Agricoltura e Industra antidiluviana

Vedete che quando parlo di civiltà urbane prima del "diluvio", ovvero in una descrizione semplicistica del fenomeno, prima della fine della glaciazione di Wurm durante le puntate del podcast ho PERFETTAMENTE ragione? Perché agricoltura presuppone sedentarietà, organizzazione sociale e tutti gli annessi e connessi.

L'agricoltura è nata per sopravvivere all'Era Glaciale

Lo dimostra l’analisi di frammenti di macine di 23.000 anni fa

I frammenti di macine su cui sono state condotte le analisi (Fonte: Jiming Shi)

L'agricoltura è nata per sopravvivere all'Era Glaciale: lo indica uno studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia di Scienze degli Stati Uniti (Pnas) e coordinato da Li Liu, dell'università americana di Stanford. I ricercatori hanno tracciato l'origine dell'agricoltura nel Nord della Cina esaminando tre macine scoperte in un sito archeologico chiamato Shizitan, nella valle del fiume Qingshui al centro della regione del Fiume Giallo.

Le macine risalgono a un periodo compreso fra 23.000 e 19.500 anni fa, quando l'ultima Era Glaciale aveva raggiunto il suo picco. Su questi strumenti i ricercatori hanno scoperto molti residui di vegetali, indicando che le macine erano state utilizzate per trattare una grande varietà di piante locali, tra cui semi di erbe selvatiche, fagioli, patate dolci e radici.
Recenti studi hanno dimostrato che i cacciatori-raccoglitori della regione probabilmente si nutrivano di una grande varietà di flora locale, migliaia di anni prima che fossero addomesticate le piante.

Come mostra il sito in cui sono state scoperte le macine e gli altri 50 siti vicini, tutti del tardo Paleolitico (compreso fra 25.000 e 9.000 anni fa) distribuiti lungo il fiume Qingshui, un affluente del Fiume Giallo. Tutti questi siti sono caratterizzati da piccoli utensili, senza ceramiche, strutture abitative, sepolture, o siti di stoccaggio, caratteristiche che fanno pensare che gli occupanti erano popoli nomadi di cacciatori e raccoglitori. Il lungo intervallo di tempo e l'abbondanza di resti di materiali, che testimoniano la lunga occupazione umana, forniscono una grande quantità di dati per studiare la transizione dal Paleolitico ai primi periodi del Neolitico in questa regione, con il progressivo passaggio all'agricoltura.

Lo studio mostra per esempio che circa 23.000 anni fa, una vasta gamma di risorse nella valle del fiume Qingshui ha attratto piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori. Questi uomini preistorici hanno iniziato a raccogliere e utilizzare la fauna locale per completare la caccia, e, nel processo, hanno cominciato ad acquisire le conoscenze di domesticazione delle piante che avrebbero portato più tardi alla nascita dell'agricoltura nella regione

E l'industria pure...

Risale a 20.000 anni fa l'invenzione della ceramica

La datazione al radiocarbonio di una serie di frammenti di vasellame scoperti in un sito cinese sposta indietro nel tempo l'introduzione di questa tecnologia. Secondo questa analisi, l'invenzione della ceramica non risalirebbe alla "rivoluzione neolitica", ma al precedente periodo dell'ultimo massimo glaciale. La scoperta corrobora la tesi secondo cui l'uso della ceramica abbia rappresentato un punto di svolta nella strada verso lo sviluppo dell'agricoltura 

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La datazione di una serie di frammenti di vasellame trovati nel sito cinese della grotta di Xianrendong, nella provincia di Jiangxi, porta a spostare indietro nel tempo di almeno 2000-3000 anni l’introduzione di questa tecnologia fondamentale per la storia dell’umanità. La datazione al radiocarbonio dei contesti archeologici relativi ai frammenti più antichi li fa infatti risalire a un periodo compreso fra 20.000 e 19.000 anni fa, ben più vecchie quindi delle più antiche ceramiche finora rinvenute.

La ricerca con cui un gruppo di archeologi delle università di Pechino, di Boston e di Tubinga ha annunciato la ridatazione delle ceramiche è descritta in un articolo pubblicato sulla rivista “Science”. 

Fino a poco tempo fa si riteneva che la produzione della ceramica fosse iniziata nel corso della cosiddetta "rivoluzione neolitica" e che fosse opera di popolazioni già in via di transizione verso un'economia basata sull’agricoltura e sull’allevamento. 

