Tavola Ouija: è davvero possibile comunicare con l’aldilà?

Quasi tutti ne avranno sentito parlare, molti ne conosceranno lo scopo, ma in pochi hanno provato ad usarla: oggi, benché siamo sempre più fedeli alla scienza, la sinistra fama della tavola Ouija intimorisce gran parte dei curiosi, che preferiscono fidarsi di ciò che da oltre un secolo si tramanda a riguardo.
La tavola Ouija è solitamente una tavolozza di legno sopra la quale ci sono scritti i numeri da 0 a 9, le lettere dell'alfabeto e brevi parole (scrivo "solitamente" perché oggi ci sono davvero moltissime varianti) ed è considerata uno strumento per canalizzare la capacità d medium e sensitivi nelle sedute spiritiche; lo scopo principale è di contattare l'Aldilà, spesso un parente defunto o un'entità demoniaca (sì, qualcuno si diletta anche in questo).
La tavola Ouija però è anche un mezzo di comunicazione con le entità ultraterrene e proprio per questo porta incise cifre e lettere: attraverso una persona focale l'entità contattata comunicherebbe facendo spostare un oggetto sulla tavola per comporre parole con le lettere e i numeri in modo da rispondere alle domande che le vengono poste. I partecipanti alla seduta di solito stanno seduti attorno a un tavolo e poggiano l'indice della mano destra sull'indicatore in modo da lasciare la libertà di movimento sulla tavola.
Una curiosa variante della tavoletta è la "planchette" che al posto delle lettere e dei numeri ha un foro nel quale è fissata una matita che scrive direttamente: in questo caso però gli esperti di paranormale sono soliti parlare di scrittura automatica più che vera e propria evocazione.
L'invenzione della tavola Ouija fu una diretta conseguenza dello "sconforto sociale" che regnava nel XIX secolo: benché i milioni di morti a causa della caccia alla streghe fossero solo un lontano ricordo, l'intera popolazione subiva la perdite di migliaia di persone a causa delle frequenti guerre e le ancora più frequenti epidemie; in pratica ogni famiglia perdeva i propri cari prematuramente e il desiderio di poter parlare con loro almeno una volta era sempre più radicato tra la gente. A questo si univano anche i numerosi esperimenti di dottori e scienziati che cercavano di resuscitare i morti e scrivere il loro nome nella storia. Infine un fattore incisivo su questa speranza era il fatto che l'aspettativa media di vita non superava i 50 anni. Ecco i motivi per cui Europa e America cercavano segretamente di dimostrare la presenza dell'Aldilà e un mezzo per comunicare con l'Oltretomba.
Gli ideatori ufficiali della tavoletta Ouija furono Charles Kennard, che era a capo della Novelty Company Kennard, e il suo socio in affari Elijah J. Bond. Brevettarono e misero in commercio la tavoletta il 28 maggio 1890. Grazie anche ad un'azzeccata campagna pubblicitaria, la tavola ebbe un successo strepitoso:
"Ouija, la meravigliosa tavola parlante, il dispositivo magico in grado di rispondere alle domande sul passato, presente e futuro con mirabile precisione. Un collegamento tra il noto e l’ignoto, il materiale e l’immateriale. Al modico prezzo di 1,50 $!"
Esiste però la leggenda secondo cui la tavoletta sia molto più antica e addirittura Pitagora la usasse per contattare il Regno dei Morti.
Ma cosa significa "Ouija"? Io non ci ho fatto caso fino a quando non ho letto il motivo, eppure era sotto ai miei occhi: "ouija" deriva dall'unione dei due termini, "oui", ("sì" in lingua francese) e "ja" (stesso significato in lingua tedesca). Si tramanda che fu la moglie di Bond a scegliere il nome perché in quel periodo studiava il francese e il tedesco: il "sì" in due lingue era la risposta affermativa alla domanda che tutti si ponevano, ovvero "si può comunicare con l'Aldilà?".
Oggi il trademark per la tavola Ouija è di proprietà della Hasbro, che la vende anche come un gioco di società; tuttavia molti religiosi e occultisti sono fermamente convinti che, se usata impropriamente, possa diventare il mezzo per un contatto demoniaco e che quindi vada usata solo da persone con una certa esperienza nel paranormale.
