8 famosi capi barbari


Sacco di Roma ad opera dei Visigoti in un quadro di JN Sylvestre del 1890 (Wikimedia)
Dal III al V secolo d.C., diversi eserciti stranieri – tra i quali Goti, Vandali e Unni – penetrarono nell’impero Romano. Visti dai Romani come brutali, violenti e non civilizzati, queste popolazioni barbariche si rivelarono dei formidabili avversari sul campo di battaglia, e alla fine fecero crollare l’Impero Romano d’Occidente.
Conosciamo meglio otto dei più famosi capi barbari, le loro origini, le loro imprese militari e i regni romano-germanici che molti di loro fondarono alla fine del periodo romano e oltre.
Arminio
Nato in una famiglia nobile della tribù germanica dei Cherusci nel 18 a.C., Arminio visse la giovinezza a Roma come ostaggio, e servì anche nell’esercito romano. Nel 9 d.C., guidò una coalizione di tribù germaniche che tese un’imboscata e massacrò tre legioni romane comandate da Publio Quintilio Varo, governatore della provincia della Germania, nella foresta di Teutoburgo. Dopo quest’umiliante sconfitta (lo stesso Varo si suicidò), i Romani si ritirarono dietro il fiume Reno. Nonostante Arminio sia stato acclamato come un eroe nazionalista durante l’unificazione della Germania nel tardo XIX secolo, la sua reputazione soffrì nel corso della seconda guerra mondiale, quando i tedeschi lo associarono al nazionalismo del Terzo Reich di Adolf Hitler.
Illustrazione di Arminio (Archive Photos/Getty Images)
Illustrazione di Arminio (Archive Photos/Getty Images)
Budicca
Come altre donne celtiche, Budicca godette di grande libertà rispetto a molte altre donne del mondo antico. Si allenava al combattimento e alle armi insieme agli uomini della sua tribù. Quando suo marito, re Prasutago della tribù degli Iceni (odierna Inghilterra orientale), morì senza eredi maschi nel 60 d.C., i Romani colsero l’opportunità di annettere il suo regno. Budicca protestò con forza: per tutta risposta, i Romani la frustarono pubblicamente e violentarono le sue due figlie. Approfittando dell’assenza del governatore provinciale Gaio Svetonio Paolino, la regina guerriera guidò alla ribellione gli Iceni e altre tribù, arrivando anche a sconfiggere una legione, la Legio IX Hispana. Secondo lo storico romano Tacito, le forze di Budicca massacrarono circa 70.000 romani e britanni pro-romani. Paolino ritornò presto, e le sue forze sedarono la rivolta. Dopo la sconfitta, Budicca si sarebbe uccisa con del veleno.
Budicca (Hulton Archive/Getty Images)
Budicca (Hulton Archive/Getty Images)
Alarico
Uno dei più famosi condottieri barbarici, Alarico I fu proclamato re dei Visigoti (il ramo occidentale dei Goti, opposto agli Ostrogoti) nel 395 d.C. La nomina seguì la morte dell’imperatore romano d’Oriente Teodosio I, un evento che aveva mandato in frantumi la fragile pace tra Romani e Goti. Quando l’imperatore romano d’Occidente Flavio Onorio si rifiutò di dare all’esercito di Alarico terre e rifornimenti, questi andarono ad assediare Roma. Nell’estate del 410, si racconta che 300 finti schiavi visigoti aprirono la Porta Salaria, e le truppe di Alarico diventarono il primo esercito straniero ad entrare nella città in circa 800 anni. Saccheggiarono Roma per tre giorni, ma secondo alcune fonti trattarono i suoi abitanti umanamente. Poco dopo il sacco di Roma, quand’era ancora in Italia nei pressi di Cosenza, Alarico si ammalò improvvisamente e morì. Il suo popolo, i Visigoti, arrivò in Iberia e fondò un regno nell’odierna Spagna.
Alarico I (Apic/Getty Images)
Alarico I (Apic/Getty Images)
Attila
Nato in una famiglia reale degli Unni, un popolo guerriero nomade di origine siberiana, Attila diventò re insieme a suo fratello Bleda nel 434 d.C. Una volta alleati di Roma contro altre tribù barbariche (tra cui Burgundi e Visigoti), Attila accettò dei considerevoli tributi in oro in cambio di non attaccare il territorio romano, cosa che poi fece comunque. Alla morte di Bleda, assunse il controllo totale di un impero che si estendeva nell’Europa centrale. Una complicata serie di eventi che coinvolsero l’imperatore romano d’Occidente Valentiniano III e sua sorella Onoria, spinse Attila a invadere la Gallia nel 450. Un esercito di Romani e Visigoti riuscì a bloccare l’invasione, ma Attila non si diede per vinto e nel 452 scese in Italia. I Romani mandarono papa Leone I come emissario di pace e, sebbene non conosciamo i dettagli dell’incontro, Attila ritirò le truppe e tornò verso l’attuale Ungheria. Nel 453, venne trovato morto la notte dopo il suo ultimo matrimonio (aveva diverse mogli) apparentemente vittima di epistassi. È stato anche ipotizzato un avvelenamento o una cospirazione per ucciderlo, forse con la complicità della nuova moglie Ildiko.
Attila (Palais Bourbon/Wikimedia Commons)
Attila (Palais Bourbon/Wikimedia Commons)
Genserico
