Parigi, Valls: "Siamo in guerra, dobbiamo attenderci altri attacchi"



Sulla stessa lunghezza il presidente Hollande: "Attacco senza precedenti, la nostra risposta sarà spietata". Secondo l'ultimo bilancio i morti sono 129 morti e 352 i feriti

Sparatorie e sette esplosioni: almeno 129 persone sono rimaste vittime dei sei attentati che venerdì sera hanno colpito, per la seconda volta in un anno, il cuore di Parigi. Sono oltre 352 i feriti, 99 dei quali gravi. Per il presidente francese si tratta di un attacco "senza precedenti". "E' stato un atto di guerra compiuto dall'esercito dell'Isis", ha ggiunto Hollande e la Francia saprà essere "spietata". Gli fa eco il primo ministro Manuel Valls: "Siamo in guerra. Sarà lunga e difficile, e per questo dobbiamo attenderci altri attacchi. Ma risponderemo colpo su colpo per distruggere l'Isis".

Papa: "Tutto questo non è umano, nessuna giustificazione" - "Questo è un pezzo, (della terza guerra mondiale, ndr) non ci sono giustificazioni per queste cose". Così Papa Francesco sabato ha voluto commentare gli attacchi al cuore della Francia. "Per tutto questo non può esserci una giustificazione religiosa o umana. Questo non è umano. Per questo sono vicino a tutta la Francia e le voglio tanto bene".

Tre squadre di attentatori in azione - Resta aperta ad ogni ipotesi il fronte delle indagini su eventuali terroristi sopravvissuti che, come avvenne il 7, 8 e 9 gennaio dopo la strage a Charlie Hebdo, potrebbero tornare a colpire nelle prossime ore. Il procuratore Francois Molins, lo stesso di gennaio e degli ultimi anni insanguinati dal terrorismo in Francia, ha spiegato che in azione a Parigi e Saint-Denis (dove sorge lo Stade de France e dove si stava giocando l'amichevole Francia-Germania) c'erano "tre squadre", tre commando.

Un'auto, una Seat nera "Leon", ne ha portati alcuni davanti a quattro ristoranti. Davanti a ognuno dei locali, dove in pieno venerdì sera (erano circa le 21.30) c'erano moltissime persone a mangiare o semplicemente a bere un bicchiere, sono scesi e hanno fatto fuoco. "Tutti erano equipaggiati con fucili kalashnikov", ha precisato Molins.

Il primo attacco: kamikaze fermato all'ingresso dello stadio, si fa esplodere in strada - A dare il via all'impressionante sequenza di azioni omicide è stato alle 21.20 un kamikaze che si è fatto esplodere nella strada che corre lungo lo Stade de France, dove a inizio estate si dovrebbero giocare diverse partite degli Europei 2016, fra cui la finale. Era la "rue Rimet", intitolata all'ideatore dei mondiali di calcio, e il kamikaze si è fatto saltare all'altezza della porta B. Un'esplosione impressionante, rafforzata da perossido di idrogeno con chiodi e bulloni, tutti i kamikaze avevano lo stesso tipo di esplosivo, che ha ucciso all'istante il killer suicida e un malcapitato passante.

Ma il piano era, se possibile, peggiore. L'attentatore, scrive il Wall Street Journal, aveva infatti un biglietto d'ingresso, ma è stato fermato ai cancelli dello stadio dopo che gli addetti ai controlli hanno scoperto che indossava dell'esplosivo. Allora si è fatto esplodere mentre tentava la fuga.

Il secondo attacco: commando apre il fuoco contro due ristoranti - All'interno dello stadio, tutti hanno capito che non si trattava dei soliti petardi dei tifosi. Ma la partita, a parte il presidente Francois Hollande immediatamente prelevato in tribuna d'onore e riportato all'Eliseo, è andata avanti. Pochi minuti dopo esordivano i "commando parigini": la Seat nera della morte si ferma davanti a due ristoranti del XII arrondissement, i killer scendono e sparano all'impazzata contro i ristoranti Carillon e Petit Cambodge, uccidendo 15 persone e ferendone gravemente altre 10.

Il terzo attacco: kamikaze si fa esplodere davanti alla porta H dello stadio - Un minuto dopo, seconda esplosione allo stadio, porta H, muore il kamikaze.

Il quarto attacco: commando apre il fuoco in un altro locale - Poi, 5 morti alla Bonne Biere, seconda tappa della Seat nera. Pochi minuti e altri 19 innocenti muoiono al Cafè Bonne Biere, terza tappa del tour del terrore.

Il quinto attacco: kaimikaze si fa esplodere in un bar - Poi in un locale di boulevard Voltaire, lo stesso del Bataclan, un terrorista si siede al tavolo, ordina da bere e si fa saltare. Si salva, miracolosamente, la cameriera che aveva raccolto l'ordinazione.

Il sesto attacco: commando irrompe al Bataclan - Intanto, un commando di 4 terroristi sbarca da una seconda auto, una Polo nera, davanti al Bataclan dove si esibisce il gruppo californiano Eagles of Death Metal, che suona da mezz'ora, minaccia i vigili, fa irruzione nel locale e spara all'impazzata sulla folla. Che all'inizio pensa a effetti speciali. Dura tre ore la presa di ostaggi, con scene di terrore e disperazione e, alla fine, 89 morti.

Parigi il giorno dopo gli attentati - Chi è sabato mattina presto nelle strade di Parigi ha avuto un'unica, condivisa impressione: quella di un silenzio spettrale, assurdo per la rumorosa capitale. Un silenzio solo ogni tanto interrotto dalle sirene di polizia e ambulanze. Un falso allarme a metà giornata, petardi esplosi in una festa di matrimonio, poi voci di un inseguimento a un'auto nera con quattro uomini armati a bordo, senza seguito.

L'identificazione degli attentatori - L'indagine vera consente di identificare uno dei terroristi del Bataclan attraverso le impronte digitali di un dito sezionato. Era un francese trentenne, schedato, pregiudicato, noto come molto vicino agli islamici radicali. Poi due passaporti accanto ai kamikaze dello stadio, uno egiziano, l'altro siriano. Quest'ultimo sarebbe entrato in Europa dall'isola greca di Lero e registrato come rifugiato. Una notizia destinata ad alimentare ancor più le polemiche sulla gestione dei migranti. Inoltre, secondo le autorità elleniche, anche un altro dei terroristi coinvolti nell'attacco a Parigi potrebbe "molto probabilmente" essere entrato in Europa attraverso la frontiera greca.

Le indagini portano in Belgio - Nella tarda serata di sabato, le notizie sulle indagini arrivano dal Belgio: la Polo nera aveva targa belga ed era stata noleggiata da un francese residente in Belgio. Quest'ultimo, insieme ad altri due uomini, è stato arrestato a Bruxelles. Uno di loro, per ora si tratta di una delle poche certezze, venerdì sera si trovava a Parigi.

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