberi. Fotografia di Andrew Walmsley
Nell'isola di Sumatra, nonostante l'opposizione di scienziati e ambientalisti, il progetto è già avviato e frammenterà irrimediabilmente l'habitat di questa grande scimmia a grave rischio estinzione

Gli esperti di fauna selvatica lanciano un avvertimento: la grande scimmia più rara del mondo, scoperta appena nel 2017, non sopravviverà alla costruzione di una diga e una centrale idroelettrica da 1,6 miliardi di dollari che sorgeranno nel bel mezzo di ciò che resta del suo habitat a Sumatra, in Indonesia.

In natura restano solo 800 esemplari di orango di Tapanuli, (Pongo tapanuliensis), una specie descritta solo di recente, e vivono tutti nella foresta Batang Toru nella parte Nord di Sumatra. È uno dei luoghi più ricchi di biodiversità di tutta l'Indonesia, casa di specie rare come le tigri di Sumatra e il pangolino del Borneo. In quest'area sono già iniziati i disboscamenti per far spazio al progetto della centrale, finanziata e costruita da compagnie cinesi statali nell'ambito della Belt and Road Initiative.

Questa iniziativa multi-bilionaria coinvolge oltre 7.000 progetti di infrastrutture in tutto il mondo. Il maggior gruppo ambientalista indonesiano, l'Indonesian Forum for the Environment, ha fatto causa chiedendo di interrompere la costruzione della diga e portando le prove che l'impatto ambientale del progetto è stato pesantemente mascherato. Sono state riportate anche altre irregolarità; uno scienziato coinvolto nella valutazione ha detto che la sua firma è stata plagiata per ottenere un permesso fondamentale. Ma il 4 marzo una giuria di tre giudici si è opposta, concludendo che le lamentele dell'organizzazione ambientalista erano irrilevanti.

Il gruppo vuole fare ricorso in appello. "Tenteremo ogni possibile via legale", ha detto all'Associated Press Dana Prima Tarigan, direttrice esecutiva del gruppo per la Sumatra del Nord. Appena un anno fa il mondo ha appreso dell'esistenza di una nuova specie di grande scimmia. Nonostante gli scienziati la stessero studiando dal 2005, ci è voluto molto tempo per identificare gli oranghi di Tapanuli come specie distinta geneticamente e fisicamente da quella del Borneo (Pongo pygmaeus) e di Sumatra (Pongo abelii), le altre due specie note.

Proteste e suppliche

Questo progetto non dovrebbe assolutamente esistere dove vivono queste tre specie arboricole, dice Bill Laurance del Centre for Tropical Environmental and Sustainability Science all'Australia's James Cook University. Diga e centrale - insieme alle strade, alle linee elettriche, un tunnel di 12 chilometri e altre infrastrutture - frammenteranno in modo permanente l'habitat di questi animali, spiega Laurance, esperto mondiale di frammentazione dell'habitat. "Sono una specie gravemente minacciata che potrebbe estinguersi rapidamente con qualsiasi ulteriore frammentazione della foresta primaria. Su questo la scienza è chiara. Procedere con il progetto è una follia".

Per specie esclusivamente arboricole o che vivono sugli alberi una strada è come un muro invalicabile, dice Laurance. Nel corso di oltre 3.000 ore di osservazioni, gli scienziati non hanno mai visto un orango di Tapanuli (Pongo tapanuliensis) mettere piede a terra, probabilmente per via della presenza della tigre di Sumatra, anch'essa minacciata.

Ci sono voluti anni per abituare una manciata di esemplari alla presenza di osservatori nella foresta, dice Gabriella Fredriksson, biologa studiosa di fauna selvatica al Sumatran Orangutan Conservation Programme. In genere basta qualche settimana ma questi oranghi sono estremamente diffidenti, probabilmente perché sono stati cacciati dagli abitanti locali. Ci è voluto parecchio anche per rinvenire uno scheletro intero da misurare. Questo ha rivelato differenze importanti rispetto alle altre due specie, come un cranio più piccolo.

Sul baratro

Gli 800 esemplari sono già divisi in tre popolazioni su un'area di circa mille chilometri quadrati. Solo una, che conta 500 individui, è considerata abbastanza grande da rimanere vitale. Un problema nel mantenimento delle popolazioni è che gli oranghi si riproducono molto lentamente. Le femmine hanno i primi piccoli a circa 15 anni d'età e partoriscono un cucciolo - più raramente due - ogni otto/ nove anni. Ed è uno dei motivi, spiega Fredriksson, per i quali i ricercatori tentano da anni di rimettere in contatto le tre popolazioni.

E ora nel loro habitat più critico si sta costruendo una centrale idroelettrica, nell'area dove la densità di oranghi è più alta. La zona è di proprietà statale e non è protetta da progetti di conservazione o simili. La diga porterà con sé strade e altre infrastrutture che frammenteranno in modo permanente l'habitat dell'unica popolazione vitale con 500 individui, spingendo la specie verso l'estinzione, dice Fredriksson.

North Sumatera Hydro Energy, la compagnia indonesiana dietro al progetto, ha detto ai media locali che la centrale non sorgerà nella foresta primaria e il territorio di sette chilometri quadrati compromesso verrà riportato alle condizioni originarie o quasi. "Queste affermazioni sono ridicole e la compagnia dovrebbe essere sanzionata per il tentativo di confondere il pubblico rispetto a conclusioni scientifiche chiarissime", dice Laurance. Sia la World Bank's International Finance Corporation che l'Asian Development Bank hanno negato il proprio supporto al progetto, in gran parte su basi ambientali.

La diga Batang Toru dovrebbe diventare operativa nel 2022, generando 510 megawatt di elettricità. Parte del progetto è un tunnel lungo 12 chilometri e largo nove metri che taglierà una regione incontaminata di foresta primaria. La diga è anche atipica perché accumulerà l'acqua per 18 ore, per poi rilasciare questo enorme diluvio in intervalli di sei ore nei momenti di punta per generare elettricità. Questi rilasci d'acqua improvvisi avranno enormi impatti sul fiume Batang Toru e sulle comunità che vivono a valle, con inondazioni e interrompendo la migrazione del pregiato pesce Jurung, sottolinea Fredriksson.

Gli esperti mettono anche in discussione la necessità di un intervento simile. Sumatra ha una produzione energetica già in eccesso e nell'area esiste un progetto per generare elettricità con energia geotermica che potrebbe essere ampliato senza conseguenze per gli oranghi, dice l'esperta. La diga, inoltre, verrà costruita in un'area soggetta a terremoti, come quello che ha colpito Aceh nel 2016 e ucciso 100 persone.

Gli scienziati si sono rivolti al presidente indonesiano Joko Widodo in una lettera consegnata personalmente, nella quale chiedono di fermare il progetto della centrale e proteggere l'habitat dell'orango di Tapanuli. Avaaz, un'organizzazione attivista che opera a livello globale, ha raccolto oltre 1,3 milioni di firme in una petizione online che chiede al presidente di cancellare il progetto per tutelare gli oranghi.

"Il destino dell'intera specie è nelle tue mani", si legge nel messaggio. Avaaz vuole dare più visibilità a ciò che sta succedendo a Sumatra, dice un'organizzatore del gruppo. "Penso che il governo stia iniziando a rendersi conto del problema", conclude Fredriksson.

http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2019/03/07/news/sumatra_diga_e_centrale_idroelettrica_nuove_minacce_per_l_orango_di_tapanuli-4325238/

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