Poco dopo essere diventato re dei Vandali nel 428 d.C., Genserico guidò il suo popolo (circa 80.000 persone, di cui 15.000 in armi) in nord Africa, dove fondò un regno che arrivò a controllare tutto il mar Mediterraneo occidentale. Con la morte dell’imperatore Valentiniano III, decadde un trattato che prometteva il matrimonio tra sua figlia Eudocia e il figlio di Genserico – da qui il pretesto per i Vandali di salpare verso Roma nel 455. Vista l’inadeguatezza delle loro difese, i Romani mandarono ancora papa Leone I a chiedere pietà. Grazie alla diplomazia del papa, i Vandali acconsentirono a non bruciare la città e a non uccidere i suoi abitanti in cambio di un saccheggio in piena libertà. Un vittorioso Genserico ritornò più tardi in nord Africa, dove sconfisse ancora i Romani (nel 461 e nel 468) e razziando i territori dell’impero romano d’Oriente fino addirittura ad Alessandria d’Egitto. Morì nel 477 per cause naturali, mai sconfitto sul campo di battaglia.
I Vandali di Genserico in Italia (Fine Art Images/Heritage Images/Getty Images)
I Vandali di Genserico in Italia (Fine Art Images/Heritage Images/Getty Images)
Odoacre
La maggior parte degli studiosi concordano che Odoacre, il primo re barbarico d’Italia, fosse il figlio di Edicone, principe della tribù germanica degli Sciri e generale dello stesso Attila. Nel 476, dopo aver servito come comandante nell’esercito romano in Italia, Odoacre guidò una ribellione contro Flavio Oreste, un generale romano che aveva deposto l’imperatore d’Occidente Giulio Nepote e che aveva fatto dichiarare imperatore il suo giovane figlio Romolo Augustolo. Le forze di Odoacre catturarono e giustiziarono Oreste, e mandarono Romolo Augustolo (ultimo imperatore d’Occidente romano) in esilio. Odoacre riconosceva ufficialmente la sovranità dell’imperatore bizantino Zenone, tuttavia si rifiutò di rimettere Giulio Nepote a capo dell’impero occidentale (come Zenone voleva), e anzi diventò di fatto re. Fu un sovrano tollerante, permise la pratica del cattolicesimo romano nonostante fosse di fede cristiana ariana. Alla fine, l’alleanza di Zenone con il capo degli Ostrogoti Teodorico segnò la fine del regno di Odoacre: gli Ostrogoti invasero l’Italia nel 489 e conquistarono quasi l’intera penisola. Odoacre riuscì a resistere per un po’ a Ravenna, ma alla fine, nel 493, accettò un accordo per regnare insieme a Teodorico, che però non rispettò i patti: dieci giorni dopo, Teodorico uccise Odoacre con la sua stessa spada durante un banchetto.
Odoacre incontra santo Severino (Ullstein bild/ullstein bild via Getty Images)
Odoacre incontra santo Severino (Ullstein bild/ullstein bild via Getty Images)
Clodoveo
Clodoveo I è considerato il vero fondatore della dinastia Merovingia, che regnò in Gallia e in Germania dal 500 al 750 d.C. circa, e che viene considerata la fondatrice della Francia. Figlio di Childerico I, il re pagano di una tribù germanica nota come i Franchi Sali, Clodoveo salì sul trono nel 481, quando aveva solo 15 anni. Dopo aver sconfitto l’ultimo governatore romano della Gallia nella Battaglia di Soisson (486), Clodoveo fondò un regno che univa vari popoli franchi e che si estendeva dal Reno all’Atlantico. Clodoveo si convertì al cattolicesimo, e il suo regno mischiava le culture romane e germaniche. Una lotta di potere col giovane re visigoto Alarico II segnò buona parte del suo regno, ma nel 507 Clodoveo sconfisse e uccise il suo rivale vicino a Poitiers, nell’odierna Francia. L’anno dopo fece trasferire la capitale nella vecchia Lutezia, ribattezzata Parigi dal nome dei suoi abitanti galli, i Parisii. Clodoveo cercò di estendere il suo impero, ma venne fermato da Teodorico, il potente capo ostrogoto d’Italia. Clodoveo morì nel 511, ma i suoi discendenti merovingi avrebbero regnato per altri 200 anni.
Clodoveo (Florilegius/SSPL/Getty Images)
Clodoveo (Florilegius/SSPL/Getty Images)
Teodorico
All’età di otto anni, Teodorico fu inviato da suo padre Teodemiro (re degli Ostrogoti) come ostaggio a Costantinopoli per garantire la pace tra Bizantini e Ostrogoti. Anche se non imparò mai a leggere e scrivere, adottò molti aspetti della cultura romana. Nel 488 d.C. Teodorico invase l’Italia, conquistando virtualmente tutta la penisola e la Sicilia nel 493, quando uccise a tradimento il suo rivale Odoacre. Durante i suoi 33 anni di regno, governò l’Italia in pace. Emanò editti per assicurare un equo trattamento legale sia per i Goti sia per i Romani, e cercò di far convivere i due popoli in amicizia. Lontano dallo stereotipo brutale del tipico re “barbaro”, Teodorico vestiva i colori porpora come gli imperatori romani, e venerava gli ideali della civilitas. Dopo la sua morte nel 526, sarebbe stato ricordato come Teodorico il Grande per il suo governo pacifico e giusto, e per la sua rivitalizzazione dell’Italia dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente.
Teodorico (Photos/Getty Images)
Teodorico (Photos/Getty Images)

https://ilfattostorico.com/2016/06/21/8-famosi-capi-barbari/

Mondo Tempo Reale

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