Una mappa utilizzata da Colombo nel 1492 rivela i suoi segreti

Un dettaglio della mappa di Enrico Martello.
Immagine di Lazarus Project / Megavision / Rit / Emel, Courtesy of the Beinecke Library, Yale University 
Questa mappa del 1491 è la migliore testimonianza di come veniva rappresentato il mondo conosciuto all'epoca in cui Cristoforo Colombo compì la sua prima traversata dell'Atlantico. Lo stesso Colombo, probabilmente, utilizzò una copia di questa mappa per pianificare il suo viaggio.

Creata dal cartografo tedesco Heinrich Hammer (o anche Enrico Martello, che intorno al 1490 operava a Firenze, probabilmente in contatto con la bottega cartografica di Francesco Rosselli. Si firmava con il latino Henricus Martellus Germanus), la mappa era originariamente ricoperta da decine di legende e frammenti di testo descrittivi, tutti in latino, la maggior parte dei quali sono sbiaditi attraverso i secoli.

Ma ora i ricercatori grazie alle nuove tecnologie sono riusciti a decifrare molti di questi testi finora praticamente illeggibili. Nel processo, hanno scoperto nuovi indizi sulle fonti utilizzate da Hammer per creare la sua mappa e hanno confermato l'enorme influenza che questa ha avuto sulle carte successive, tra cui la famosa mappa del 1507 di Martin Waldseemuller che è stata la prima ad utilizzare il nome "America".


testi sulla mappa di Hammer sono in gran parte sbiaditi e illeggibili.
Immagine di Lazarus Project / Megavision / Rit / Emel, Courtesy of the Beinecke Library, Yale University.
Martello e Colombo
Contrariamente al mito popolare, gli europei del XV secolo non credevano che Colombo sarebbe salpato al largo di una Terra "piatta", afferma Chet Van Duzer, lo storico e studioso di mappe che ha guidato la ricerca. Ma la loro comprensione del mondo era molto diversa dalla nostra e la mappa di Hammer riflette proprio questo. La sua rappresentazione dell'Europa e del Mar Mediterraneo è più o meno accurata, o almeno riconoscibile. Ma l'Africa australe ha stranamente la forma di uno stivale con la punta rivolta verso est, e anche l'Asia è deformata.
La grande isola rappresentata nel Pacifico meridionale, dove si trova effettivamente l'Australia, è forse frutto di una supposizione fortunata, dice Van Duzer, visto che gli europei non scopriranno quel continente se non un secolo dopo. Hammer riempì l'Oceano Pacifico meridionale di isole immaginarie, condividendo apparentemente l'avversione dei cartografi per gli spazi vuoti.

Un altro "capriccio" geografico di Hammer aiuta a trovare un nesso tra la sua mappa e il viaggio di Colombo: l'orientamento del Giappone. All'epoca in cui fu creata la mappa, gli europei sapevano che il Giappone esisteva, ma sapevano ben poco della sua geografia.
Gli scritti di Marco Polo, la migliore fonte d'informazione disponibile sull'Asia orientale all'epoca, non dicevano nulla sulla geografia dell'isola. La mappa di Martello mostra che corre da nord a sud. Corretto, ma quasi sicuramente un'altra ipotesi fortunata dice Van Duzer, poiché nessun'altra mappa conosciuta del tempo mostra il Giappone, in modo inequivocabile, orientato in questo modo.
Il figlio di Colombo, Ferdinando, in seguito scrisse che suo padre credeva che il Giappone fosse orientato nord-sud, indicando che molto probabilmente usò la mappa di Enrico Martello come riferimento.

Quando il 12 ottobre 1492 Colombo sbarcò nelle Indie Occidentali, iniziò a cercare il Giappone, credendo ancora di aver raggiunto il suo obiettivo di trovare una rotta verso l'Asia. Come Van Duzer sostiene in un nuovo libro, probabilmente Colombo era convinto che il Giappone dovesse trovarsi lì vicino perché aveva percorso all'incirca la stessa distanza che la mappa di Hammer suggeriva potesse esserci tra Europa e Giappone.
Van Duzer ritiene ragionevole ipotizzare che, mentre Colombo navigava lungo le coste del Centro e del Sud America, nei viaggi successivi al primo, immaginava di navigare lungo la costa dell'Asia come raffigurata sulla mappa di Hammer.

