Polizze finte: la truffa arriva al milione di euro



SAN MARTINO DALL'ARGINE. «Mi è caduto il cuore». E sta ancora cercando di rimetterne assieme i cocci, l’operaio che racconta del suo tormento privato nell’ufficio di Federconsumatori. Tormento nel quale si rispecchia un disorientamento collettivo, il disagio della comunità di San Martino dall’Argine che ha affidato i suoi risparmi a un paesano infedele. Perché ha fatto leva sulla trama di relazioni che allacciano le 1.700 anime del paese. Così il subagente di una grossa assicurazione, un colosso, adesso è sparito con i soldi dei clienti. Un amicone al quale era stato perdonato anche lo scivolone del passato, quando, titolare di un’altra agenzia, pasticciava con le garanzie accessorie delle polizze auto: se le faceva pagare, ma “dimenticava” d’inserirle. Briciole rispetto al milione di euro che, secondo la stima aggiornata (ma non definitiva), si sarebbe intascato adesso.

Racconta l’operaio di un sistema strutturato, un meccanismo rimasto in equilibrio per anni, finché il castello di bugie è franato addosso ai risparmiatori. A parlare sono le carte. La prima polizza è del 2010, su carta intestata della compagnia, riporta un investimento da 40mila euro e indica un tasso d’interesse annuo del 4%. Soldi che il subagente ha versato sul conto dell’operaio, rassicurandolo circa la possibilità di svincolare la somma investita nel giro di un paio di settimane.

Peccato che, sollecitato a fornire una documentazione altra rispetto alle sole ricevute dei bonifici, il subagente abbia consegnato l’attestato che, alla fine, l’ha tradito. Stesso numero di polizza, uguale importo (40mila euro), tutt’altra storia: un’assicurazione sulla vita che, in caso di morte dell’operaio, avrebbe riconosciuto la somma alla moglie e al figlio. Un’assicurazione per la quale risultava che l’operaio versasse 105 euro all’anno. Altro che investimento svincolabile.

La conferma è arrivata dall’agente di Cremona: la polizza del 2010 era carta straccia, quella vera era l’assicurazione sulla vita. Eccolo, il meccanismo: il subagente intascava il capitale, pagando di tasca propria gli interessi e pagando pure il premio assicurativo della vera polizza, sottoscritta a insaputa dei clienti. Calcolatrice alla mano, stimando in 1.500 euro l’interesse annuo e sommandoci i 105 euro di premio, dal 2010 il subagente ha restituito all’operaio 14.445 euro a fronte di un capitale di 40mila euro. E così moltiplicato per tutti i risparmiatori abbindolati.

A sostenere l’operaio è adesso la rabbia, unita alla determinazione a recuperare i suoi soldi (Federconsumatori ha già mobilitato il suo team). «E pensare che avremmo potuto fermarlo - si tormenta l’uomo - Lo stesso venerdì nel quale mi sono presentato all’agenzia di Cremona, qualche ora più tardi, ho incontrato il subagente, per pagargli il premio dell’assicurazione sulla casa, peccato che a Cremona mi avessero congedato senza dirmi della polizza farlocca e dei miei soldi spariti. Me l’hanno comunicato soltanto quattro giorni dopo». Quando il paesano infedele era già un fantasma.

https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2019/05/20/news/mantova-polizze-finte-la-truffa-arriva-al-milione-di-euro-1.32863078

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