Jobs Act, pc sotto il controllo del capo per i lavoratori

Lavoratori sotto controllo. Con l’approvazione dei decreti attuativi del Jobs act nel Consiglio dei ministri, sono stati confermati i controlli del datore di lavoro su pc, tablet e cellulari dei dipenditi. Dati questi utilizzabili a fini disciplinari.

Pc, smartphone, tablet e badge dei lavoratori dipendenti potranno essere messi “sotto controllo” dall’azienda senza prima necessità di trovare un accordo coi sindacati. Lo prevede uno dei decreti attuativi al Job act approvato ieri, in via definitiva, dal governo.

Passa quindi la linea dura sui controlli a distanza sul luogo di lavoro, in deroga alle norme previgenti, che si adegua, così, definitivamente, all’evoluzione tecnologica e ai nuovi strumenti garantiti dal progresso.

La vecchia disciplina prevista dallo Statuto dei Lavoratori resterà in vita solo per le telecamere puntate sui dipendenti al lavoro: l’installazione di tali strumenti di controllo a distanza, infatti, resterà subordinata solo alle effettive necessità dell’attività lavorativa o nell’ottica della prevenzione dal rischio di furti o, comunque, per la tutela dei beni aziendali; sarà inoltre necessario l’accordo con i sindacati oppure l’autorizzazione amministrativa e, comunque, il rispetto delle norme sulla privacy.

Non saranno invece necessari gli accordi sindacali e autorizzazioni per gli strumenti che servono al lavoratore per svolgere la propria prestazione lavorativa. Il dipendente, però, dovrà essere preventivamente informato che lo strumento tecnologico consegnatogli dall’azienda è “sotto controllo”. Dunque, il datore potrà – tanto per esemplificare – controllare il computer aziendale ma non il tablet di proprietà del dipendente; potrà controllare il telefono d’ufficio, ma non il cellulare personale dell’impiegato.

Il datore di lavoro avrà la possibilità di utilizzare le informazioni ottenute dai nuovi controlli per fini disciplinari ed intimare, così eventuali sanzioni o del tutto il licenziamento. Così, per esempio, potrà essere licenziato il dipendente che venga pizzicato a chattare su Facebook o a navigare su siti vietati, con il computer aziendale, durante le ore di lavoro, nel momento in cui il pc è stato messo sotto controllo. Stesso discorso per chi non “badgia” o chi utilizza per fini personali il telefono dell’ufficio.

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