I segreti di Venezia scoperti a bordo di un kayak

Pagaiare tra i canali consente la libertà di vedere posti dove le gondole non possono arrivare.
Fotografia di Michael Neumann, Getty Images 
La città non svelerà mai completamente la sua misteriosa bellezza, ma girarla a colpi di pagaia è un buon modo per capirla e apprezzarla meglio

Venezia può essere ovviamente bella al punto da travolgerti. Eppure, malgrado con i suoi canali e i suoi palazzi dalle tinte pastello attragga ogni anno 20 milioni di turisti a fronte di una popolazione residente di appena 55 mila persone, la città pare sempre negare qualcosa a chi la visita.

Certo, è sempre possibile escogitare un proprio itinerario evitando i tradizionali percorsi consigliati da tutte le guide truistiche e le mete più scontate, eppure, anche così, ad ogni svolta o ad ogni sguardo lanciato da un ponte si ha sempre l'impressione che si stia perdendo qualcosa, per esempio una festa nel piano nobile di qualche edificio o una deliziosa trattoria nel nascosto di un qualche cortile.

E' stato solo alla mia quinta visita di Venezia che ho iniziato a capire che l'unico modo per vederla davvero è guardandola dall'acqua anziché dalla terraferma.

Fotografia di Nora Bibel, Laif/Redux
Ho scelto un albergo galleggiante che offre un tour di 10 giorni concentrandosi saggiamente sulle bellezze della Laguna.

L'aggrovigliata urbanistica della città, così frastornante quando si è a terra, appare avere un chiaro senso logico quando si sta su un piccolo battello.

Una notte, mentre eravamo attraccati nei pressi della Biennale, il movimento costante faceva risaltare l'atmosfera confusa e onirica della città dove ogni svolta sotto il chiaro di luna sembra poterti condurre in un universo parallelo.

Fotografia di Michael Neumann, Getty Images
Ma è stato solo quando mi sono trovata a bordo del mio kayak, scivolando direttamente nell'acqua fuori da un ingresso di servizio di un palazzo del XVI secolo che ho davvero scoperto il cuore della città.

Mentre pagaiavamo dal Cannaregio al Ghetto, tra le lenzuola stese ad asciugare, la nostra guida mi ha mostrato una Venezia completamente diversa rispetto a quella che avevo visto per anni: una Venezia dove i grandi portoni dei palazzi si dischiudono direttamente sull'acqua verde e azzurra; dove i veneziani guidano le loro imbarcazioni private attraverso gli scafi neri delle gondole urlando in dialetto la direzione presa ogni volta che svoltano senza poter vedere se arriva qualcuno; dove i taxi-vaporetto spostano onde pericolse mentre tentiamo di attraversare il Canal Grande; dove le famiglie siedono in balcone e guardano verso canali inaccessibili dalla strada.

Venezia non svelerà mai tutti i suoi segreti. Ma nei 90 minuti trascorsi a bordo del mio kayak - con le braccia indolensite e le spalle scottate dal sole - ne ho scoperti alcuni.

http://www.nationalgeographic.it/viaggi-avventure/2017/07/20/news/venezia_vista_a_bordo_di_un_kayak-3605206/

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