Bufale, dal debunking agli strumenti per i browser: ecco come difendersi dall'ondata di fake news



In attesa che Facebook sforni almeno uno degli strumenti annunciati, cioè l'etichetta per i post poco credibili, i consigli per ripulire bacheca e navigazione dalle estensioni per Chrome ai siti di verifica

SULL'onda delle dichiarazioni di Mark Zuckerberg di qualche giorno fa, quelle sui nuovi modi di contrastare le bufale su Facebook, nelle scorse ore alcune fonti fra cui TechCrunch hanno pensato che il social network fosse già passato all'azione con uno di quei provvedimenti. Cioè quello che consisterebbe nell'etichettare con un avviso ben visibile i post ritenuti dubbi o contenenti frottole palesi. Peccato che non fosse così: le segnalazioni di molti utenti si sono in realtà rivelate non la prova che Menlo Park fosse già al lavoro su un simile marchio d'infamia che in molti attendono, simile ma opposto al sistema partorito poche settimane fa da Google News ("Fact-check" di fianco ai pezzi verificati per le versioni statunitense e britannica) ma un'altra cosa. Cioè un'estensione per il browser Chrome in grado di fare in sostanza lo stesso lavoro, segnalando agli utenti i post da prendere con le pinze.

Si tratta di un ulteriore strumento per mettersi al sicuro dall'ondata di fake news che sembra invadere le piattaforme sociali e che ha per esempio spinto l'agenzia Reuters, una delle più prestigiose del mondo, a sviluppare e lanciare un algoritmo (Reuters News Tracer) per filtrare i cinguettii su Twitter. Serve ai giornalisti delle varie redazioni per capire quali siano spam, raccogliendo i termini più utilizzati sotto uno stesso argomento e valutando se e quanto quel tema abbia probabilità di essere veritiero e sia dunque degno di essere ripreso e trattato giornalisticamente.

Nell'attesa che Facebook tiri fuori il coniglio dal cilindro ci sono dunque alcune strategie per difendersi da soli. Quella basilare sarebbe riuscire a fiutare la bufala in autonomia, diffidando per esempio dei titoli ipersemplificativi e dei sommari poco esaustivi così come andando proattivamente a cercare conferme su altre testate, risalendo alla fonte. Lavoro che in pochi hanno tempo e voglia di fare. Peccato, perché i siti che si occupano di smontare, con certosino e salvifico lavoro, le falsità, i complottismi, le teorie dietrologiche o le semplici notizie false e inventate che circolano in rete sono molti. In italiano Bufale.net, Butac.it (dove trovare anche una sterminata "lista nera" di siti, blog e profili social che spacciano panzane), Attivissimo.net, del cacciatore di bufale Paolo Attivissimo, Medbunker.blosgpot.com, Bufaleedintorni.wordpress.com, Scetticamente, Fuffologia.blogspot.it e molti altri. In inglese Snopes, PolitiFact, disponibile anche come app per iOS e Android, FactCheck e The Sunlight Foundation.

Ma siamo ancora nella sfera dell'iniziativa personale. Nel senso che se non si dispone di una certa sensibilità e non si ha voglia, conoscenza o tempo delle fonti alle quali attingere per chiarirsi le idee, si rimane in balia della viralità dei social. BS Detector entra a gamba tesa nel corso delle nostre passeggiate in bacheca, allertandoci quando un contenuto ha un'origine scivolosa. "This website is considered a questionable source", è la formula standard che si ritrova visualizzata una volta installata in due clic questa estensione per Chrome. Cioè uno strumento che interviene durante la navigazione sul social indicandoci quando il sito da cui proviene la news che ci ritroviamo sulla timeline senza sapere come è "una fonte non garantita".

BS Detector è gratuito e funziona attingendo a una lista di siti di bufale molto noti. Un elenco modificabile su Github al quale si potrebbero dunque agevolmente aggiungere anche tutti quelli censiti, per esempio, da Butac per rendere l'estensione sempre più efficace anche per gli utenti italiani di Facebook. Realizzata da Daniel Sieradski, non passa dunque da un algoritmo ma marchia in blocco ciò che certi siti mettono in circolazione. Questo è un limite, perché spesso le bufale s'innestano sottopelle, cioè passano anche fra le pagine delle testate più accreditate, ma è certo un ottimo punto di partenza, specialmente per gli utenti meno esperti che vedono susseguirsi articoli dalle fonti più disparate, uno dietro l'altro, senza poter valutare nel dettaglio l'attendibilità.

Lanciato due settimane fa, è stato messo in piedi "in un'ora" proprio dopo il post in cui Zuckerberg spiegava le difficoltà di individuare questo genere di contenuti nel mare magnum della sua piattaforma. "Certo che si può fare - ha scritto Sieradski nella pagina da cui è possibile scaricare e installare l'estensione - si tratta solo di un concept ma funziona già abbastanza bene". Stesso principio di BS Detector condivide Fake News Alert sfornato da Brian Feldman e rilasciato pure questo sull'onda delle elezioni statunitensi intorno alla metà del mese scorso. In questo caso si esce dal social network: i siti di bufale sono stati selezionati sulla base degli studi della professoressa Melissa Zimdar del Merrimack College, in Massachusetts. Se si visitano certi indirizzi compare un avviso che ti mette in guardia dall'intossicazione disinformativa. Il codice è su Github, lo si può adattare per Firefox o Safari.

Soluzioni del genere sembrano sembrano per ora le più sicure, in attesa che da Facebook arrivino i provvedimenti più volte annunciati dopo il trionfo di Donald Trump all'apparenza favorito da un esercito di notizie costruite ad arte. Ma le polemiche sono durissime e toccano anche l'Italia, per esempio con l'inchiesta di BuzzFeed che ha inchiodato il Movimento 5 Stelle alla sua rete di "siti redditizi che si descrivono come fonti di 'notizie indipendenti' ma in realtà sono controllati dalla direzione del partito". Beppe Grillo ha replicato puntando su un elemento specifico, quello della firma del contratto dei parlamentari con la Casaleggio Associati, limitandosi a definire "ridicolo" il resto delle accuse. Un'altra estensione per Chrome è spuntata infine perfino da un hackathon supportato da Big G all'università di Princeton: si chiama "FiB: Stop living a lie", stavolta è un algoritmo e classifica con un tag ogni post, sia immagine, contenuti per adulti, link fasullo o a malware utilizzando l'intelligenza artificiale.

http://www.repubblica.it/tecnologia/social-network/2016/12/02/news/bufale_dal_debunking_agli_strumenti_per_i_browser_ecco_come_difendersi_dall_ondata_di_fake_news-153306807/?ref=HRERO-1

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Mondo Tempo Reale è il blog che dal 2010 vi racconta le notizie più incredibili, strane, curiose e divertenti: fatti imbarazzanti, ladri imbranati, prodotti assurdi, ricerche scientifiche decisamente insolite.
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1 commenti:

  1. Eh certo la stampa mainstream, che notoriamente dice tutta la verità nient'altro che la verità, ci salverà dalle notizie che circolano su internet. Bilderberg, Trilaterale, TTIP, tutte bufale, dormite bambini.

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