L’eruzione dei vulcani sottomarini ha affascinato fin dall’antichità l’uomo, che ha cercato di dare una spiegazione alla potenza di questo fenomeno naturale, alimentando miti e leggende ma anche portando avanti studi e ricerche
Il vulcano sottomarino che erutta, un fenomeno fra geologia, sismologia e vulcanologia. Ben tre rami di scienza studiano e monitorano questo evento particolare ed allo stesso tempo terrificante, se ci si sofferma a pensare a ciò che succede. Una montagna sotterranea, profonda chilometri e chilometri , sputa fuoco dal suo ventre e tutto ciò, avviene negli abissi del mare. L’unica traccia visibile a noi comuni mortali è la scia di fumo detriti e lapilli che vengono sputati in aria ad un altezza che raggiunge anche ben 9 km di altezza, come nel caso dell’eruzione sottomarina del vulcano Hunga Ha’apai, che si trova a circa 60 km della città di Nukualofa, la capitale dell’arcipelago delle Tonga nella Nuova Zelanda, avvenimento di solo qualche giorno fa. Peraltro non era il primo. Gia’ nel 2012, nel Pacifico alcuni marinai australiani che navigavano nel tratto di oceano che divide la Nuova Zelanda e le Isole Tonga, hanno incontrato sulla loro rotta una gigantesca isola di pomice mai vista prima.

Perché l’eru
zioni sottomarine sembrano essere sempre più frequenti? E’ forse un messaggio della natura che si sta ribellando alla mano dell’uomo, che ha intossicato ormai quasi tutti gli ambienti incontaminati? Per i più fantasiosi, sì. La terra si sta ribellando e ci mostra in tutta la sua potenza di cosa è capace. In realtà, per gli scienziati e gli studiosi come vulcanologi, geologi e sismologi questi fenomeni ci sono stati da sempre, anzi, nei tempi più antichi e milioni di anni fa quando ancora il nostro pianeta stava stabilizzandosi erano molti più frequenti. Il fatto è che oggi, sicuramente, questi fenomeni possono essere osservati più da vicino, possono essere filmati, fotografati anche dal satellite nello spazio grazie agli strumenti ad alta tecnologia che hanno a disposizione gli esperti. Le notizie viaggiano alla velocità della luce e dunque anche se sono fenomeni che si verificano a migliaia di chilometri di distanza da noi, in pochi secondi tutto il mondo ne è messo al corrente: la Terra ha parlato, con un urlo che proviene dalle sue gole più profonde e sotterranee e che emergono dagli abissi marini con una lingua di fumo.


Cosa c’è dietro il fascino dell’eruzione sottomarina? sono diversi i miti e le leggende che gli uomini si sono tramandati sin dall’antichità per poter dare una spiegazione a questo fenomeno della natura che esprime forza e bellezza. I Greci pensavano che le fuoriuscite laviche fossero causate dal Dio dei venti, Eolo, che aveva imprigionato i venti nelle caverne. Sicuramente le esplosioni vulcaniche, sia dei vulcani che sorgono sulla superficie terrestre sia di quelli che si trovano sotto la superficie del mare, è interpretata nella letteratura e dalle anime più poetiche come una sorta di passaggio, l’unico varco di comunicazione che c’è fra il cuore della terra, sconosciuto all’uomo, e la superficie popolata. Una sorta di “filo lavico” con cui il nostro pianeta ci comunica la sua forza e ci ricorda allo stesso tempo che la natura è di certo più potente della mano dell’uomo e capace di essere mille volte più distruttiva nel giro di pochi secondi.
I vulcani sottomarini sono spesso i più paurosi se si pensa che le loro dimensioni possono essere a volte quanto quelle di un intero stato. Come per il Tamu, il vulcano sottomarino che si trova a 1.500 chilometri al largo delle coste del Giappone, è alto circa 4 km, largo 650 e ha un’area di 260mila km quadrati, più della Gran Bretagna e quasi quanto la superficie dell’Italia. La sua cima si trova a quasi duemila metri sotto livello del mare. il Tamu può competere anche con i più grandi vulcani del sistema solare. Il Monte Olimpo, su Marte, il più grande vulcano scoperto finora è alto 22 km, ma ha un’area che è soltanto il 20 per cento più grande di quella del Tamu. Non c’è però da temere secondo gli esperti, il Tamu è rimasto attivo fino a 140 milioni di anni fa. Ad oggi dunque è infatti un vulcano inattivo, almeno fino ad oggi, visto che con la natura non può mai essere sicuri al 100%, data la sua imprevedibilità e “sregolatezza”.
Il Tamu ha battuto per dimensioni anche ilMauna Loa , il vulcano che si trova nelle Hawaii, e che era ritenuto il più grande vulcano del pianeta. In realtà il Mauna Loa è più alto del Tamu (9mila metri dal fondo del mare alla cima), ma ha una superficie molto più piccola, circa 5mila km. A due passi dalle coste dell’Italia si nasconde il vulcano sottomarino più esteso d’Europa: il Marsili. E’ localizzato nel Tirreno meridionale e appartenente all’arco insulare delle Eolie. Si trova a circa 140 km a Nord della Sicilia e a circa 150 km a Ovest della Calabria. Il vulcano Marsili misura 70 km di lunghezza e 30 di larghezza, pari a 2.100 km quadrati di superficie. Il Marsili è inserito fra i vulcani sottomarini più pericolosi, insieme ad altri due: il vulcano Magnaghi e il vulcano Palinuro. Il Magnaghi è un vulcano sottomarino italiano sempre nell’Arco eoliano. Ha un’età di circa tre milioni di anni e si trova 220 km a Sud-Est di Napoli. Si eleva in profondità fra 1.465 e 3.000 m per un’altitudine equivalente di poco più di 2.500 metri. Il Palinuro è un vulcano sottomarino a circa 65 km dalle coste del Cilento. La sommità del Palinuro è visibile a 100 metri sotto il livello del mare. E’ un vulcano attivo che potrebbe essere molto dannoso per la costa tirrenica meridionale in caso di eruzione. Un supervulcano è stato scoperto di recente anche sotto il parco americano di Yellostone. L’ultima eruzione avvenuta a Yellowstone risale però a circa 640 mila anni fa e, da tempo, ma i sismologi hanno affermato che potrebbe essere in procinto di esplodere. Un insolito fenomeno si può osservare invece in Indonesia, a Est di Giava, dove il vulcano Kawah Ijen ha eruttato più volte lava blu. Ciò che rende particolare questo vulcano è la presenza di zolfo poiché sul fondo del cratere, nella sua pancia più remota si trova un lago le cui acque contengono alti livelli di acido solforico.
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