Recenti scoperte hanno però messo in dubbio questo quadro e aperto la possibilità a scenari differenti. In particolare, si è scoperto che intorno all'ultimo massimo glaciale, fra 25.000 e 19.000 anni fa, si è progressivamente diffusa una serie di nuove tecnologie, fra cui quelle relative alla produzione di strumenti costituiti da piccole scaglie (microliti) e mole. Inoltre, tre anni fa, nella Russia estremo orientale era stato scoperto un primo frammento di ceramica risalente a 17.000-18.000 anni fa.

Secondo i sostenitori di questa prospettiva alternativa, i manufatti prodotti con le nuove tecnologie avrebbero consentito un miglior sfruttamento di una vasta gamma di piante e animali e una più efficiente estrazione dei loro componenti utili alla nutrizione, grazie a un'efficiente macinazione e alla cottura. 

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Il sito di scavo a Xianrendong. (Cortesia AAAS / Science)

La scoperta e la datazione delle ceramiche cinesi rappresenta quindi un importante punto a favore di questa prospettiva. La testimonianza di questo complesso di tecnologie già nel corso dell'ultimo massimo glaciale, in anticipo di almeno 10.000 anni rispetto all'agricoltura, suggerisce infatti che l’ampliamento della dieta umana, con l’introduzione di alimenti difficili da lavorare e da digerire (come il miglio e il riso in Cina) siano stati un momento centrale per gli eventi successivi che avrebbero portato alla domesticazione delle piante selvatiche, all’introduzione dell’agricoltura e infine a società più complesse. 

In una nota a commento dell’articolo, Gideon Shelach, della Hebrew University di Gerusalemme, osserva peraltro che le due prospettive sui rapporti fra ceramica e agricoltura non sono necessariamente in contraddizione. Sebbene il fatto che in Asia orientale l’introduzione della ceramica abbia preceduto di alcuni millenni quella dell'agricoltura, mentre nel Vicino Oriente sia avvenuta successivamente, pone il problema della comprensione di un'evidente differenza di fondo nello sviluppo socio-economico delle due regioni.

E se a questo aggiungiamo anche navigazione e commercio...

Immaginate un gruppo di Homo erectus, i più antichi esponenti della nostra famiglia, che vivono in prossimità della costa su un’isola dell’Indonesia, ben lontani da un’altra rigogliosa isola, visibile solo a poche miglia al largo. Un giorno, mentre sono sulla riva, una mandria d’elefanti esce dalla vicina foresta e attraversa la spiaggia, entra nell’oceano e comincia a nuotare in mare aperto verso l’altra isola. Potrebbe essere questa l’esperienza che fa scattare un processo creativo nei nostri antenati che li stanno guardando?

La loro immaginazione si arricchisce non solo del desiderio di raggiungere tale isola, ma anche delle idee su come farlo? Potrebbe questo periodo di pensiero creativo concludersi con l’invenzione di una zattera abbastanza grande da contenere più persone, il cibo e l’acqua? Se saremo in grado di acquisire elementi di prova di questa situazione nel passato remoto, nei primi giorni di Homo erectus, saranno poi gli archeologi a fissare la data e il luogo di uno degli eventi più straordinari in tutta la storia umana, un passo importante per l’evoluzione della mente umana.

Foto tomas2002 / Web Shots

Gli elefanti sono di gran lunga i più forti e grandi tra i mammiferi, colonizzatori attraverso il mare. Sono nuotatori su lunghe distanze e sono stati visti attraversare grandi distanze nell’acqua, sia dolce, sia salata. Mandrie di elefanti hanno nuotato per 48 ore consecutive attraverso i grandi laghi africani. Elefanti hanno nuotato nel mare su una distanza di 48 km, a volte raggiungendo una velocità di 2,7 km / h. Gli elefanti spesso nuotano al largo delle isole in India. Quando nuotano su lunghe distanze, a volte trainano altri individui che hanno bisogno di riposo. Le loro casse toraciche sono molto ben disegnate per la respirazione, e un piccolo branco è in grado di creare una colonia, con il suo potenziale riproduttivo. Diverse specie d’elefanti hanno attraversato il mare in Indonesia a est delle isole di Giava, e verso le Filippine, dove hanno continuato a evolversi e la specie nana si è evoluta. 

Foto tangaroa.nettblogg

Nel 1947 l’avventuriero norvegese Thor Heyerdahl, nella sua Kon Tiki Expedition, navigò con una grande zattera di balsa, progettata secondo un modello andino o sudamericano, verso ovest attraverso il Pacifico per 101 giorni. 