Ed eccoci alla fatidica domanda: si può comunicare con l'Aldilà tramite la tavola Ouija?
Come ogni argomento di cui non si hanno prove certe la gente si divide: la maggior parte crede che possa contattare altre dimensioni, ma che sia un oggetto pericoloso e se usata male potrebbe in effetti evocare entità maligne; sono sempre di più però gli scettici totali, che credono sia solo una trovata per un ottimo business.
Se ascoltiamo ciò che pensano i sensitivi, gli investigatori del paranormale e i medium la tavoletta non è però si per sé il problema, ma lo sarebbe il rito che si celebra usandola come focus: quasi tutti coloro che credono nelle capacità di quel pezzo di legno affermano che sbagliando le modalità di evocazione, interrompendolo senza un preciso rito di protezione o se il medium non è sufficientemente preparato la tavola Ouija diventa una sorta di "portale" per dimensioni sconosciute e un varco per entità casuali, il più delle volte negative. I danni causati da queste entità potrebbero essere visibili anche nella lunga distanza e manifestarsi con attacchi psichici, depressione, alterazione della personalità, crisi suicide e omicide o con la possessione.
In generale però, se usata correttamente, si crede che possa mettere in contatto i vivi con i defunti e che addirittura si possa evocare entità specifiche, come lo spirito di un parente deceduto. Ci sarebbe tutta una serie di rituali, di oggetti e di gesti che i medium adotterebbero per fare andare la seduta spiritica nel migliore dei modi ed evocare l'entità desiderata; analogamente ci sarebbe una serie di prevenzioni e protezioni per evitare che giungano entità malvagie o per scacciarle nel caso di un errore di evocazione.
Gli scettici al contrario credono che la tavola Ouija non abbia alcun potere e non canalizzi alcun potere; addirittura la maggior parte di loro afferma che chi la utilizza sia solitamente un truffatore che si spaccia per medium o sensitivo e che il movimento dell'oggetto sulla tavola (solitamente un bicchierino o una moneta) sia guidato con trucchetti abilmente studiati.
E poi c'è il parere della scienza, che incredibilmente crede che in alcuni casi l'oggetto in effetti si muova sulla tavola senza alcun trucco. Ma la scienza ovviamente non accetta l'ipotesi di Aldilà e di varchi di comunicazione con il Regno dei morti; ecco quindi che fornisce una spiegazione davvero singolare: la tavola Ouija ha in effetti un "potere" sulle persone che partecipano alle sedute spiritiche, ma agisce sul loro inconscio piuttosto che contattare altre dimensioni.
Il movimento dell'oggetto sulla tavola, ovviamente quando si manifesta senza trucchi, viene spiegato come un "effetto ideomotorio" o "effetto Carpenter", cioè un movimento umano inconscio del dito sul bicchiere dovuto spesso alla suggestione.
Secondo gli scienziati non sono gli spiriti invocati a fornire le risposte alle domande poste, bensì sono le persone stesse che inconsciamente indicano le lettere sulla tavola per comporre vere e proprie frasi.
Il medico William Benjamin Carpenter notò che nelle persone in particolari situazioni psicologiche si manifestano movimenti muscolari senza la volontà cosciente dell’individuo (l'esempio lampante è quando si piange in reazione a un film commovente); la sua teoria venne poi adattata alla tavola Ouija da molti altri studiosi e in particolare da James Randi, che fece notare come spesso, se i partecipanti a una seduta vengono bendati, non riescono a generare alcuna parola di senso compiuto.
La scienza, a differenza di gran parte degli oggetti esoterici e occulti, è molto interessata allo studio della tavola Ouija perché gli scienziati ritengono che sia un oggetto utile nelle ricerche sui processi di pensiero non cosciente e che potrebbe nascondere i segreti per comprendere malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Ecco che il cerchio si chiude e in un certo senso soddisfa un po' tutti: la tavola Ouija terrebbe fede alle aspettative della gente e offrirebbe davvero un collegamento tra il noto e l’ignoto, anche se poi di dovrebbe discutere sul concetto di "ignoto".

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