La tecnica del Multispectral imaging o immagine multispettrale, usa diverse lunghezze d'onda della luce in differenti combinazioni per rivelare caratteristiche altrimenti invisibili. Queste immagini mostrano la punta meridionale dell'India sulla mappa di Martello. Immagine di Lazarus Project / Megavision / Rit / Emel, Courtesy of the Beinecke Library, Yale University
Una capsula del tempo
Le misure della mappa sono approssimativamente di 106 centimetri per 183. Una mappa così grande all'epoca sarebbe stata un oggetto di lusso, probabilmente commissionato da un membro della nobiltà, ma non ci sono stemmi o dediche per comprendere chi potrebbe essere il committente. È stata donata, in forma anonima, alla Yale University nel 1962 e viene conservata nella Beinecke Rare Book & Manuscript Library dell'università.

Nel corso dei secoli, la maggior parte del testo scritto sulla sua superficie era sbiadito, andando a perdersi quasi perfettamente nel colore di fondo e rendendo impossibile la lettura. Ma nel 2014 Van Duzer ha vinto una borsa del National Endowment for the Humanities che ha permesso al suo gruppo di lavoro di utilizzare una tecnica chiamata imaging multispettrale per cercare poter leggere i testi nascosti.

Il metodo prevede l'utilizzo di molte centinaia di fotografie della mappa con diverse lunghezze d'onda della luce e l'elaborazione delle immagini per trovare la combinazione di lunghezze d'onda che rendono massima la leggibilità su ciascuna parte della mappa (si può giocare con una mappa interattiva creata da uno dei colleghi di Van Duzer QUI).

Molte leggende della mappa descrivono le regioni del mondo e i loro abitanti. "Qui si trovano gli 'Ippopodi': hanno una forma umana ma i piedi dei cavalli", recita un testo precedentemente illeggibile sull'Asia centrale. Un altro descrive "mostri simili agli umani le cui orecchie sono così grandi da poter coprire tutto il loro corpo". Molte di queste creature fantastiche possono essere ricondotte a testi scritti dagli antichi greci.

Un frammento di testo della mappa di Martello rivelato dalla multispectral imaging. Sembra descrivere un istrice che vive sulle coste asiatiche. Immagine di Lazarus Project / Megavision / Rit / Emel, Courtesy of the Beinecke Library, Yale University
Storia e geografia voltano pagina
La rivelazione più sorprendente, tuttavia, riguarda l'Africa, spiega Van Duzer.
Hammer incluse molti dettagli e nomi di luoghi che sembrano risalire ai racconti di una delegazione etiope che visitò Firenze nel 1441. Van Duzer sostiene di non conoscere altre mappe europee del XV secolo che abbiano così tante informazioni sulla geografia dell'Africa, per non parlare di informazioni derivate direttamente da nativi africani piuttosto che da esploratori europei.

"Sono rimasto folgorato", dice Van Duzer. La tecnica dell'imaging rafforza anche la convinzione che la mappa di Hammer sia stata una delle principali fonti per due oggetti cartografici ancora più famosi: il più antico globo terrestre giunto fino ai nostri giorni, creato da Martin Behaim nel 1492, e la mappa del 1507 di Martin Waldseemuller, la prima ad applicare l'etichetta "America" ai continenti dell'emisfero occidentale. (La mappa di Waldseemuller è stata acquistata dalla Library of Congress per la cifra record di 10 milioni di dollari nel 2003.)



La "Universalis cosmographia secundum Ptholomaei traditionem et Americi Vespucii aliorumque lustrationes", la prima mappa in cui compare il nome "America" e la prima in cui questo continente è raffigurato separato dall'Asia. Immagine da ©WikiCommon

Waldseemuller adattò liberamente i testi dall'opera di Hammer, è quello che Van Duzer ha scoperto dopo aver confrontato le due mappe. Questa pratica era piuttosto comune in quei tempi; lo stesso Hammer apparentemente copiò i mostri marini presenti sulla sua mappa da un'enciclopedia pubblicata nel 1491, un'osservazione che aiuta a datare la sua mappa.
Nonostante le loro caratteristiche comuni, le opere di Hammer e Waldseemuller hanno una differenza evidente. Martello raffigura Europa e Africa quasi sul bordo sinistro della sua mappa con l'acqua sull'estremità. La mappa di Waldseemuller raffigura invece nuove terre dall'altra parte dell'Atlantico. Erano passati solo 16 anni tra la realizzazione delle due mappe, ma il mondo era cambiato per sempre.

http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/storia/2018/10/09/news/una_mappa_utilizzata_da_colombo_500_anni_fa_rivela_i_suoi_segreti-4147632/

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