La zattera era stata progettata e costruita da costruttori navali indigeni delle popolazioni che vivono ancora intorno al lago Titicaca, sulla Cordigliera delle Ande. La teoria di Thor Heyerdahl, che anticamente i sudamericani avessero viaggiato verso la Polinesia, era inizialmente controversa, ma il libro sulla spedizione è diventato immediatamente un best–seller e il film documentario ha vinto un Academy Award. Il mondo è ormai consapevole del fatto che i popoli indigeni e le antiche civiltà potrebbero aver costruito grandi zattere che potevano compiere con successo lunghi viaggi in mare aperto. Nel 2006 il nipote di Thor Heyerdahl, Olav Heyerdahl, era con l’equipaggio della Tangaroa (così chiamata dal nome del gran Dio del mare Maori), il cui viaggio attraverso il Pacifico onorò il grande Thor Heyerdahl. 

Foto First Mariner’s Project – National Geographic Project 2008

Millenni prima dei primi resti conosciuti di imbarcazioni, l’Homo erectus viaggiava su enormi distanze a nord, verso la regione mediterranea, e migliaia di miglia ad est e in Asia. Non vi è alcuna prova diretta archeologica che l’Homo erectus si spingesse in alto mare, ma l’argomento che possa averlo fatto con zattere di tronchi è molto forte e le implicazioni sono molto importanti. Se si vuole raggiungere un’isola al largo, o si costruisce una grande zattera o barca, o si affronta il nuoto su lunga distanza. Forse questa premessa è semplice e condivisibile, ma si discute in dettaglio solo sulla possibilità recente di un tale exploit. 

La maggior parte dei siti dell’Homo erectus è molto difficilmente databile con precisione, e le prove della presenza dell’Homo erectus in località che sono sempre state isole è stata scoperta solo di recente. La capacità d’attraversare l’acqua rappresenta una tappa importante nella storia dell’evoluzione umana. 

Mappa – Alberto Salguero / Wikipedia

Robert G. Bednarik e il First Mariners Project dell’Istituto Internazionale di Archeologia di replicazione in Australia hanno condotto eccezionali ricerche, per individuare i più antichi marinai. Bednarik studia la presenza dell’Homo erectus in Indonesia e le origini della navigazione marittima. 

Ha pubblicato su entrambi i temi, articoli su riviste accademiche e in sedi destinate al più ampio pubblico.

La presenza dell’Homo erectus è da tempo nota in Indonesia, sull’isola di Giava, con i primi fossili risalenti a 1,51–1,10 milioni d’anni fa. L’Homo erectus poteva camminare sino a Giava sul Sonda Shelf, una massa continentale oggi sommersa che collegava la penisola malese, Kalimantan, Borneo, Sumatra e Giava, con ampie valli. Sondaland, che è un’estensione dell’Asia continentale, e la piattaforma continentale della Sonda, non si estendono ulteriormente ad est di Giava. Quando un più basso del livello del mare permetteva che Sonda formasse un vasto territorio emerso, anche l’Australia e la Nuova Guinea erano unite da un gran ponte di terra superficiale per formare la massa continentale conosciuta come Sahul. 

Foto satellitare – NASA

Tuttavia, zone di mare aperto rimanevano tra il bordo orientale di Sonda e il margine occidentale dell’Australasia in tutto il tardo Pliocene e Pleistocene. La fauna tipica del sud–est asiatico non si estende al di là della linea di Wallace. Le isole più in basso del Sonda avevano animali distintivi che includevano elefanti, sia di taglia normale, sia nani. In queste acque vi sono isole che sono sempre state circondate dal mare durante il periodo dell’Homo erectus. Se si trova la prova dell’Homo erectus, su queste isole oceaniche più di 500.000 anni fa, avremo trovato la storia dei primi viaggi marittimi. 

La linea di Wallace segna il bordo della piattaforma continentale dell’Asia e di Sonda. Si trova tra le isole di Nusa Tenggara (Lesser Sonda Islands) come Borneo, Sulawesi (Celebes), Bali e Lombok. 

Questo confine naturale è stato notato per primo da Alfred Russel Wallace, naturalista britannico, che ha concepito una Teoria dell’Evoluzione coincidente con quella di Charles Darwin. Considerando che la distanza per via d’acqua tra Bali e Lombok è di soli 35 km, la ‘durezza’ della linea di Wallace è impressionante. 

Mappa – Teresa Zubi Karte / Dive Sites in Indonesia

Wallacea comprende le isole tra Sondaland (penisola malese, Sumatra, Borneo, Giava e Bali) e la vicina Oceania (Australia e Nuova Guinea). Queste isole sono sempre state circondate da acque profonde, e non potrebbero mai essere state raggiunte attraverso un percorso terrestre, anche quando il livello del mare durante i periodi glaciali era più basso. 

