Sembrano bambine ma a 12 anni diventano maschi

Succede in un piccolo villaggio della Repubblica Domenicana: i neonati hanno sembianze femminili ma, a causa di una mutazione genetica, si "trasformano" in maschi una volta entrati nella pubertà.

Nascere con l’aspetto di una bambina e ritrovarsi uomo. Senza alcuna operazione chirurgica, solo per mutazione genetica.

Nel piccolo villaggio di Las Salinas, duecento chilometri di distanza dalla capitale della Repubblica Domenicana, c’è un fenomeno che endocrinologi e urologi stanno studiando da almeno 40 anni.

In alcune famiglie i neonati hanno le sembianze di una femminuccia ma, intorno all’età di 12 anni “mutano” e diventano ragazzi. Quello che si crede un apparato femminile si trasforma gradualmente fino alla formazione del pene e dei testicoli rendendoli uomini a tutti gli effetti.

Le “bimbe”, chiaramente, per anni vengono cresciute come femmine ma, sviluppandosi, avviene una trasformazione drastica: cambiano la voce, l’apparato e la muscolatura assomigliando sempre di più ai loro compagni maschi (la barba no, quella non cresce).

È un fenomeno che colpisce 1 bambino su 90. Il giovane medico domenicano Luis Guerrero era ossessionato da questo strano fenomeno. Così si è portato tutte le sue ricerche su Salinas e i “guevedoces” (letteralmente “pene a dodici anni”) in America, alla Facoltà di Medicina della Cornell University (New York).

Passo dopo passo, insieme ad altri ricercatori, sono stati individuati 24 uomini che precedentemente avevano tratti femminili appartenenti a 3 diverse famiglie che avevano in comune soltanto una cosa: Altagracia Carrasco.

Il nome di questa donna non dice nulla, ma Altagracia è l’unica – risalendo l’albero genealogico per sette generazioni – ad accomunare questi uomini. Da lei, è una supposizione, potrebbe aver avuto il via la mutazione.

Il team della Cornell University ha continuato la ricerca fino a pubblicare nel 1974, sulla base del materiale raccolto dall’endocrinologa Julianne Imperato-McGinley, uno studio che rivela come funziona questo fenomeno: si tratta di una rara deformità genetica, forse causata dalla mancanza di 5-a-reduttasi, un enzima che trasforma il testosterone in diidrotestosterone.

Una forma ereditaria dove c’è una “mancanza di messaggio”: ovvero viene meno l’ordine di “sviluppare pene e testicoli” cosicché, fino all’età della pubertà, un “uomo in divenire” appare come una femmina.

La Bbc è volata in Centro America per raccontare questo fenomeno – ad oggi si contano poco più di una ventina di guevedoces – e nel documentario “Countdown to Life – the Extraordinary Making of You” ha analizzato la storia di Johnny, che prima era Felicita.

È cresciuta come bambina, si è vestita e comportata come tale, e poi è diventata uomo. Oggi, 24enne, spiega che già allora non si sentiva donna: «Indossavo la gonna ma non mi piaceva. Se vedevo i ragazzi, volevo sempre andare a giocare a calcio con loro».

Una condizione, quella dei “guevedoces” o “machihembras”, difficilissima da accettare. La maggior parte di loro decide di vivere come uomo, con preferenze eterosessuali: il pene rimane però di dimensioni piccolissime e la sterilità è diffusa. Altri, invece, dopo almeno 12 anni di vita vissuti da donna, “ri-mutano” la loro natura ricorrendo alla chirurgia plastica.

http://www.repubblica.it/scienze/

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