Cadavere mummificato in chiesa



POTENZA - Appoggiata al muro, in un angolo del sottotetto di una canonica. Nascosta in un luogo quasi inaccessibile. Ma esattamente nel centro di Potenza, nella chiesa della Ss. Trinità, su via Pretoria, la strada dello struscio, il salotto buono della città. Proprio lì, dove era stata vista per l' ultima volta. È stato trovato ieri il corpo di Elisa Claps, o quel che ne resta, dopo 17 anni dalla scomparsa della studentessa lucana. Ci volevano una fastidiosa infiltrazione e un gruppo di operai che sono arrivati fin lassù, per mettere un primo punto in un giallo che va avanti dal 12 settembre del 1993.

Solo uno, però, perché la storia di Elisa resta apertissima, ancora avvolta in un mistero che da Potenza passa per l' Albania e arriva fino in Inghilterra, precisamente a Bournemouth, duecento chilometri a sud di Londra. Ma tutto parte e tutto torna, alla fine, davantia questa chiesa romanica, dove ieri si sono radunate centinaia di persone. In città s' era sparsa la voce che un corpo era stato ritrovato proprio lì. E tutti hanno pensato subito a Elisa. Per entrare in quel budello di legno e muratura, gli operai chiamati a risolvere un problema idraulico, sono dovuti salire sul terrazzo della Chiesa, passando dalla sacrestia e dagli appartamenti del parroco. E poi, infilarsi in un cunicolo.



Perché da lì partiva un' infiltrazione. E invece, lì hanno trovato un corpo. Appoggiato al muro, in un angolo. Al suo fianco un braccialetto, un orologio, un paio di occhiali, una catenina, dei sandali. Quando la madre ha potuto vedere in foto gli oggetti, soprattutto una medaglietta, non ha avuto dubbi: «È lei, è Elisa». Non è ancora chiaro, invece, in che stato si trovi il corpo. Chi ha avuto modo di vederlo ha usato il termine «mummificato».

Toccherà a Francesco Introna dire una parola ufficiale. L' anatomopatologo è lo stesso che si è occupato del ritrovamento dei due fratellini di Gravina, Ciccio e Tore. L' ha nominato la procura di Salerno che indaga sulla scomparsa della ragazza dopo che, nelle indagini, fu coinvolto un magistrato di Potenza che si era occupato dell' inchiesta, chiamato in causa da un collaboratore di giustizia. Solo oggi Introna potrà visionare il cadavere per provare a capire periodo della mortee cause.

Elementi che potranno dire con certezza se il corpo appartiene proprio alla Claps. Questore e pm, prima degli annunci ufficiali vogliono attendere esami più approfonditi. Ma a tarda sera di dubbi sembravano essercene ormai pochi. Ma se pure il cadavere fosse quello, è nebbia fitta su tutto il resto. A partire da quel 12 settembre di 26 anni fa. Era una domenica e, dopo la messa, Elisa fu vista in compagnia di un amico, Danilo Restivo. Che resta, tutt' ora, il grande mistero di questo giallo. Indagato per omicidio dalla procura di Salerno e condannato per aver fornito false dichiarazioni, il ragazzo, all' epoca 21enne, raccontò di aver parlato con Elisa, all' interno della chiesa della Ss. Trinità, per pochi minuti. Poi la scomparsa della ragazza. E Restivo che è costretto a farsi medicare alla mano all' ospedale di Potenza. «Caduto in un cantiere», raccontò il ragazzo. Una personalità complessa, quella di Restivo. A Potenza lo conoscono come "il parrucchiere", per la sua passione di tagliare ciocche di capelli alle ragazze, di nascosto sugli autobus. Figlio di un notabile della città, nipote di un ministro della Dc. Nel ' 99 arrivò alla famiglia una mail firmata "Elisa". C' era scritto che la ragazza stava bene e si trovava in Brasile. Quella mail l' aveva scritta Restivo, da un internet point di Potenza. Ma prima di quella mail la ragazza fu cercata in Albania, dove un vigile urbano aveva detto di averla vista. E poi un albanese,

Eris Gega era finito in carcere per false dichiarazioni. In Inghilterra si arriva grazie a Restivo che tuttora vive lì. Nel 2004 Scotland Yard lo arresta per l' omicidio di una sarta, Heather Barnett, il 12 novembre 2002. Poi, però, lo rilascia senza incriminazioni. Il suo nome però resta legato a quello di Heather, sua vicina di casa, trovata seviziata, con in mano una ciocca di capelli. Per la polizia inglese, la soluzione di un giallo svelerà a catena l' altro. Ma non è solo quello di Restivo, il nome che ieri a Potenza è tornato alla mente. In molti hanno pensato a Don Mim? Sabia, l' ex parroco della Trinità dal 1963, morto il 10 marzo 2009, che forse avrebbe potuto svelare qualche segreto.

POI NEL 2016 LA SVOLTA...

ELISA CLAPS, IL DNA ERA DI RESTIVO: CONDANNATO IL PROFESSORE PASCALI

Le ultime notizie riguardo all’omicidio di Elisa Claps ci aggiornano sulla situazione giudiziaria del genetista Vincenzo Pascali colpevole di “falso in perizia”. Il medico, infatti, negò la presenza di Dna appartenente a Danilo Restivo sul maglione di Elisa Claps, presenza poi confermata da un altro team medico.
Tutti ricorderanno la storia di Elisa Claps, la sedicenne che scomparve dalla propria abitazione di Potenza 12 settembre 1993 e che per quasi 17 anni fu cercata dai suoi parenti, fino a quando, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità non fu trovato il suo corpo. Sin da subito il comportamento più sospetto fu quello di un amico di Elisa, Danilo Restivo, che il giorno della scomparsa della ragazza si presentò al pronto soccorso con i vestiti insanguinati e un taglio sulla mano. Il corpo di Elisa, occultato nel sottotetto della chiesa, fu trovato per caso da alcuni operai che stavano aggiustando delle tubature.

Al ritrovamento del corpo, fu richesta un’accurata perizia medica che fu affidata al professor Vincenzo Pascali. Il genetista dichiarò: “Nessun reperto che potesse ragionevolmente contenere tracce biologiche è stato escluso dalle analisi” affermazione che, ad un secondo controllo, fatto da altro team medico, risultò falsa. Sul maglione di Elisa è stato infatti ritrovata traccia genetica di Danilo Restivo. Alla luce di questo, il professor Pascali è stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi, pena sospesa, per il reato di falso in perizia. L’uomo, docente all’Università Cattolica di Roma, è stato anche interdetto dalla professione di docente universitario per la durata della pena e per cinque anni dai pubblici uffici.

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