Queste isole, per essere raggiunte, hanno richiesto che l’Homo erectus sapesse costruire zattere o barche. La linea di demarcazione Wallacea traa Australia e Nuova Guinea, è chiamata Lydekker’s Line. Vicino all’Oceania tocca: Australia, Tasmania, le isole Aru, Nuova Guinea e le Isole Salomone. A volte durante il Pleistocene, sul livello del mare in questa regione era di 130 metri più basso rispetto a quello attuale e le isole della Nuova Oceania erano riunite a formare il continente noto come Sahul. 

Le isole di Wallacea, tuttavia, non sono mai state unite in questi intervalli di freddo nel Pleistocene. 

Qui sta l’importanza del loro carattere distintivo bio–geografico e la sfida all’Homo erectus. La fauna di queste isole è stata, e lo è ancora, meno diversificata da quelli ad ovest rispetto a loro. Le isole di Wallacea vedono pochi mammiferi terrestri, uccelli di terra, pesci d’acqua dolce o provenienti dal continente asiatico, a causa dell’ostacolo presentato da un viaggio nell’ oceano aperto. Quasi la metà delle specie di vertebrati terrestri del Wallacea sono endemiche (cioè non si trovano in nessun altro luogo). E Wallacea era originariamente quasi completamente coperta da una foresta umida di un gran numero di specie di piante endemiche di latifoglie. 

Sulle isole di Wallacea è la prova che conferma che l’Homo erectus fu il primo marinaio, una pietra miliare nella storia umana. Possiamo presumere che i primi potenziali uomini di mare fossero affascinati dalle isole facilmente visibili, poco lontane dalle loro rive. La curiosità è sempre presente nella coscienza umana. Che cosa si trova là fuori? Cibo? Pericolo? (Il contatto visivo con l’isola non può essere documentato fino al Pleistocene superiore e alle migrazioni umane verso l’Australasia). 

Foto First Mariner’s Project – National Geographic Project 2008

Molto tempo prima dell’avventuroso viaggio verso un’isola, Homo erectus non solo vedeva occasionalmente qualche mandria d’elefanti fare il bagno nel mare di un’isola, ma è probabile che tentasse la pesca in mare da piccole zattere. La testimonianza archeologica implica che l’‘invenzione’ d’una più zattera più resistente, capace d’affrontare il mare, possa quasi essere un’estensione di routine della capacità intellettuali dell’Homo erectus già in uso quotidianamente. 

E’ molto improbabile che i primi marinai che si avventurarono sul mare usassero canoe o piroghe. Non vi è alcuna prova solida dell’uso del fuoco durante il periodo di certezza archeologica della presenza dei primi Homo erectus sulle isole di Wallacea, ed è quasi impossibile costruire una piroga dal tronco d’un albero cavo senza l’uso del fuoco. La piroga più antica conosciuta proviene dai Paesi Bassi, e risale al 8600 a.C. Nel Mesolitico tempi, il moderno H.sapiens dominò il pianeta per decine di migliaia di anni. Homo erectus si era evoluto nei nostri immediati antenati, prima di estinguersi, prima che il Pleistocene superiore e l’ultima era glaciale iniziassero, verso il 110.000 a.C.

Possiamo concludere che la prima traversata dell’oceano fu compiuta su zattere fatte con tronchi, legati insieme con corda di dure fibre vegetali e / o di fronde di palma. Il bambù era abbondante in Wallacea, e forse alcuni tronchi di legno approdati sulla spiaggia, facili da assemblare e non troppo decomposti, potevano essere utili come legni supplementari. Ebbene, qual è la prova che Homo erectus è stato il primo ominide a viaggiare sul mare? 

Non abbiamo i resti delle loro imbarcazioni oceaniche. Zattere costituite da tronchi legati insieme sarebbero quasi impossibili da identificare con una scoperta archeologica. Abbandonate quando la riparazione non era più possibile, o distrutte dal mare, sarebbero state presto scomposte e disperse e non possono più essere identificate come un oggetto costruito dall’essere umano. Forse finalmente il ritrovamento d’una pagaia potrebbe essere una prova, ma non ne sono state trovate da questa remota epoca. 

Mappa – Teresa Zubi Karte / Dive Sites in Indonesia

La piattaforma della Sonda era una foresta densa, non sempre facile da attraversare, in tutto il Medio Pleistocene (da 780.000 a 13.000 anni fa). Tale situazione esisteva solo quando il livello del mare era più basso. Sumatra, Giava, Bali e Kalimantan costituivano periodicamente ponti raggiungibile via terra, e non era necessario viaggiare per mare per raggiungerle. Prima che Homo erectus arrivasse in Indonesia è stato su Giava e ciò è stato datato a 1,51–1,02 milioni di anni fa. La possibilità di pescare al largo deve essere stata rapidamente scoperta e apprezzata, e possiamo supporre che brevi viaggi di pesca diventassero una priorità. 

L’evoluzione della navigazione marittima ha portato alla capacità di attraversamento di braci di mare di 30 km e alla colonizzazione dell’isola di Flores, verso 840.000 a.C. (tardo Pleistocene inferiore). Questo viaggio comporta la prima colonizzazione di Lombok e Sumbawa, le due grandi isole tra Bali e Flores. 

Anche nei momenti in cui il livello del mare era ai livelli più bassi, due bracci di mare dovevano essere attraversati per raggiungere l’isola di Flores. In primo luogo si doveva attraversare il canale tra Bali e Lombok, poi i 9 km di distanza tra Sumbawa e Flores. L’attraversamento dello Stretto di Lombok può essere stato il primo viaggio nella storia della navigazione oceanica, con l’obiettivo di conquistare una nuova isola o un nuovo territorio. 

Fotografia – Serenade / Wikipedia

L’isola di Flores è a metà strada tra la Sonda e il Sahul ed è stata il primo obiettivo per l’insediamento dei primi Homo erectus nella regione. Il Bacino Soa occupa una vasta regione interna, sull’isola di Flores. Si estende per 20 km x 10 km ed è circondato da montagne e vulcani attivi. Durante gran parte della sua storia è stata un grande lago. A volte, grazie alla formazione d’un fiume, il lago è stato drenato e la Soa è diventata un bacino di pascoli a savana. C’è un fiume d’uscita ancora presente. Gli archeologi hanno trovato fossili e utensili di pietra in sedimenti tufacei che si sono formati nel bacino Soa durante i periodi ‘secchi’. 

Tra i fossili, negli strati di depositi vulcanici del Bacino Soa di Flores, vi sono molti resti d’elefanti Stegdon e ci sono, nel Paleolitico Inferiore, strumenti umani compiuti nella Formazione Ola Bula, Flores centrale. Nel sito Menge Mata, 19 campioni di prodotti paleomagnetici consentono di stimare l’età del sedimento, che contiene gli strumenti, a 780000 anni. La traccia di fissione offre la stessa analisi di sedimenti, prodotti in un’epoca di ~ 800000–720000 anni fa. 

All’inizio il deposito di 850000 – 920000 anni fa non contiene alcun manufatto (Periodo 1). 3 si riferisce al periodo di fossili e pietre strumenti depositati presso Mata Menge e altre cinque località tra 800000 e 700000 anni. Il caso è chiuso! Homo erectus come primo marinaio, navigava in zattera all’isola Wallacea di Flores più di 3 / 4 milioni di anni fa! 

Fotografia – Retno Handini / Science Magazine

Strumenti di pietra analoghi a quelli reperiti su Flores sono stati trovati su altre isole in acque profonde della Wallacea: Timor centrale, Timor occidentale, Roti e Sulawesi. I reperti da Timor e Roti sono stati individuati in depositi del Pleistocene medio. Stegodonti sono stati individuati a Atambua, Timor Ovest in sei siti della formazione Weaiwe. Un frammento osseo di Stegodonte trovato alla To’os era stato fracassato ed aveva anche subito un incendio, forse deliberatamente appiccato (chi o che cosa appiccò il fuoco?). 

Stegodonti e Homo erectus vivevano fianco a fianco su Timor. Anche se non vi è alcuna solida prova che l’uomo cacciasse gli Stegodonti, essi potrebbero essersi dedicati al recupero delle carcasse trovate occasionalmente. Strumenti di pietra sono stati trovati in almeno sei siti di Stegodonti, ma ciò potrebbe indicare il recupero e il trattamento delle carcasse, e non la caccia attiva. L’Homo erectus indonesiano viaggiava eventualmente da Alor a Timor, su una distanza di 60 a 100 km di mare aperto. 

L’uomo s’era lanciato sul mare, molto prima che noi – ‘uomini moderni’ – apparissimo sulla Terra. 

Le implicazioni per l’evoluzione del nostro cervello e le capacità intellettuali sono impressionanti! 




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Mondo Tempo Reale è il blog che dal 2010 vi racconta le notizie più incredibili, strane, curiose e divertenti: fatti imbarazzanti, ladri imbranati, prodotti assurdi, ricerche scientifiche decisamente insolite.
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